Green New Deal: lotta ai cambiamenti climatici tra le priorità di Ursula von der Leyen

Il nuovo presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha messo la lotta ai cambiamenti climatici tra le priorità dell’Istituzione. Tra Green New Deal, investimenti e sostenibilità.

Ha fatto, per ora, meglio del suo predecessore.  Nel 2014 l’esecutivo firmato Jean-Claude Juncker ebbe 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti. Stavolta, invece, il via libera del Parlamento europeo alla Commissione europea targata Ursula von der Leyen ha registrato 461 sì, con 157 contrari e 89 astenuti. Numeri a parte, l’organismo è ora chiamato a risposte concrete e immediate. E nel suo discorso a ridosso dell’insediamento, Ursula von der Leyen ha incentrato l’impegno sul clima come strategia di crescita della new Europe da declinare in tutti i settori.

Proteggere il clima

Ursula von der Leyen (credits: Commissione Europea)

Nel dibattito prima del voto sull’esecutivo, la neo presidente ha focalizzato l’attenzione su due punti: clima e migranti. «Se c’è un campo in cui il mondo ha bisogno della nostra leadership – ha spiegato – è proteggere il clima. È un problema esistenziale per l’Europa. E come potrebbe non esserlo, quando vediamo Venezia sott’acqua e le foreste del Portogallo andare a fuoco?». Certo, «sono cose che succedevano anche prima, ma mai con questa frequenza e intensità».

Lotta ai cambiamenti climatici in cima alla lista delle priorità, dunque. Ma se lo spartito è unico per l’intera orchestra, alcuni musicisti hanno deciso di suonare in autonomia. Nella prima prova, infatti, si registrano già mal di pancia nell’esecutivo. All’indomani dell’insediamento della Commissione, con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni l’aula ha approvato una risoluzione che dichiara l’emergenza climatica, in vista della Conferenza delle Onu sull’ambiente che si terrà a Madrid dal 2 al 13 dicembre. Ma la ‘maggioranza’, composta dai tre partiti Ppe-Socialisti-Liberali, non si è presentata unita. Anzi. I Popolari si sono spaccati e quasi la metà del gruppo ha votato no con Lega e sovranisti.

Il Green Deal europeo

La Commissione europea sarà a guida Ursula von der Leyen

Sarà allora necessaria una ripassata per tutti degli obiettivi targati Green New Deal europeo, il piano con cui Bruxelles punta a trasformare interi settori dell’economia degli Stati membri. “Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia di crescita. Ci aiuterà a ridurre le emissioni e favorire la creazione di posti di lavoro”, ha commentato Ursula von der Leyen dinanzi al Parlamento europeo.

L’obiettivo è rendere questi settori più “verdi” grazie all’incremento degli investimenti in fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti a basso impatto ambientale. “Abbiamo costruito un’equipe europea eccezionale, ho chiesto il sostegno per un nuovo inizio per l’Europa. Nei prossimi cinque anni la nostra Unione porterà avanti una trasformazione di società e economia, è la cosa giusta da fare e non sarà semplice”.

Gli obiettivi verso Madrid

Tra le promesse più importanti, quella di una legge climatica. Ursula von der Leyen ha fatto un annuncio: vedrà la luce entro i primi 100 giorni del suo mandato. Ben prima c’è un’altra scadenza, a Madrid.  E in vista della COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il Parlamento ha approvato le risoluzione in cui chiede alla Commissione di garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi.

In un’altra risoluzione, invece, si chiedono maggiori tagli alle emissioni di Co2 con l’aumento dal 40% al 55% degli obiettivi già al 2030. Il Parlamento esorta l’Ue a presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. I deputati chiedono inoltre alla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di includere nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.

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Clima e migranti

L’altro argomento su cui ha incentrato il suo impegno è stato quello dell’immigrazione. Temi distanti? E chi lo ha detto: clima e migranti vanno a braccetto.

Basti pensare che già nel 1990 l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il comitato dell’ONU che si occupa dei cambiamenti climatici, aveva sottolineato come le migrazioni avrebbero potuto essere la conseguenza più rilevante della cosiddetta “crisi climatica”. Un professore di Oxford, Norman Myers – successivamente ripreso anche da numerose organizzazioni che si occupano di ambiente e clima – la sua previsione l’ha fatta: la stima è di 200 milioni di migranti climatici entro il 2050.

«E’ nel nostro interesse che coloro che rimangono siano integrati nella nostri società, ma dobbiamo anche far si che coloro che non hanno il diritto di rimanere ritornino in patria – ha piegato la neo presidente -. Dobbiamo spezzare questo modello crudele dei trafficanti e dobbiamo riformare i nostri sistemi di asilo senza dimenticare i valori di solidarietà e responsabilità». Tra politica green e solidarietà è partita l’ “era Ursula von der Leyen”. La strada è tracciata, bisogna percorrerla. Riuscirci è la sfida che attende l’Europa.

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