
Prima della accensione dei termosifoni e per ottimizzarne la resa è meglio fare un check-up del radiatore.
Accensione dei termosifoni: bisogna liberarli da ogni impedimento, installare dei dispositivi di contabilizzazione e monitorare i propri consumi, dormire con le tapparelle e rispettare la propria zona climatica di appartenenza per sapere esattamente da quando è possibile riaccendere i termosifoni.
Il maltempo di questi giorni ha fatto ormai dimenticare in molte parti d’Italia le temperature sopra la media stagionale registrate fino alla prima metà di ottobre. E l’arrivo dell’ora solare rende inevitabile abituarsi all’idea della stagione fredda, per cui pare giunto il momento di rassegnarsi all’evidenza che bisogna accendere i termosifoni, in molte parti d’Italia almeno.
Così da Qundis – uno dei principali player nel settore dei misuratori e dei sistemi per la contabilizzazione del calore – arrivano alcuni suggerimenti per preparare i propri termosifoni alla nuova stagione e, al contempo, veder diminuire i propri costi in bolletta.
Accensione dei termosifoni: rispettare la propria zona climatica di appartenenza

La prima cosa da fare in occasione della accensione dei termosifoni è verificare la propria zona climatica. Infatti nel 1993 è stata introdotta una norma sugli impianti termici degli edifici ai fini del risparmio energetico ma non c’è una data univoca a partire dalla quale è possibile accendere i termosifoni. Il territorio italiano è attualmente suddiviso in sei zone climatiche dalla A(la più calda) alla F (la più fredda), che indicano il clima medio, il fabbisogno termico necessario per mantenere un clima confortevole in casa, e il massimo di ore giornaliere cui è consentita l’accensione degli impianti di riscaldamento.
È indispensabile rispettare queste disposizioni per essere in regola con la riaccensione dei termosifoni: chi vive nelle zone climatiche A e B potrà accedere i termosifoni dall’1 dicembre, chi nella zona climatica C dal 15 novembre, chi nella D dall’1 novembre e chi nella E già dal 15 ottobre; quanto alla zona F (tutto l’arco alpino), non c’è alcuna limitazione. Milano, ad esempio, appartiene alla zona E, una fascia più critica a livello climatico che ha, quindi, meno limitazioni di Roma, che si trova nella fascia D o di Napoli, collocata in fascia C.
Accensione dei termosifoni: fare un check-up del radiatore
Una macchina che torna a lavorare dopo mesi di inattività necessita di attenzioni. La prima cosa da fare, quindi, prima della riaccensione dei termosifoni è un’attività di spurgo: eliminare l’aria presente nei tubi è essenziale per il corretto funzionamento del radiatore. Una volta eliminata l’aria, è poi necessario effettuare una buona pulizia per rimuovere tutto ciò che può essersi depositato sui termosifoni durante la stagione estiva.
Liberare i radiatori da ogni impedimento
I termosifoni sono, a volte, visti come un ostacolo alla realizzazione di un design moderno e vengono nascosti in mille modi affinché diventino un elemento di arredo. Nulla di male, purché il radiatore possa svolgere a pieno il proprio lavoro. I termosifoni non vanno mai coperti in alcun modo. In caso di necessità, mensole sopra i caloriferi o specchi che li nascondono non dovrebbero mai avere una distanza inferiore ai 30 cm.
Installare dei dispositivi di contabilizzazione
Spesso manca la consapevolezza di come viene effettivamente utilizzata l’energia consumata perché mancano le necessarie informazioni. Diventa quindi impossibile implementare delle strategie adeguate di risparmio energetico; per questo è essenziale – e ormai obbligatorio – installare dei dispositivi di contabilizzazione del calore. Se non si disponesse ancora di tali strumenti, è opportuno pianificare i lavori prima della riaccensione dei termosifoni per l’adeguamento a norma.
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Monitorare costantemente i propri consumi

Il monitoraggio del consumo degli impianti è la prima operazione che permette di ottimizzare i consumi stessi. Interventi di automazione e monitoraggio degli impianti – che permettano di misurare, controllare e analizzare l’utilizzo dell’energia – offrono risultati concreti misurabili nel tempo. Il solo monitoraggio di tutti i propri consumi insieme alla tempestiva informazione del consumatore fa diminuire il consumo di calore fino al 30%.
Sfruttare la luce del sole di giorno ma dormire con le tapparelle abbassate
Sembra banale ma è essenziale durante il giorno far entrare la luce del sole in casa, in modo da sfruttarne il calore per scaldare i vari ambienti. Il consiglio è di aprire le finestre per far cambiare aria solo nelle ore più calde della giornata e per un tempo non superiore ai 15 minuti. Al contrario, in serata conviene abbassare le tapparelle per mantenere in casa il calore evitandone la dispersione.
Modificare il proprio comportamento abituale
Spesso è l’utente stesso la causa del proprio male; aprire le finestre a qualsiasi ora del giorno, asciugare i panni sul termosifone, non avere idea dei propri consumi medi mensili sembrano piccolezze, ed invece tenere un comportamento più responsabile e attento agli sprechi può generare da sé un risparmio sul conteggio finale dei costi di riscaldamento pari al 20%. Ovviamente negli edifici di nuova costruzione, il comportamento dell’utente ha un maggiore effetto sul consumo energetico che in edifici di costruzione meno recente poiché la coibentazione e gli impianti di riscaldamento sono molto più efficaci.