Finanza verde, a COP26 si fa sul serio

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L'inviato speciale dell'ONU per il clima, l'economista mark carney è stato il personaggio della giornata di COP26 dedicata alla finanza climatica

Il mondo della finanza a confronto nella terza giornata della Conferenza sul clima. L’ONU: servono mille miliardi all’anno per aiutare i paesi poveri ad uscire dalla crisi climatica”. Nuovi organismi controlleranno gli obiettivi sostenibili delle aziende. Ma Greta Thunberg non ci crede

È la giornata degli annunci quella del 3 novembre a COP26. Dopo i leader degli Stati, ieri è stato il turno dei negoziatori impegnati a ragionare sulla finanza climatica, e quindi di tutte le azioni da intraprendere dal punto divista finanziario entro il 2050. I temi in campo sono due: da una parte i fondi da mobilitare – e come – a favore dei paesi più poveri per fronteggiare la crisi climatica; dall’altro le azioni che i privati introdurranno nell’immediato e a lunga scadenza per rendere reale il concetto di Finanza climatica.

Quanto denaro per i paesi poveri?

«Serve almeno un trilione (mille miliardi) di dollari all’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo». È stato chiaro l’economista Mark Carney, inviato speciale dell’ONU per il clima. Carney è stato capace di creare una coalizione finanziaria di 450 società di 45 paesi con un patrimonio pari a 130mila miliardi di dollari di capitale e che hanno annunciato (lo dicevamo che quella di ieri è stata  la giornata degli annunci) che contribuiranno alla transizione energetica per un totale di 100mila miliardi nei prossimi 30 anni. Questi soldi serviranno per raggiungere l’obiettivo NetZero, che consiste nel ridurre completamente entro il 2050 le emissioni indirette di carbonio (dalla produzione di energia tramite elettricità, vapore ecc., agli spostamenti casa-lavoro o per viaggi d’affari, gestione rifiuti, utilizzo di prodotti ecc.): lo strumento per raggiungere questo obiettivo sarà la Glasgow Financial Alliance for net zero (Gfanz). Il vantaggio di questa operazione è assicurato: «Gli investimenti verdi possono portare un aumento del Pil globale del 2%», ha detto Carney.

Verso un piano di decarbonizzazione chiaro per ogni azienda

Un altro annuncio lo ha fatto il Ministro delle finanze britannico Rishi Sunak: la Borsa di Londra sarà la prima piazza finanziaria a emissioni nette zero. Sunak ha anche annunciato che le maggiori aziende che controllano quasi la metà delle finanze mondiali si conformeranno agli accordi sul Clima di Parigi e che sarà resa obbligatoria per ogni azienda la pubblicazione di un piano chiaro di come raggiungere la decarbonizzazione. E non contento di questi annunci, il Cancelliere dello Scacchiere ha annunciato lo stanziamento di cento milioni di sterline per aiutare i paesi più poveri e un nuovo meccanismo europeo per l’emissione di obbligazioni verdi.

Aziende più sostenibili

Altro annuncio importante. Gli amministratori della fondazione IFRS – International Financial Reporting Standards, che cura la governance e il monitoraggio degli standard di sostenibilità, ha annunciato l’istituzione dell’International Sustainability Standards Board (ISSB). L’organismo avrà il compito di definire una linea veramente globale degli standard di sostenibilità per i mercati finanziari mondiali, con un percorso verso la sua adozione in 140 Paesi.

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L’International Sustainability Standards Board (ISSB) definirà una linea unica degli standard di sostenibilità per i mercati finanziari mondiali

La grande  novità sta nel fatto che  un’istituzione della portata di IFRS – che finora ha gestito i principi contabili internazionali, ossia non si è mai occupata di sostenibilità ma “semplicemente” delle regole con cui si scrivono i bilanci che sono applicate globalmente (eccetto che negli Stati Uniti dove hanno un loro organo chiamato FASB) – ha deciso finalmente di entrare in campo per quanto riguarda la contabilità della sostenibilità – in altre parole per dare le regole di come lo sviluppo sostenibile possa trovare il proprio posto nel conto economico e stato patrimoniale delle aziende.

Gli addetti ai lavori definiscono questo passo un cambiamento epocale, una giornata storica per il reporting aziendale, che metterà fine alla miriade di interpretazioni di sostenibilità aziendale. L’istituto collaborerà con altri organismi internazionali per fornire informazioni complete in tema di finanza verde agli investitori e agli altri fornitori di capitale.

Banche più verdi

Ancora annunci. Frank Elderson, presidente del Network for Greenings the Financial System -NGFS – e membro del comitato esecutivo della BCE, ha appena annunciato che oggi l’adesione delle banche centrali e delle autorità di vigilanza all’organismo da lui guidato ha raggiunto il significativo traguardo di quota 100. L’NGFS è un raggruppamento di banche centrali e supervisori finanziari che si sono posti l’obiettivo di accelerare la transizione verso la finanza verde. Ultimo annuncio a fine giornata.

Venti paesi si impegnano a non finanziare più gli investimenti fossili.

“É Greenwashing”, la risposta di Greta

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Venerdì e sabato attese in tutto il mondo le manifestazioni promosse da Greta Thunberg e FidaysForFuture

Caustica la reazione di Greta Thunberg, l’attivista “anima” di FridaysForFuture, di fronte alle decisioni prese da banche e finanza nella terza giornata di COP26. “Sono felice di annunciare che ho deciso di andare a zero emissioni nette su parolacce e parlar male. Nel caso dovessi dire qualcosa di inappropriato, mi impegno a compensarlo dicendo qualcosa di carino”, ha twittato. E nel pomeriggio ha messo da parte le battute per attaccare le compensazioni di carbonio, su cui le imprese mostrano di voler scommettere. Dopo aver interrotto una riunione insieme ad altri attivisti, ha prima attaccato i partecipanti accusandoli di greenwashing e di sostenere progetti che danneggiano le comunità locali, quindi lo stesso Mark Carney e la task force da lui guidata incaricata di aumentare il mercato dei programmi volontari di riduzione di CO2.   “Greenwash Alert! -ha continuato a twittare – L’industria dei combustibili fossili e le banche sono fra i più grandi ‘cattivi’ del clima. Ora Shell, Bp e StanChart sono qui a Glasgow cercando di aumentare le compensazioni e dare agli inquinatori un pass per continuare a inquinare. Il loro piano può cancellare l’obiettivo di 1,5 gradi”.

La giovane attivista svedese promette battaglia per venerdì e sabato, quando guiderà le manifestazioni dei giovani venuti da tutto il mondo per fare conoscere il loro punto di vista. “Perché i veri leader siamo noi”, ha detto Greta.

 

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