G7 Taormina, Trump “riscalda” l’ambiente

G7, gli Usa Trump valutano l’uscita dagli Accordi di Parigi sul clima

Prima del G7, Papa Francesco gli ha regalato anche la sua enciclica ‘ambientalista’, Laudato si’. Un omaggio, valutando le azioni, non ancora scartato. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, infatti, ha confermato la sua voglia di discontinuità rispetto alla politica in tema ambientale del suo predecessore, Barack Obama.

Lo si è compreso dai primi atti del G7 di Taormina, già animato dal rischio di incidente diplomatico con la cancelliera Angela Merkel. Hanno fatto discutere, infatti, le interpretazioni sulle parole di Trump, che avrebbe bollato i tedeschi come “molto cattivi sul commercio”. Gaffe rientrata. Ma il presidente Usa sta già spaccando il fronte ambientalista.

Intende valutare, infatti, il ritiro del suo Paese dall’accordo di Parigi sul clima del 2015, fortemente voluto da Obama. E non sono solo voci o indiscrezioni. Lo ha confermato il premier italiano, Paolo Gentiloni. «Resta sospesa la questione sull’atteggiamento sui punti di vista sul clima – ha sottolineato in conferenza stampa –. Gli Stati Uniti hanno confermato di avere in corso una riflessione, che noi ci auguriamo porti a una decisione positiva nelle prossime settimane».

Prima del G7 di Taormina, l'incontro tra il Papa e Trump
Prima del G7 di Taormina, l’incontro tra il Papa e Trump
G7: ambiente e Trump

Ancora più duro il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. Durante un incontro a Genova, ha evidenziato come «la posizione di Trump che minaccia di uscire dagli accordi di Parigi può essere un elemento di intralcio nel raggiungimento degli obiettivi ambientali ambiziosi stabiliti. Credo però che, America o non America, il processo andrà comunque avanti. La leadership la assumeranno altri Paesi, penso ad esempio alla Cina, dove il problema ambientale è il più grande che hanno e devono farci fronte».

Il ministro ha ricordato l’impegno preso a Parigi. «Per noi – ha sottolineato il ministro – l’impegno resta serio e imprescindibile, continueremo ad andare avanti negli obiettivi di Parigi».

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La protesta di Greenpeace al G7
Protesta Greenpeace al G7

Protestano anche le associazioni. Il cambiamento climatico che ha aggravato la crisi alimentare in Africa con l’impatto di El Nino nel 2016 – rileva Oxfam – “adesso sta producendo un vero e proprio disastro umanitario in gran parte dell’Africa orientale, dove negli ultimi tre anni si sono registrate le temperature più alte di tutti i tempi”.

«I sette grandi devono agire adesso. Devono assumersi le proprie responsabilità, con l’obiettivo prioritario di scongiurare il verificarsi di nuovi disastri umanitari dovuti all’impatto del cambiamento climatico». A evidenziarlo è stata la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti.

Greenpeace sempre in prima linea

E non è mancata la protesta eclatante di Greenpeace. Un giubbotto di salvataggio ha agghindato la Statua della Libertà e manifestanti si sono mobilitati in spiaggia e in acqua.  La richiesta è quella di implementare con rapidità i trattati di Parigi. L’accordo raggiunto da quasi 200 Stati nel dicembre 2015, durante la COP21, mira a stabilizzare l’aumento della temperatura del Pianeta su quota 1,5 gradi, per evitare le catastrofiche conseguenze del riscaldamento globale.

«Gli Stati del G7 hanno alimentato in modo decisivo il fenomeno dei cambiamenti climatici.Ora devono procedere nel trovarvi soluzione», ha sottolineato Jennifer Morgan, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International. «Se Trump volesse venir meno a questo dovere, allora toccherebbe al resto del G7 andare avanti senza gli Usa».

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