I borghi abbandonati tornano alla vita: da set cinematografici a case a un euro

Sono set cinematografici ma ci sono anche progetti per farli rivivere. Alcuni Comuni vendono le abitazioni dei borghi abbandonati a un euro, ma c’è l’obbligo di dimora.

Una nuova vita si prospetta per i borghi italiani abbandonati. Tanti progetti e tante idee da parte delle istituzioni pubbliche per farli rivivere. Ma qual è la loro storia?

Borghi abbandonati: da mille a seimila

Secondo i dati dell’ISTAT sarebbero circa un migliaio, ma se si aggiungono strutture rurali come stazzi ed alpeggi potrebbero essere circa 6000. Sono definiti borghi abbandonati o fantasma perché sono situati in zone impervie del Belpaese, spesso immersi nella natura, e i residenti li hanno lasciati per ragioni economiche, sanitarie, sociali, ambientali e di sicurezza, mentre i pochi edifici rimasti sono in rovina.

Leggi anche: Borghi autentici: Legambiente alla scoperta dell’Italia ancora sconosciuta

Borghi abbandonati: parte il rilancio

borgo abbandonato fantasma
Foto di Julia Casado da Pixabay

Sono comunità o strutture soprattutto montane isolate, dove la vita è scandita dalla natura, oppure sono antichi luoghi approvvigionamento, di transito o di difesa che nei secoli hanno poi perso la loro funzione primaria. Ma nella maggior parte dei casi, i borghi sono stati abbandonati a seguito di calamità naturali o a causa delle migrazioni.

Questi borghi sono situati in 18 regioni su 20, sono fuori da questo elenco solo Marche e Valle da Aosta, ma non sono immuni.

Ma oggi questi borghi sono pronti per una nuova vita. Le amministrazioni locali, meglio le istituzioni che gestiscono questi agglomerati urbani, hanno messo sul tavolo una serie di idee per rilanciare le aree abbandonate.

Un esempio: Succiso, in provincia di Reggio Emilia a quasi 1000 metri sul livello del mare, è il primo paese-cooperativa. Dopo la chiusura del bar e della bottega nel 1991, 9 giovani hanno creato una cooperativa di comunità, investendo con soldi propri, che in pochissimo tempo ha dato nuova vita al paese, riaprendo il bar e la bottega. Dopo aver risistemato e riaperto la scuola, la cooperativa ha anche aperto un ristorante ed un agriturismo con 20 posti letto. In paese si produce anche il pane ed è stata rilanciata la pastorizia con i suoi prodotti tipici caseari. Ora Succiso è visitato anche dai paesi vicini per gli approvvigionamenti alimentari. Questa comunità ora è studiata da ricercatori di tutto il mondo.

Borghi abbandonati: turismo

La prima proposta per rivitalizzare i borghi abbandonati è il turismo. In quanto custodi di antichi saperi e di un tempo scandito solo dalla natura, questi luoghi stanno diventando mete turistiche molto interessanti per chi vuole riscoprire il silenzio e la lentezza. Molte comunità stanno puntando su un turismo di nicchia per il rilancio. Aprono le case, imbandiscono le tavole, invitano persino a coltivare il terreno oppure a fare piccoli lavoretti per far rivivere il borgo. Propongono persino incentivi. A Riccia, borgo in provincia di Campobasso, ha restaurato alcune vecchie case ed un convento per ospitare il turismo “lento”.

Leggi anche: Borghi Autentici Pugliesi, insieme si fa rete

Borghi abbandonati diventano set cinematografici

borgo abbandonato fantasma
Craco, in Basilicata, è stato scelto come set cinematografico, tra gli altri film, di “The Passion” di Mel Gibson, e “Basilicata Coast to coast” con Rocco Papaleo

Un’altra proposta nasce dal cinema e dalla TV. Gli autori ed i produttori televisivi e cinematografici sono sempre alla ricerca di set e location unici, che possano colpire lo spettatore e suscitarne un’emozione. I borghi fantasma sono ideali per questo ruolo. La storia dei luoghi, il loro passato, la loro anima, spesso sono tangibili ed evidenti a chi dovesse incrociare le loro strade. Le suggestioni che emanano questi luoghi caratterizzano anche le queste produzioni. La scelta di questi siti spesso mette in moto una serie di possibilità lavorative ed economiche intorno all’evento che spinge a tornare e ad investire, diventando poi una meta turistica. E il luogo prende vita. Un nome tra tutti: Craco, il paese fantasma in Basilicata.

Leggi anche: Laterza e il Borgo antico a strapiombo sulla gravina

Cibo per la mente e per il corpo

Cultura, enogastronomia, tradizioni locali e folkloristiche. Sono queste le proposte che forse riescono ad attirare nei borghi abbandonati turisti con più facilità, a rilanciare l’economia e a far ricrescere le comunità. Istituire un concorso letterario, per esempio, oppure un festival nazionale o internazionale, portano sicuramente ottimi risultati. Se poi si investe nell’enogastronomia, con sagre, prodotti tipici biologici e di qualità, il gioco è fatto. Qui, l’idea del “chilometro zero”, dal produttore al consumatore, è il punto di svolta. Il folklore o le storielle dei luoghi, poi, affascinano non poco i turisti, soprattutto quelli che provengono da contesti molto diversi. Per esempio, a Nughedu Santa Vittoria, piccolo paese della provincia di Oristano, la famiglie aprono le porte di casa ed invitano a pranzo i turisti.

Leggi anche: Borgofuturo, il festival ecosostenibile del tuo borgo

Case ad un euro

In alcune zone, le amministrazioni hanno proposto di vendere le case disabitate ad un euro, oppure propongono importanti sgravi fiscali o persino offrono incentivi, affitti o residenze gratuite ai forestieri che decidono di trasferirsi nei centri disabitati, dando in cambio una eccellente qualità della vita, in totale armonia con la natura. Prevedono anche finanziamenti per ripristinare la funzionalità dei luoghi ma a patto di abitarci regolarmente per un certo periodo di tempo. Per esempio, a Nulvi, in provincia di Sassari, la case costano un euro.

Legge salva borghi

Tutto ciò è reso possibile grazie ai fondi e ai finanziamenti che le istituzioni statali, regionali, provinciali e comunali hanno messo a disposizione per rilanciare gli investimenti e ridare così vita alle comunità. Ad ottobre del 2017 è stata anche approvata la cosiddetta “Legge salva borghi”, che prevede un finanziamento di circa 100 milioni di euro fino al 2023 per risistemare e riqualificare completamente le strutture e la viabilità dei borghi, trasformandoli anche in mete turistiche.

 

Articoli correlati