
Le tartarughe marine sono protette da una rete di centri di recupero. I più importanti sono lungo l’Adriatico. Il primato di Torre Guaceto
Le tartarughe marine sono protette da una rete di centri di recupero attivi fra Adriatico e Mediterraneo. Secondo la Fondazione Cetacea Onlus, le specie di tartarughe marine presenti nell’alto Adriatico sono Caretta Caretta, Dermochelys, detta liuto, e Chelonia Mydas, detta verde. Inoltre, il progetto NetCet ha messo in evidenza che circa 45 mila tartarughe marine risiedono nell’Adriatico. Le tartarughe marine sono vittime di catture, spiaggiamenti, impatti con imbarcazioni oppure in gestione e costrizione ed indicatori biologici delle condizioni di salute del mare. La rassegna dei centri di recupero delle tartarughe marine, curata da Ambient&Ambienti, è breve e rappresentativa
Tartarughe marine, uno dei più importanti centri di recupero è attivo nell’alto Adriatico
Uno dei più importanti centri di recupero delle tartarughe marine in Italia, gestito dalla Fondazione Cetacea, si trova a Riccione ed è attivo nell’alto Adriatico. Il Piano di azione nazionale del Ministero dell’Ambiente lo ha riconosciuto Centro di coordinamento regionale della rete di conservazione delle tartarughe marine delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna. Dal 1986 sono state curate e restituite al mare oltre 600 tartarughe marine con una media in crescita di circa 80 specie l’anno. Il centro cura in maniera gratuita le tartarughe marine giunte attraverso segnalazioni dei pescatori e capitanerie di porto. Le cure delle tartarughe marine sono interamente sostenute dal progetto “Adotta una tartaruga”. Dopo visite e terapie, le tartarughe marine sono rilasciate in mare. Il prossimo ritorno in mare della prima tartaruga della stagione sarà l’11 aprile sulla spiaggia di fronte al Centro di recupero. La Fondazione Cetacea, inoltre, raccoglie informazioni sulla salute del mare dalle tartarughe spiaggiate già morte.
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Tartarughe marine, il centro di recupero di Torre Guaceto è attivo nel basso Adriatico
Il centro di recupero delle tartarughe marine “Luigi Cantoro” di Torre Guaceto, in Puglia, invece, è attivo nel basso Adriatico. Una visita a questo centro offre la possibilità di conoscere la storia degli animali ospiti della struttura, le cause del loro malessere, riconducibili all’inquinamento del mare, pesca accidentale o ferimento in acqua, e gli interventi di cura e riabilitazione.
Tartarughe marine, a Portici il centro ricerche, conservazione e didattica sugli ecosistemi marini del Mediterraneo
Il Centro ricerche tartarughe marine di Portici, invece, è un luogo dove è possibile fare ricerca, conservazione e didattica sugli ecosistemi marini del Mediterraneo. Si tratta di un polo d’eccellenza per la Campania che offre ai visitatori percorsi didattici multimediali e laboratori dedicati alla cura delle tartarughe marine ed alle analisi ambientali. Gli strumenti per le attività non mancano. Il Centro, infatti, è dotato di laboratori avanzati per le analisi ambientali e biologiche, un ambulatorio con sale chirurgica e radiologica, una ricca esposizione didattica, due sale multimediali e gli spazi per la cura e riabilitazione delle tartarughe marine ferite.
Tartarughe marine, un itinerario per conoscerle meglio

Un itinerario nel centro di Portici permette di conoscere i modelli delle tartarughe marine del Mediterraneo in dimensioni reali e le problematiche della loro conservazione. Poi si passa alle tartarughe marine nelle vasche di riabilitazione. Dopodiché si possono anche approfondire le tematiche sulle tartarughe marine attraverso le ricerche condotte, per esempio, sulle migrazioni delle specie rilasciate dopo la riabilitazione.
Tartarughe marine, campagna per la tutela dei nidi sulle spiagge del Cilento
C’è anche la “Campagna Jairo-Mediterraneo” della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Sea Shepherd Italia per il monitoraggio e tutela dei nidi delle tartarughe sulle spiagge del Cilento. Questa sinergia permetterà di unire le competenze scientifiche per lo studio e la conservazione delle tartarughe marine e monitorare le spiagge del Cilento nel periodo di massima probabilità di nidificazione.