Re-Water, tutelare il mare riusando le acque reflue

Ottimi risultati dal progetto internazionale finanziato dal programma Interreg Greece-Italy 2014-2020 e sviluppato da AQP e Poliba

Una nuova sperimentazione tecnologica rivolta a contrastare l’inquinamento delle acque marine, tramite una migliore gestione e il riutilizzo delle acque reflue della depurazione, che ha interessato due progetti pilota in due comuni di forte appeal turistico, le cui economie sono basate proprio sull’industria turistica e le attività marinare: Gallipoli e Patrasso. Nel corso del video-reportage realizzato a conclusione del progetto, si ripercorrono i momenti più significativi dei trenta mesi di operatività, durante i quali, grazie al forte coinvolgimento delle comunità locali e alla sinergia tra partner istituzionali e internazionali di alto profilo, si sono raggiunti significativi risultati.

Gli effetti positivi del progetto, come tengono a sottolineare tutti i partner, saranno senz’altro utili per la progettazione di nuovi impianti di depurazione e per un ulteriore potenziamento tecnologico di quelli esistenti. Tutte le azioni intraprese hanno generato, di fatto, migliori conoscenze grazie all’analisi e alla condivisione di dati e risultati, e a una maggiore consapevolezza degli stakeholders in tema di prassi virtuose per ridurre l’inquinamento marino e gestire le acque reflue, con misure destinate al loro riutilizzo non solo irriguo ma anche per usi civili.

I cambiamenti climatici stanno condizionando la disponibilità di acqua, per questo motivo bisogna economizzare i consumi e riutilizzare le acque reflue. «Su questa strada che Acquedotto Pugliese è impegnato a percorrere con convinzione da tempo – afferma il presidente di Aqp, Simeone di Cagno Abbrescia – con l’affinamento e il riutilizzo a fini irrigui delle acque della depurazione, s’inserisce il progetto Re-Water, sviluppato in sinergia con il mondo accademico e le istituzioni pubbliche, in un quadro di collaborazione internazionale. La novità di questa esperienza tecnologica è affiancare all’uso irriguo dei reflui quello civile, dal lavaggio delle strade all’irrigazione del verde pubblico. Un nuovo, decisivo passo in avanti verso la piena realizzazione del ciclo integrato delle acque».

«Re-Water è un progetto che si sposa perfettamente con la visione e gli obiettivi strategici del Politecnico di Bari – spiega il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino – In un momento storico di grandi cambiamenti, abbiamo il dovere di trovare le migliori tecnologie possibili e metterle a disposizione del Territorio e del Paese, per contribuire ad uno sviluppo davvero sostenibile. Applicare soluzioni innovative ad ambiti di primaria importanza, come l’acqua, è un esercizio virtuoso che giova alla ricerca scientifica, sempre più orientata alla collaborazione con enti pubblici e aziende private, nell’ottica di un ecosistema dell’innovazione che sarà decisivo per le sfide dei prossimi anni».

«Con le tecnologie messe a disposizione dal progetto – osserva Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli – metteremo in risalto ancora di più la nostra Gallipoli, non solo aumentando l’attenzione in termini di pulizia ma anche  puntando a scopi prettamente estetici: il riutilizzo delle acque permetterà di annaffiare ed aver cura delle aiuole cittadine, del nostro verde. Da sindaco di Gallipoli sono orgoglioso di quanto fatto e di quanto costruito».

Il progetto Re-Water vede come capofila Acquedotto Pugliese (lead beneficiary), a cui si affiancano, sul fronte italiano, il Comune di Gallipoli e il Politecnico di Bari, e sul versante greco il Comune e l’Università di Patrasso. Come partner associati, figurano la Sezione Risorse Idriche della Regione Puglia e l’Azienda comunale di approvvigionamento idrico e fognario di Patrasso.

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