Clima, scioglimento ghiacciai: la fine del mondo è vicina?

Forse no. Ma bisogna eliminare subito le emissioni inquinanti e l’inquinamento, per far ripartire la Natura

I ghiacciai si sciolgono per colpa dell’inquinamento prodotto dall’uomo. È un dato di fatto, ampiamente studiato e confermato negli ultimi 40 anni da tutti gli scienziati del mondo.

Il 2019 ha registrato una serie di disastri ambientali che stanno scuotendo le nuove generazioni ed i governi di tutto il mondo. I cambiamenti climatici tanto attesi e tanto temuti, si sono mostrati al mondo. Gli incendi in Siberia, nel Nord America e in Amazzonia di qualche mese hanno immesso nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica che ha elevato ulteriormente la temperatura media globale. Gli scienziati hanno calcolato che l’aumento anche di un solo grado innesca una serie di eventi climatici catastrofici in tutto il mondo.

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Lo scioglimento dei ghiacciai

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Per sensibilizzare l’opinione pubblica ai cambiamenti climatici, l’associazione Dislivelli e Cinemambiente hanno organizzato il funerale del ghiacciaio del Lys ormai perduto lungo il versante Sud del Monte Rosa

Lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e nei Poli ne è la diretta conseguenza. Così come lo sono anche i fenomeni atmosferici estremi, intensi e frequenti, come tornado, tifoni o bombe d’acqua.

Oggi, il sorvegliato speciale è il ghiacciaio Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, situato sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco. Si tratta di una massa di circa 250mila metri cubi di ghiaccio, che sta per staccarsi. Si sta muovendo ad una velocità di 50-60 centimetri al giorno. Il pericolo può arrivare anche da un altro ghiacciaio, il Whymper, sempre nella stessa zona. Anche in Val d’Aosta, il ghiacciaio del Lys ha le ore contate. Per sensibilizzare l’opinione pubblica ai cambiamenti climatici, l’associazione Dislivelli e Cinemambiente hanno organizzato il funerale del ghiacciaio ormai perduto lungo il versante Sud del Monte Rosa.

Secondo gli scienziati, tra qualche anno, i ghiacciai sotto i 3.500 metri smetteranno di esistere. Il permafrost sarà ridotto notevolmente, il livello dei mari si innalzerà di qualche metro  e ci saranno grandi quantità di CO2 nell’atmosfera liberate dallo scioglimento dei ghiacci, impossibili da smaltire.

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Mari e oceani acidi

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La pesca intensiva, la distruzione di habitat, la plastica e l’inquinamento stanno rendendo le acque più acide e più calde

Una situazione gravissima, quella dei ghiacciai, che si incrocia con lo stato dei mari e degli oceani. L’incidenza delle attività umane, in questo caso, è anche più evidente. La pesca intensiva, la distruzione di habitat, la plastica e l’inquinamento stanno rendendo le acque più acide e più calde. Si sta riducendo anche lo scambio tra anidride carbonica e ossigeno. La vita marina sta rapidamente scomparendo in molte zone fortemente antropizzate, ma anche la vita umana presto ne pagherà le conseguenze. La catena alimentare sarà presto compromessa.

Acqua è vita

Tutto ruota intorno all’acqua. Senza acqua, ogni forma di vita cessa di esistere. Se le riserve idriche naturali, come i ghiacciai e le falde acquifere, verranno irrimediabilmente compromesse e i mari e gli oceani diventeranno invivibili ed inutilizzabili, fino a scomparire del tutto, ogni forma di vita su questo pianeta morirà.

La data ora di riferimento è il 2050. Se non si metteranno in atto una serie di provvedimenti a livello globale contro l’inquinamento, il mondo cambierà aspetto, e l’inquinamento avrà vinto la partita.

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Il Summit di New York

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Foto di Jasmin Sessler da Pixabay

È questo lo scenario apocalittico presentato al Summit sul clima di New York il 23 settembre 2019. Il rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) il comitato scientifico dell’ONU, parla chiaro.

Per ridurre i danni, basterebbe ridurre almeno del 30% le emissioni di gas serra entro il 2030, secondo la ricercatrice Lisa Speer della ONG internazionale National Resources Defence Council.

Per il WWF c’è però ancora una flebile speranza. Solo riducendo drasticamente le emissioni la Natura può riprendere il suo corso e salvare tutti.

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Greta Thunberg

Le lacrime e le accuse di Greta Thunberg ai potenti del mondo (“Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia. Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no” ha gridato durante il suo intervento alle Nazioni Unite), ha smosso gli animi. Ben “66 governi, 10 regioni, 102 città, 93 aziende e 12 investitori si sono impegnati nel raggiungere le zero emissioni nette di CO2 entro il 2050”, ha dichiarato, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un comunicato stampa. Inoltre, 68 Paesi si sono impegnati a rivedere i piani climatici entro il 2020, mentre i 195 firmatari dell’accordo di Parigi dovrebbero presentare nuovi impegni. Inoltre, Ci sono invece 30 Paesi che stanno costituendo un’alleanza evitare la costruzione di centrali elettriche a carbone dal 2020.

Anche la Russia, l’Italia, la Germania hanno preso posizioni nette contro il cambiamento climatico.

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Trump e Bolsonaro

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Foto di alvpics da Pixabay

Le due note stonate sono state Trump e Bolsonaro. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha evitato di intervenire sull’argomento, sottraendosi anche allo sguardo a dir poco arrabbiato di Greta Thunberg, immortalato in una immagine che sta facendo il giro del mondo. È noto che i piani dell’amministrazione Trump mal si conciliano con il rispetto dell’ambiente; e questo potrebbe diventare un grandissimo problema a livello globale.

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, invece, dopo aver negato nei mesi scorsi i palesi incendi che hanno devastato l’Amazzonia, ha candidamente dichiarato che l’Amazzonia non è un patrimonio dell’Umanità e smentisce gli scienziati che sostengono da tempo che le foreste amazzoniche sono i polmoni del mondo, incolpando di tutto i media internazionali. Per lui, la regione amazzonica è virtualmente intatta. Su queste dichiarazioni è superfluo qualsiasi commento.

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In conclusione, la situazione è gravissima, se non si procede immediatamente non ci sarà un futuro. Ma oggi le coscienze sembrano aver capito il messaggio, basta solo che la politica si attivi realmente contro i cambiamenti climatici.

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