
Nuova energia dall’impianto di Modugno che produrrà biocarburante rinnovabile da immettere nella rete gas nazionale
E’ il biometano la nuova frontiera dei carburanti. Un prodotto che ha dalla sua il fatto di generare energia pulita, sostenibile e rinnovabile dai fertilizzanti organici. E che vede la luce in Puglia in un impianto che produrrà biocarburante capace di rifornire fino a 600 auto al giorno oppure, con un utilizzo diverso, a soddisfare il fabbisogno annuale di 2000 famiglie, per un risparmio di 1800 tonnellate di petrolio equivalente l’anno.
Accade a Modugno, alle porte di Bari, dove Tersan Puglia ha inaugurato ieri il nuovo impianto di biometano da frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu). A tagliare il nastro, Leonardo Delle Foglie, amministratore delegato di Tersan Puglia spa, insieme al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al rettore dell’Università degli Studi di Bari Stefano Bronzini e al Chairman di Snam4Environment, Cristian Acquistapace.
L’impianto e le innovazioni tecnologiche
Il primo impianto di questo genere in Puglia nasce nel 2016 con un progetto costato 18 milioni e due anni di lavori, e si aggiunge al preesistente stabilimento di compostaggio aerobico. Il biometano prodotto sarà immesso direttamente nella rete nazionale del gas Snam e, in futuro verrà utilizzato per alimentare il parco macchine Tersan e i veicoli attraverso una stazione di rifornimento.

L’impianto, che tratta 100mila tonnellate all’anno di rifiuti organici provenienti dalla raccolta della provincia di Bari, produce attualmente circa 30mila tonnellate annue di biofertilizzante. Con l’entrata in funzione del biodigestore e l’upgrading dal biogas prodotto al biometano, saranno ottenuti complessivamente 20mila tonnellate anno di compost e un milione 900mila metri cubi anno di biometano raffinato al 99,5 per cento, con una riduzione di emissioni di anidride carbonica in atmosfera stimata in 3mila 700 tonnellate anno.
Le innovazioni
Un primo dato positivo sta nel fatto che il biometano è un biocarburante avanzato che può giocare un ruolo primario nella transizione energetica e verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del cambiamento climatico, in un momento – peraltro – di difficile approvvigionamento delle fonti tradizionali.
Quanto allo specifico dell’impianto Tersan Puglia, l’aspetto innovativo rispetto agli altri impianti di digestione anaerobica, è che vi arriverà solo la parte liquida del processo di trasformazione dei rifiuti organici, raccolta in un digestore della capacità di 3mila metri cubi. La parte più consistente di questi continuerà, invece, a essere sottoposta esclusivamente a trattamento aerobico, che pur se economicamente meno redditizio garantisce la qualità del biofertilizzante finale. In questo modo, infatti, il digestato, privo di sostanza organica e microrganismi vitali, sarà solo una parte residuale della biomassa trattata in compostaggio aerobico.
La produzione di biofertilizzante potrà soddisfare le esigenze di circa 7mila ettari di terreni votandoli un’agricoltura sostenibile e rigenerativa, mentre il biometano prodotto può venire incontro alle esigenze annuali di 2mila famiglie o all’alimentazione giornaliera di 600 auto per un totale di 12 milioni di km all’anno.
Sud in ritardo ma Puglia all’avanguardia
Il Sud sconta un grave ritardo nell’innovazione tecnologica in un’ottica di economia circolare ma il caso Tersan testimonia la possibilità di avviare un cambiamento significativo. Il Mezzogiorno tutto, fin ora, restituisce una fotografia impietosa della capacità di gestione del ciclo dei rifiuti, anche dal punto di vista dell’esiguo numero di impianti operanti nel recupero e riciclo e ancor meno nella trasformazione in energia. Secondo Utilitalia con gli obiettivi posti al 2035 di riciclo effettivo del 65 per cento e ricorso alla discarica inferiore al 10 per cento, il fabbisogno aggiuntivo di trattamento dei rifiuti organici al Sud è di circa 2milioni di tonnellate. Secondo il Fise per riuscire a trattare queste quantità bisognerà dotarsi di almeno 20-25 nuovi impianti.
In questo scenario la Puglia presenta una capacità autorizzata (teorica) in realtà sufficiente alla produzione di rifiuti organici in essere e stimata al 2025, pari a circa 550mila tonnellate anno. Tuttavia gli impianti effettivamente attivi non riescono ancora a coprire l’intero fabbisogno regionale, con conseguenti viaggi dei rifiuti verso il Nord Italia. Sono invece assenti impianti in grado di sfruttare questi rifiuti per produrre biocarburanti o energia elettrica. Nell’intero Mezzogiorno fin ora sono stati realizzati e sono in funzione solo due impianti di produzione di biometano da forsu, uno in Calabria (Rende) e uno in Molise (Guglionesi).
Emiliano: “Il Governo riconosca ai pugliesi il differenziale di prezzo sull’energia”
«Il rifiuto non è una minaccia ma una risorsa. I sindaci hanno paura degli impianti di compostaggio perché puzzano – ha detto il Presidente Emiliano a margine dell’inaugurazione dell’impianto – ma non si rendono conto che il trattamento del rifiuto organico salvaguarda l’ambiente perché non inquina, e porta nelle casse dei comuni il denaro di chi va a smaltire i rifiuti. In Puglia poi siamo un passo avanti se pensiamo all’innovazione di uno stabilimento come Tersan, che col concorso della Regione è riuscito a trattare ulteriormente il compost per ricavarne biocarburante. La Puglia è la regione che produce più energia da fonti rinnovabili e che ha posto in primo piano il tema della decarbonizzazione. Speriamo che il Governo venga incontro sostenendo queste sperimentazioni, dando ai pugliesi che producono energia quel differenziale di prezzo sull’energia stessa che ci consente di trasformare questo sacrificio in elemento di attrazione degli investimenti».
«Il biometano – dichiara Cristian Acquistapace, Vice President Environment & Efficiency di Snam e Chairman di Snam4Environment – esprime pienamente il concetto di economia circolare, consentendo la valorizzazione dei rifiuti e degli scarti agricoli in sinergia con l’intera filiera e dando un contributo alla crescita sostenibile dei territori. Inoltre può aiutarci ad aumentare la produzione nazionale di energia rinnovabile, riducendo la nostra dipendenza dall’estero. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attribuisce un ruolo essenziale al biometano nella transizione ecologica del nostro Paese, con un potenziale di produzione fino al 10% del fabbisogno nazionale di gas al 2030. Snam4Environment è pronta a fare la propria parte per contribuire allo sviluppo del settore e alla creazione di una filiera italiana».