Parchi in Puglia, una fucina per il turismo sostenibile

Parchi nazionali, regionali, aree marine protette in Puglia possono far rinascere un territorio. L’esempio del Parco Dune costiere

I parchi in Puglia crescono. La regione, stretta e lunga, ha tanti microhabitat ideali per gli amanti dell’ecoturismo, che vanno difesi dalla cementificazione selvaggia. La varietà territoriale, la sua geologia, le sue bellezze paesaggistiche sono un forte richiamo per gli investitori e per i turisti di tutto il mondo. I parchi in Puglia sono, e potrebbero esserlo ancora di più, volano per tutta l’economia del territorio.

Le comunità agricole che circondano i parchi in Puglia, poi, sono perfettamente integrate con la natura tanto da creare un equilibrio incredibile tra storia, ambiente, economia e società. Questo è un bene per il prodotto interno lordo regionale che crea benessere e lavoro alla comunità.

Per capire meglio il connubio tra la Puglia ed i parchi, abbiamo intervistato l’agronomo Gianfranco Ciola, direttore del parco delle Dune Costiere.

La Puglia ed i suoi parchi, alla scoperta dell’ambiente

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Qual è la situazione dei parchi pugliesi? C’è una rete? Come funziona?

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Gianfranco Ciola, direttore del parco regionale delle Dune costiere: « I parchi non devono diventare autoreferenziali»

«In Puglia ci sono 2 parchi nazionali, 3 aree marine protette regionali, e 15 parchi regionali. Istituiti dalla Regione Puglia, molti di questi parchi regionali ricadono all’interno di singoli Comuni. Al momento sono 2 quelli retti da consorzi di Comuni e sono quello di Otranto Santa Maria di Leuca, composto da oltre 10 Comuni, e quello delle Dune Costiere, che è composto da 2 Comuni, Fasano ed Ostuni, più la Provincia di Brindisi. Poi c’è il nascente parco dell’Ofanto, che segue tutto il percorso del fiume in Puglia».

C’è un coordinamento tra tutti questi parchi pugliesi?

«C’è una Federparchi nazionale che è un organismo associativo di tutti i parchi italiani, nazionali, regionali ed aree marine protette. A livello regionale c’è una sorta di coordinamento con Federparchi Puglia. Il rappresentante di Federparchi Puglia è l’on. Enzo Lavarra, che è anche presidente del Parco delle Dune Costiere».

Parchi in Puglia, problematiche e sostentamento

Ma questi parchi, come si sostengono?

«Per legge, i parchi nazionali, comprese le aree marine protette, vivono di trasferimenti ministeriali. I parchi regionali, invece, ricevono un piccolo contributo regionale che negli ultimi anni è passato da circa 7mila euro a 18mila euro lo scorso anno. Quest’anno, al termine di una complessa attività di pressione da parte di Federparchi Puglia nei confronti della Regione, il budget è stato di 55mila euro a parco. Con questo contributo si riesce a fare il minimo indispensabile. Non possiamo con queste risorse individuare una figura oppure uno staff tecnico che possa curare la governance del parco per 365 giorni l’anno».

Quante persone oggi lavorano nei parchi pugliesi?

«È difficile dirlo. I parchi nazionali hanno una struttura organica da dipendenti di pubblica amministrazione. Per esempio, il Parco Nazionale del Gargano ha 22 dipendenti, il Parco dell’Alta Murgia ha circa 10/15 unità. Quelli regionali, invece, si lavora con i Comuni competenti e con gli enti a contratti annuali, a termine o part-time, anche per figure come direttore».

E la manutenzione, chi la gestisce, chi la effettua?

«È fatta tramite piccole convenzioni a titolo oneroso con l’ARIF (Agenzia Regionale Per Le Attività Irrigue E Forestali, ndr), oppure con ditte specializzate. C’è anche da prevedere un minimo di sorveglianza e monitoraggio ambientale che possiamo fare attraverso piccole convenzioni con associazioni di volontariato di Protezione Civile locali oppure con i Carabinieri Forestali o la Capitaneria di Porto. Solo per la pulizia dei sentieri e la sistemazione della cartellonistica se ne va metà budget».

 I Parchi e le comunità locali

I parchi oggi in Puglia esistono grazie ai tanti residenti nelle aree?

«Sì. Perché un parco viene istituito in una determinata area se viene garantito e salvaguardato l’ambiente ed il territorio. Di questo bisogna darne atto ai produttori, agli agricoltori, ai custodi del territorio. Quindi, bisogna dare legittimità a loro e affiancarli nella promozione all’interno del parco. Devi necessariamente generale alleanze con il territorio».

È in programma l’istituzione di altri parchi in Puglia?

«C’è un’area marina protetta tra Otranto e Santa Maria di Leuca che è in fase di istituzione. Al momento esiste solo il parco che comprende la fascia terrestre. È in programma anche l’ampliamento del Parco delle Dune Costiere, con la scarpata murgiana che si affaccia sulla piana degli ulivi secolari di Cisternino e le spiagge di Rosa Marina di Ostuni e Torre Pozzelle, che è una zona naturale che ha i più grossi boschi di ginepro della Puglia, tra Ostuni e Carovigno».

E la terra di Bari? Il Parco del Barsento?

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Il parco delle Dune Costiere è composto da 2 Comuni, Fasano ed Ostuni, più la Provincia di Brindisi

«È una zona molto ricca di habitat naturali ed agricoli. La conflittualità molto accesa tra i Comuni e con il territorio, soprattutto con il mondo agricolo, ha rallentato i lavori del Barsento. Stesso problema per Lama Giotta, tra Noicattaro e Gioia del Colle fino ad arrivare a mare. Bisogna svolgere un ruolo di pacificazione e nello stesso tempo portare gli agricoltori, gli amministratori ed i residenti a vedere altri parchi sul territorio per vedere i risultati ottenuti. I parchi non devono diventare autoreferenziali, sarebbe la loro morte, ma devono servire per essere modelli di riferimento».

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Parchi in Puglia: economia e turismo

Che giro turistico muovono i parchi pugliesi?

«È difficile fare una stima in termini numerici, però negli ultimi anni, per esempio, nel Parco delle Dune Costiere sono sorti 5 soggetti per gestire la fruizione e la conoscenza del parco, che si sono a loro volta specializzate in svariati servizi  per i turisti. Un parco deve anche fare da startup per la nascita di nuove imprese. Chi lavora con il marchio del parco ha avuto incrementi dal 30% al 50%. Lavorare nella logica della sostenibilità oggi conviene. Se sei sostenibile, sei competitivo. L’innovazione nel mondo delle imprese è la sostenibilità, sia delle produzioni e sia dei servizi, e nel legame con il territorio».

Essendo la Puglia una regione di turismo e di “palazzinari”, come conciliare i parchi?

«Servono dei modelli. Se non si hanno modelli alternativi a cui ispirarsi, il cemento ed il mattone garantiscono redditività. Ma se dimostri che un parco fa impresa innovativa e genera lavoro nel rispetto dell’ambiente, diventa più facile investire nei parchi e mettere da parte il resto. Così avrai vinto la partita».

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