Iren, all’ex Ilva il tecnopolimero che abbatte del 30% le emissioni

Il tecnopolimero Bluair brevettato dal Gruppo Iren sarà a fianco delle Acciaierie d’Italia per la riduzione del carbone

 

L’economia circolare entra negli stabilimenti Acciaierie d’Italia. Il Gruppo Iren (una holding con sede a Reggio Emilia) ha siglato con Acciaierie d’Italia un accordo di lungo periodo per fornire all’impianto di Taranto (ex Ilva) 50mila tonnellate all’anno di un tecnopolimero derivato dalla lavorazione meccanica dei rifiuti in plastica che permette la sostituzione parziale negli altiforni del polverino di carbone abbattendo del 30% le emissioni di CO2.

Un esempio virtuoso e significativo

Il polimero Blueair

Il polimero in oggetto si chiama Bluair® ed è un esempio virtuoso di innovazione applicata all’economia circolare. Le plastiche che non si possono riciclare vengono convertite nel polimero Bluair®, una materia prima seconda circolare brevettata che può essere utilizzata in sostituzione del carbone nel settore siderurgico. Grazie a un processo innovativo le plastiche miste non vengono più disperse ma selezionate, trattate e trasformate in materia prima per il settore siderurgico: il polimero Bluair®.
Da una parte si valorizza un rifiuto altrimenti destinato alla discarica e dall’altra si rendono più sostenibili filiere produttive fondamentali per l’economia del Paese. Il polimero prodotto rappresenta una parte significativa delle soluzioni che porteranno alla decarbonizzazione dell’acciaio italiano, contribuendo a ridurre la dipendenza per le importazioni di carbone. Attualmente è l’unica soluzione immediatamente disponibile.

Come Blueair potrà aiutare l’ex Ilva

La trasformazione della plastica in polimeri in uno degli stabilimenti del Gruppo Iren

L’impiego di Bluair all’ex Ilva ha molti vantaggi: oltre ad essere impiegato in sostituzione del carbone e dei suoi derivati, questo tecnopolimero aumenta il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica con risparmi sulla plastic tax europea che l’Italia deve pagare all’Ue sulle quantità non riciclate (pari a circa 800 euro a tonnellata), riduce le emissioni di CO2 consentendo risparmi sui certificati di compensazione ambientale Ets.

Attualmente Bluair è prodotto negli stabilimenti di San Giorgio di Nogaro (Udine) e di Rovigo. A questi impianti si aggiungerà quello in via di costruzione a Scarlino (Grosseto) che dovrebbe essere operativo all’inizio del 2025, permettendo così il raddoppio della capacità produttiva del gruppo.

Usato da molti anni nell’altoforno Voestalpine di Linz in partnership con Corepla, il consorzio italiano per il recupero e il riciclo degli imballaggi in plastica, Bluair è stato poi adattato all’utilizzo nelle acciaierie ad arco elettrico che fondono il rottame, europee e italiane.
Ora si chiude il cerchio, con l’accordo per rifornire l’acciaieria di Taranto, di tipo tradizionale come Voestalpine: una lavorazione che richiede maggiori quantità di questo additivo. Sperando sempre in un futuro più green per la città di Taranto e i suoi abitanti.

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