
I cambiamenti climatici causati dall’inquinamento stanno sconvolgendo rapidamente il mondo. Da COP 25 a Madrid tutti si spettano una posizione netta ed un intervento immediato, anche contro chi non crede a ciò che sta accadendo, per ridurre i danni.
In un clima letteralmente infuocato e compromesso dall’inquinamento, Madrid ospita, dal 2 al 13 dicembre 2019, la 25esima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. La COP 25 doveva svolgersi in Cile ma la gravissima situazione politica interna ha costretto l’ONU a cambiare programma.
Le 197 nazioni partecipanti dovranno affrontare la dura verità: allo stato attuale, è impossibile scongiurare l’aumento medio della temperatura su scala globale di 1,5 °C entro il 2030. Le stime dicono che l’aumento dovrebbe superare i 2,5 °C. Pur attuando adesso tutte le misure necessarie per ridurre l’inquinamento, l’aumento sarà di circa 2 °C. il processo ormai si è innescato.
Clima:
I temi della COP25

Alla Conferenza Mondiale Sul Clima si parlerà dei cambiamenti climatici globali, che sono il risultato di politiche, speculazioni, attuate da nazioni che hanno puntato su uno sviluppo basato su sistemi economici, sociali e finanziari completamente sbagliati. Puntare su un’economia e su una società basate sul consumo e sullo sfruttamento delle materie prime e dell’ambiente, ha portato oggi a conseguenze catastrofiche.
Il Parlamento Europeo ha confermato, purtroppo non all’unanimità, che esiste l’emergenza climatica e bisogna subito intervenire. Approvare la legge che blocca la produzione e l’uso della plastica è già un primo passo. Anche il WWF chiede alla Conferenza che i governi riducano le emissioni entro il 2030, con l’obiettivo del carbonio zero entro il 2050.
I “miscredenti”
La politica economica di Trump, le posizioni sull’Amazzonia di Bolsonaro, lo sviluppo industriale della Cina, la sudditanza verso i grandi produttori di petrolio, le scelte sociali e politiche di alcune nazioni, anche di quelle in via di sviluppo, votate esclusivamente all’esaurimento delle materie prime, il ritorno all’utilizzo del carbone e l’eccessivo sfruttamento dei combustibili fossili hanno frenato notevolmente in pochissimi anni i piccoli progressi fatti negli anni per salvaguardare il nostro pianeta.
La CO2 in atmosfera
Per esempio. L’eccessivo utilizzo di idrocarburi e di carbon fossile ha portato nel corso degli anni un aumento eccessivo e progressivo di CO2 in atmosfera. Tali azioni si sono dimostrate altamente inquinanti per l’ambiente, tanto da minare persino la sopravvivenza degli ecosistemi naturali e di quelli produttivi realizzati dall’uomo. Per decidere ed attuare nuove scelte green è stato necessario raggiungere e superare il punto di non ritorno. E c’è ancora qualcuno che nega l’evidenza e si comporta di conseguenza.
Leggi anche: Inquinamento atmosferico: a Milano nasce Arianna, il vaso da balcone che “legge” l’aria
Lo smog e l’energia elettrica
Lo smog prodotto dai mezzi di locomozione è la causa principale dell’inquinamento. Lo dice la scienza. Per abbattere l’inquinamento atmosferico, la ricerca mira a individuare nuovi carburanti, rinnovabili, economici, facilmente reperibili e non inquinanti. La prima scelta è stata l’energia elettrica. I serbatoi diventano batterie ricaricabili che fanno muovere i veicoli. Ma l’energia elettrica si può produrre in vari modi, sia da fonti naturali rinnovabili e sia da fonti artificiali inquinanti, come le centrali termoelettriche a carbone. Il ciclo vitale delle batterie, invece, è altamente inquinante; in quanto alcuni componenti sono molto pericolosi e inquinanti e non possono essere riciclati.
Leggi anche: Energia sostenibile: la grande convergenza tra sostenibilità ed energia
Quali saranno le direttive della COP25?

Insomma, cosa dobbiamo aspettarci dalla COP25? Questa domanda la poniamo all’ingegnere ambientale Tommaso Farenga, direttore scientifico di Ambient&Ambienti .
«Ci attendiamo che venga ribadito l’impegno dell’Europa a lottare contro i cambiamenti climatici, avviando serie politiche green. In questo senso ci si attende una conferma della posizione dell’Europa da parte di Ursula von der Leyen, alla sua prima visita ufficiale dopo l’insediamento. Magari ci saranno svelate le strategie del green deal della nostra Europa: il futuro è vicino, ma deve essere concordato con gli altri paesi, esportando le nostre (europee) buone pratiche e soprattutto la volontà europea di essere il volano del futuro green deal».
Il movimento Fridays for Future e Greta Thunberg stanno mandando un messaggio forte ai politici della Terra, ma quanto può essere incisivo questo messaggio se le decisioni importanti sono nelle mani di chi possiede il danaro?
«Il messaggio forte arriva dall’essere espresso da tanti giovanissimi, oltre che per l’estensione dei territori da cui parte. Il messaggio indica che le nuove generazioni sono pronte a cambiare e il futuro sarà quindi diverso. Chi possiede il denaro può condizionare ma non può cambiare le coscienze».
Cosa faremo e cosa saremo dopo il 13 dicembre?
«Se l’Europa fa la sua parte saremo in grado di condizionare il mondo: ma lo dobbiamo fare indipendentemente dagli altri. Le nostre politiche e strategie devono essere un esempio da seguire, devono esprimere best practice di evidente successo. Dobbiamo solo crederci e rivendicare l’unità dell’Europa, che nella sua interezza ha una forza propulsiva che guiderà il cambiamento nel mondo».