Il convegno organizzato da Arpa Puglia a Taranto nei giorni scorsi sui costi economici degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico di origine industriale ha visto la partecipazione dei principali studiosi italiani sull’argomento, provenienti da diverse istituzioni (Università, CNR, ARPA, ISPRA etc.). Il seminario ha rappresentato un importante momento di riflessione e approfondimento metodologico, fondamentale anche alla luce della Legge Regionale recentemente approvata sulla Valutazione del Danno Sanitario, che vedrà le strutture tecniche della Regione, delle Agenzie e delle ASL cimentarsi con metodi e procedure assolutamente innovative. Sulla base dei risultati preliminari, la notizia riportata da giornali e tv locali sarebbe il ritrovamento di piombo nelle urine dei tarantini e, per di più, in concentrazioni più elevate rispetto ai valori di riferimento.
Il piombo è un metallo presente nelle urine di tutti gli abitanti del pianeta ma, il piombo urinario – precisa l’ARPA -, è un indicatore grossolano di esposizione che non è utilizzato ai fini della valutazione del livello al quale non si manifesta alcun effetto avverso (noto come NOAEL). Per tale obiettivo, si utilizza la misura del piombo nel sangue.
Lo studio – ricorda l’ARPA – fu effettuato per verificare la presenza di arsenico nelle urine, dati i risultati allarmanti riscontrati a Gela (eccessi non riscontrati a Taranto). Le misure degli altri metalli (oltre all’arsenico e al piombo, sono stati dosati i livelli di cromo, mercurio, manganese) sono state eseguite nel corso dell’analisi a fini descrittivi, e comunque non evidenziano nessuna situazione di allarme.