Svezia, più recupero, meno tasse

Verdi e socialdemocratici lanciano in Svezia una proposta che premia con sgravi fiscali e riduzione dell’IVA chi sceglie la via del recupero di oggetti di ogni genere. Una linea in sintonia con quanto accade nel resto della penisola scandinava.

Sicuramente la Scandinavia è un terreno molto fertile in fatto di idee, ricerche e sperimentazioni per la causa del rispetto e della sostenibilità ambientale, e se solo poche settimane fa si era lodato il settore privato norvegese nella realizzazione di camion alimentati ad idrogeno , questa volta è lo Stato svedese a prendersi le luci della ribalta per una proposta interessante, apparentemente scontata ma molto efficace, che ha per tema il recupero e il riciclo.
recycling-revolutionPiù ricicli, meno paghi – Il teorema è abbastanza semplice: scegliere la strada del riciclo, aggiustare quello che “sembra” rotto, dare nuova vita a vecchi oggetti. In cambio, riduzioni sulle tasse sia per le piccole aziende, sia per il singolo cittadino. È così che il governo del Paese nordico lancia un (ulteriore) guanto di sfida allo spreco e alla malpractice dell’“usa-e-getta”: dall’abbigliamento ai piccoli mezzi di locomozione – biciclette, motociclette – dagli elettrodomestici agli oggetti hi-tech, senza distinzioni di materiali. Tutto può essere soggetto a recupero.
In realtà, questa, ancora non è legge. È la proposta lanciata dai Verdi e dai Socialdemocratici che verrà vagliata in tempi brevi dal governo: si tratterebbe di sgravi fiscali e riduzione dell’IVA (dal 25 al 12%). Non solo, sarà possibile anche chiedere un parziale rimborso sulle spese sostenute per favorire il riciclo e le riparazioni d’ogni genere. Significherebbe un’ulteriore sterzata a questa svolta green che la Svezia sta portando avanti – in verità con grande profitto – da un trentennio a questa parte.

Una svolta tout court – Affermare che tale proposta di legge sia favorevole solo alla difesa dell’ambiente sarebbe riduttivo, poiché porta in dote significativi vantaggi a 360 gradi. Certamente all’ambiente, prima di tutto, affiancando le norme contro le emissioni con una teoria perfettamente antitetica, in quanto queste vengono combattute e scoraggiate da anni con forti imposte. Sarebbe un ulteriore slancio economico per il Paese: aderire a questa policy di recupero e riciclo vorrebbe dire risparmiare circa 200 milioni l’anno – al netto degli incentivi statali alla sostenibilità – dando contemporaneamente ossigeno alle casse dello Stato e ai portafogli dei cittadini. Sarebbe anche un passo avanti dal punto di vista sociale; la riflessione che si sta portando avanti nel Paese è quella sul riciclo, sul taglio ai consumi e alle emissioni (che modificano il clima), sulla visione di un’economia condivisa.

Per Bolund - Ministro delle Finanze svedese
Per Bolund,  Ministro delle Finanze svedese

Senza dimenticare che il tutto offrirebbe nuovi posti di lavoro, una sempre più ascendente categoria di “esperti” nell’arte delle riparazioni e del riciclo, anche per gli immigrati. Eloquenti le dichiarazioni del Ministro delle Finanze svedese, Per Bolund: «Se non cambiamo gli incentivi economici il cambiamento non arriverà mai».
Si aspetta dunque lo step successivo: portare a ratificazione questa proposta di legge, e possibilmente esportarla in altri contesti. A partire, per esempio, da quello italiano.

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