
In Perù l’affascinante Montagna dai Sette Colori attira ogni giorno tantissimi turisti. Salvaguardare questo panorama è un dovere che presenta certe complessità.
Montagna dai Sette Colori: meraviglia naturale di recente scoperta – circa quarant’anni, in seguito allo scioglimento delle nevi – e Patrimonio dell’Umanità dal 2010 ed è anche conosciuta come Montagna Arcobaleno. Sorge in Perù e nella lingua madre è nota col nome “Vinicunca”, per un’altezza che raggiunge fio a 5100 metri. Questa caratteristica bellezza paesaggistica non è un unicum, in quanto si possono ammirare altre distese colorate in Argentina, Cina o nelle Mauritius
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Montagna dai Sette Colori: armonia di colori
Nulla di artefatto. Niente realizzato a tavolino. C’è solo la mano artistica di Madre Natura, che dalla sua tavolozza ha preso ora un colore, ora un altro, e li ha spennellati con sapiente bellezza.
La scoperta – come detto – è assai recente (con lo “zampino” del riscaldamento globale), ma la sua formazione ha origini molto più lontane: ferro, ematite, zolfo, dolomite e rame si sono sedimentate da milioni di anni.
Tutto molto bello.
Un paesaggio suggestivo, mozzafiato, di quelli che non si vedono alle nostre latitudini e che ha generato un flusso turistico molto importante.
Forse troppo per le comunità locali che si sono trovate a dover gestire quasi mille turisti giornalieri.
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Montagna dai Sette Colori: preservare il paesaggio
Parafrasando un ormai celebre frase cinematografica, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, allo stesso modo una bellezza naturale così incantevole abbisogna di una organizzazione all’altezza, che porti a preservare la natura, la fauna ed anche le comunità indigene dal passaggio, dal massiccio e non sempre controllato, dei visitatori.

Sono stati creati sentieri e itinerari per escursioni o semplici passeggiate con guide specializzate, a fronte di un pagamento di un pedaggio iniziale e con aree di sosta, luoghi di ristoro e negozietti con prodotti locali.
In poche e semplici parole, si è andati di fatto a snaturare l’ambiente immacolato della Montagna dai Sette Colori.
La mano dell’uomo ha affiancato quella di Madre Natura.
Ai colori naturali si sono aggiunti i detriti plastici e di carta, l’erosione di alcuni tratti dovuto al continuo transito umano, la trasformazione di alcune aree naturali in parcheggi.
Nonostante le parole del Presidente peruviano Vizcarra sul ruolo fondamentale istituzionale nella tutela del paesaggio naturale della Montagna Vinicunca, una certa impreparazione della comunità di Pitumarca – che ne gestisce l’area – mista alla voluttà di monetizzare tanto e subito hanno destato qualche preoccupazione sul futuro della Montagna dai Sette Colori.
Come anche la concessione – fortunatamente revocata in un secondo momento grazie agli attivisti locali – di effettuare alcune attività di estrazione mineraria.
Il confine tra vivere un’esperienza naturale di grande fascino e rischiare di contribuire a comprometterlo è assai labile.
La Montagna dai Sette Colori vive in equilibrio su questo filo sottile, con l’auspicio di poterne godere ancora a lungo la sua magnificenza.