“Un altro disastro quanto ci costa?” e “Rotte a rischio: decreto subito!”. A due settimane dalla tragedia della Costa Concordia, un gruppo di attivisti di Greenpeace in tute bianche sporche di petrolio protesta oggi a Roma di fronte alla sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli ambientalisti reclamano le misure di sicurezza promesse per evitare altre disgrazie come quella della nave da crociera, nell’area marina protetta. Greenpeace ha consegnato al Ministro Passera una lettera in cui chiede di non perdere altro tempo prezioso e di emanare con urgenza un decreto.
“Da tempo chiediamo al governo limiti alla navigazione in zone critiche, come il Santuario dei Cetacei, che avrebbero potuto evitare questa tragedia – afferma Gorgia Monti, responsabile della Campagna mare di Greenpeace Italia -. L’Italia è già in ritardo di dieci anni e ulteriori rinvii sono inammissibili”.
Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha promesso, una settimana fa, un decreto per regolare le rotte più pericolose. Adesso tocca al Ministro Passera assumersi le proprie responsabilità e tutelare la sicurezza dei trasporti, la salute pubblica e l’ambiente, con “una regolamentazione precisa e vincolante del traffico marittimo nelle aree sensibili, a partire dal mare del Santuario dei Cetacei dove si è verificato il naufragio della Concordia, non è rinviabile”, conclude Monti.