Inquinamento degli oceani: la mission di One Ocean Fundation

Obiettivo primario: scongiurare l’ inquinamento degli oceani a causa dell’invasione della plastica. Solo nel Mediterraneo ci sono 1,2 milioni di microframmenti per chilometro quadrato. In totale gli oceani ospitano circa 300 mila tonnellate di plastica

Salvare l’ oceano mare per salvare tutta la Terra. Scongiurare l’inquinamento degli oceani per l’invasione celle plastiche. Questa la mission  che guida  One Ocean Fundation presentata giorni fa a Milano. Solo 4 mesi fa era partito sempre a Milano  One Ocean Forum dove si sono focalizzate le criticità che stanno vivendo mari e oceani; ora con la fondazione si potranno concretizzare  i progetti a tutela dei mari.

Microplastiche killer dei mari

One Ocean Foundation, presieduta dalla Principessa Zahra Aga Khan,  è nata per  volontà dello YCCS  (Yacht Club Costa Smeralda). La promozione della “Blue Economy” è obiettivo primario, che si può raggiungere con la diffusione della cultura e  della conoscenza dei mari a livello globale, attraverso la scienza, lo sport, le imprese, le organizzazioni non governative.

«Il Mondo vuole salvare il mare e noi vogliamo fare la nostra parte», ha detto la Pricipessa Zahra Aga Khan. Cosa che sta riuscendo molto bene, dal momento che One Ocean Fundation ha coinvolto numerosi imprenditori nella battaglia a difesa dell’oceano sempre più a rischio.

In effetti la situazione è drammatica. L’inquinamento degli oceani è in continua crescita e la presenza della plastica è sempre più invadente.  Le acque marine ormai sono invase da  circa 300mila tonnellate di plastiche,  la maggior parte galleggianti: si contano oltre 500 miliardi di  pezzi in giro per il mondo. Il pericolo arriva anche dalle microplastiche ovvero frammenti dal diametro inferiore a 5mm, che finiscono, attraverso la catena alimentare, in bocca ai pesci che arrivano poi sulle nostre tavole. Percorso inquietante che non promette niente di buono.

La Charta Smeralda contro l’ inquinamento degli oceani

Nel Mare Nostrum  si contano 1,2 milioni di microplastiche per chilometro quadrato, più delle stelle della nostra galassia. La preoccupazione per la sofferenza dei mari ha spinto  One Ocean Fundation a stilare  la Charta Smeralda, un codice etico e comportamentale che definisce e fissa i paradigmi per la tutela dell’ambiente marino e  che è rivolta alle persone che amano il mare e lo solcano per piacere o per lavoro, organizzazioni che promuovono e sostengono le attività marittime, come yacht club, marina, comunità costiere.  Charta Smeralda è stata firmata dai presidenti di 50 yacht club e associazioni veliche importanti.

LEGGI ANCHE: Mare inquinato, Sky e l’Aga Khan provano a salvarlo

Quali sono i principi etici e gli intenti concreti su cui si basa? Prevenire l’inquinamento costiero e marittimo; preservare le risorse idriche; ridurre il consumo energetico, l’impronta di carbonio e adottare energie rinnovabili; eliminare la plastica usa e getta; proteggere e bonificare il mare; sostenere la comunità scientifica; educare  e coinvolgere le nuove generazioni a rispettare il mare; promuovere e diffondere la Charta Smeralda.

Non finisce qui l’impegno di One Ocean Fundation. E’ stata anche presentata  una Roadmap di attività finalizzate a conseguire obiettivi concreti che saranno al centro del prossimo Forum. «In una prospettiva divulgativa e sinergica, nel nome degli oceani e dell’inquinamento che li affligge – ha spiegato Riccardo Bonadeo, vicepresidente della Fondazione – One Ocean Foundation intende infatti attivare tutti i player coinvolti attraverso un’agenda di eventi che spaziano dallo sport al lifestyle, dall’attenzione per i più giovani al dibattito scientifico».

Azioni internazionali contro l’inquinamento degli oceani

one ocean fundation inquinamento degli oceani
I partner e i sottoscrittori di One Ocean Fundation. Al centro la presidentessa, Principessa Zahra Aga Khan

L’attenzione internazionale  per il tema Mare  è alta e in crescita, e vede al lavoro enti governativi e non, pubblici e privati, che insieme stanno dando vita a un vero e proprio movimento. Lo scorso dicembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il prossimo piano (2021-2030) per la Decade of Ocean Science for Sustainable Development che già da questa primavera vedrà al lavoro la squadra della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO. L’obiettivo 2030 comprende l’amplificazione della conoscenza del sistema oceanico, ma soprattutto punta a rendere disponibili dati e informazioni rilevanti per la politica e i governi, e a far comprendere il ruolo centrale dell’oceano per lo sviluppo sostenibile.

In concreto la Commissione Europea dal gennaio scorso ha messo al bando gli imballaggi in plastica non riciclabili, ha imposto la riduzione dell’utilizzo di sacchetti di plastica e la limitazione dell’uso internazionale delle microplastiche. In Italia, in particolare, si è deciso di vietare la produzione e la commercializzazione di cotton fioc non biodegradabili dal 2019 e l’anno successivo il divieto sarà esteso ai cosmetici contenenti microplastiche. Perfino la Regina Elisabetta di Inghilterra si è impegnata a ridurre significativamente nelle residenze reali l’uso di bottiglie di plastica a beneficio del  vetro e alternative biodegradabili. Un gesto che si inserisce in un piano governativo più ampio varato dallo stesso Regno Unito, volto ad eliminare completamente i rifiuti di plastica entro il 2042 per proteggere il pianeta.

Ricordiamo infine che la Charta Smeralda,  si può sottoscrivere online sul sito www.1ocean.org

Buon vento a One Ocean Fundation.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articoli correlati