Pietramontecorvino, sui Monti Dauni, candidato ad ospitare la sede del Laboratorio.«A Pietramontecorvino abbiamo un vasto campionario di tipologie di frane – spiega Michela De Salvia, geologa e project manager della Daunia – il nostro intento è verificare la stabilità dei versanti, analizzare e campionare le tipologie di frane ed individuare dei prototipi di intervento da adottare in casi analoghi». Successivamente, sia le valutazioni che le soluzioni d’intervento individuate saranno sottoposte all’Autorità di Bacino della Puglia che, nel progetto, riveste il ruolo di ‘Observer’. «Per quanto riguarda il fenomeno del dissesto idrogeologico – continua la geologa De Salvia – sono stati individuati due comuni del Foggiano, che ricadono su due versanti opposti a livello geografico: da una parte Pietramontecorvino, che si pone “a raggiera” sugli altri centri del Subappennino; dall’altra Lesina, punto di riferimento per i comuni di Chieuti, Lesina Marina, Serracapriola e Isole Tremiti».
«A Pietramontecorvino – contina – il problema del dissesto idrogeologico riguarda tutto il territorio comunale: lo stiamo affrontando da anni. Pietra, infatti, come geologia, complessità e stabilità dei versanti è uno dei territori più difficili. Originariamente era costituito da collinette e depressioni; poi problemi geotecnici piuttosto seri sono derivati dal forte intervento antropico che ne ha modificato la morfologia originaria». Il Comune di Pietramontecorvino, infatti, ha dovuto avviare, negli ultimi anni, una profonda opera di riassetto idrogeologico del territorio, con interventi per la prevenzione e la mitigazione del rischio che hanno interessato il torrente Triolo, a valle del paese, e la sistemazione dei collettori fognari, mentre altre azioni, per 1.400.000 euro, riguarderanno a breve alcuni tratti della provinciale e la risistemazione delle strade cittadine. «Il programma triennale delle opere pubbliche sta assicurando continuità e coerenza a quanto realizzato nei primi anni di amministrazione, dando priorità alle questioni attinenti il dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza dei versanti collinari e l’implementazione di servizi più efficienti», puntualizza in una nota stampa il Comune, sottolineando che «la riqualificazione del torrente Triolo è funzionale alla realizzazione, nella stessa area, di un parco fluviale capace di valorizzare le peculiarità del patrimonio faunistico e floreale della zona». Il progetto del Laboratorio delle frane, quindi, da gennaio sarà sul tavolo della commissione europea, che lo valuterà sul piano della valenza scientifica tra gli altri 800 progetti presentati, per effettuarne una prima selezione.