
Uno studio della Commissione europea sostiene che le nuove tecniche di manipolazione genetica siano sicure e necessarie per la Green Deal, ma le associazioni e i cittadini non sono d’accordo
Arrivano i nuovi OGM che piacciono all’Europa. La Commissione europea ha pubblicato il 29 aprile un rapporto che apre la strada ai nuovi OGM per potenziare la strategia Farm to Fork e raggiungere così gli obiettivi previsti dal Green Deal. In pratica, UE intende autorizzare l’editing genetico e le New Breeding Techniques. Per superare lo scoglio dell’attuale regolamento, che viene indebolito dalle nuove tecniche, è necessaria una consultazione pubblica per poter capire come risolvere i passaggi burocratici, facendo un’altra legge ad hoc, oppure frenare ancora una volta l’ingegneria genetica nell’agricoltura.
Secondo lo studio, queste nuove tecniche renderebbero indistinguibili i prodotti da quelli naturali. Ciò sarebbe possibile grazie all’inserimento, nelle cellule delle piante, di sequenze genetiche o proteine, di un transgene della stessa famiglia vegetale o di un transgene che ne alteri alcuni tratti per poi essere eliminato. Un’altra tecnica prevede invece l’innesto su una pianta transgenica di una pianta non transgenica. Secondo i promotori delle NBTs, essendo tecniche estremamente precise e mirate, non si produrrebbero così vegetali OGM ma piante compatibili con quelle naturali. Inoltre, non ci sarebbe il passaggio di nuovo materiale genetico negli organismi riceventi, evento prima inevitabile perché le vecchie tecniche utilizzavano un vettore batterico per trasportare gli enzimi che dovevano modificare il DNA.

Tante associazioni e molti cittadini europei sono già sul piede di guerra. In un comunicato congiunto, le associazioni Acu, Aiab, Altragricoltura Bio, Apab, Ari, Civiltà Contadina, Coord. Zero OGM, Crocevia, Deafal, Egalité, European Consumers, Fairwatch, Federbio, Firab, Greenpeace, Isde, Legambiente, Lipu, Navdanya, Pro Natura, Slow Food, Terra!, Unaapi, WWF Italia, hanno preso una posizione netta contro gli OGM, appellandosi al principio di precauzione e alla protezione dell’ambiente, ponendosi contro gli interessi delle lobby biotech: «Le organizzazioni dei produttori biologici, dell’agricoltura contadina e della società civile esprimono profonda preoccupazione rispetto alla posizione della Commissione europea che si è espressa a favore di una regolamentazione ad hoc per le nuove tecniche di manipolazione genetica (NGT/NBT) per sottrarle alla normativa sugli OGM in essere, aggirando così la sentenza della Corte di Giustizia europea. Dando un sostanziale via libera agli OGM di nuova generazione, la Commissione annuncia la resa di fronte alle pressioni delle industrie dell’agribusiness mettendo in discussione lo stesso principio di precauzione europeo. Si tratta di una grave minaccia per le piccole e medie produzioni locali e, in generale, per tutto il comparto delle produzioni biologiche e di qualità che caratterizzano il Made in Italy».
Una preoccupazione fondata che fa tornare indietro di oltre 20 anni il dibattito sugli OGM. Ora lo studio seguirà l’iter burocratico, ma questa deregolamentazione potrebbe realmente provocare danni incalcolabili all’agricoltura e ai sistemi alimentari dell’intera Unione Europea, devastando il mondo agricolo e mandando sul lastrico quegli agricoltori che, con grande fatica e perseveranza, hanno investito nel biologico e ora stanno raccogliendo i frutti del duro lavoro. Inoltre, queste nuove tecniche farebbero perdere le caratteristiche di sostenibilità alla produzione e all’intera filiera.
Sono queste, tutte questioni oggi di primaria importanza per l’UE.