
La situazione sta esponenzialmente peggiorando: basti dire che la quota dello zero termico in questi giorni sta sfiorando i 4500 metri
Le temperature dell’aria raggiungeranno il valore massimo tra l’ultima decade di luglio nelle aree più distanti dal mare e la prima decade di agosto per quelle lungo le coste. Ma fino ad allora la situazione sarà critica. In realtà siamo fortunati, visto che nella Francia sud orientale sono stati battuti molti record termici assoluti con valori massimi sino ad oltre 43°C.
Le maggiori criticità si registrano nel nord, con la regione Piemonte che registra interi territori in cui non piove da più di 100 giorni. Il grande assetato è proprio il Po che soffre della peggiore siccità degli ultimi 70 anni, con il razionamento dell’acqua che è arrivato per la prima volta nella storia in primavera.
A fare il punto è Massimiliano Fazzini, climatologo, docente universitario, responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale:
Pioggia, la grande assente
Dall’inizio dell’anno, spiega Fazzini, si registra «un generale surplus di circa un grado ma il mese di maggio ha sfiorato l’anomalia positiva verificatasi nel maggio 2003 e quantificata rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020 in circa 1.9°C. Ci siamo fermati a poco più di 1,8°C ed anche la prima metà del mese di giugno è stata contraddistinta da valori positivi dei valori medi che al momento rasentano l’eccezionalità climatologica».

Molte aree del territorio nazionale da oltre un anno soffrono di sete. «Quello che preoccupa di più è la persistente mancanza delle precipitazioni organizzate – continua il climatologo – . Si evidenzia un deficit meteorico medio del 55% circa, con valori più elevati al nord (sino al 70% sulla porzione nord-occidentale) e con qualche lieve controtendenza positiva all’estremo sud. E si pensi che la poca acqua caduta si è concentrata quasi ovunque in soli 15- 25 giorni».
Se occorre un’accurata analisi scientifica per capire il perché di questo comportamento meteorico, resta il fatto sta che «dopo un inverno siccitoso e scarsamente nevoso, in particolare sulle Alpi centro-occidentali, la situazione sta esponenzialmente peggiorando anche e soprattutto in relazione alle elevate temperature che si stanno verificando«.
E non c’è proprio da ben sperare: «Se è confermato che in certe aree della Padania occidentale non piove da 80 giorni e che la poca neve caduta sui nostri monti è totalmente fusa – talvolta sino ai 3400 metri di quota – e che la quota dello zero termico in questi giorni sta sfiorando i 4500 metri (con valori di temperatura che hanno toccato i 5°C sulla vetta del Monte Rosa) – c’è davvero da preoccuparsi, probabilmente mai come stavolta».
Siamo già in riserva
Al momento le disponibilità idrologiche “stoccate” sono già limitate del 30-35% rispetto alle medie, la situazione sembra davvero critica. Per questo «ora dobbiamo assolutamente concentrarci tutti su un concetto: c’è poca acqua e non la possiamo e dobbiamo più sprecare. Anche perché il futuro non sembrerebbe per nulla roseo e allora tutti noi dobbiamo tentare con piccole azioni quotidiane di mitigare la problematica e di adattarci alle nuove condizioni derivanti da un probabile nuovo clima. E soprattutto occorrono urgentemente progetti di spessore che permettano di “disporre” in tempi più brevi possibili, di adeguate quantità di acqua per i più diversi settori di utilizzo. Per il bene nostro e soprattutto delle future generazioni».
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Notti tropicali
«Su oltre la metà delle stazioni termometriche costiere e di collina si è verificata una notte tropicale. Le temperature occorse mediamente nel territorio italiano dall’inizio dell’anno sono state davvero elevate, con un generale surplus di circa un grado ma il mese di maggio ha sfiorato l’anomalia positiva verificatasi nel maggio 2003 e quantificata rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020 in circa 1.9°C. Ci siamo fermati a poco più di 1,8°C ed anche la prima metà del mese di giugno è stata contraddistinta da valori positivi dei valori medi che al momento rasentano l’eccezionalità climatologica. Ad esempio, nella giornata del 20 Giugno, in almeno 250 stazioni di rilevamento termometrico esistenti in Italia, si sono superati i 34°C, con picchi massimi di 38°C a Carbonia. Ma i conti si faranno a fine mese».