“Geoparco dell’Alta Murgia? Assolutamente sì”

L’inghiottitoio di Faraualla, tra le grotte più profonde dell’Italia meridionale. Il suggestivo scenario dai colori surreali delle cave di bauxite a Spinazzola. Il complesso carsico in località Lamalunga, dove peraltro è stato rinvenuto uno scheletro umano unico in Italia, risalente a 250mila anni fa, che sembra porsi tra l’Homo erectus e l’Uomo di Neandhertal. Per non parlare della “Valle dei Dinosauri” di Altamura, il giacimento paleontologico risalente a circa 70 milioni di anni fa, che con le sue 30mila orme appartenenti a cinque specie diverse di dinosauri è stato definito il sito più ricco e importante d’Europa e forse del mondo. Tutto questo e ancora dell’altro ritroviamo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Ma allora, i requisiti per proporne la candidatura a Geoparco ci sarebbero tutti? Lo chiediamo al Presidente del Parco, Cesare Veronico.

«Assolutamente si. Proprio stando alla definizione fornita dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale al cui Dipartimento Difesa della Natura è affidata la raccolta delle informazioni relative ai geositi italiani ndr), il territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia ben si presterebbe alla candidatura a Geoparco data la presenza di numerosi siti geologici di notevole importanza. Il nostro Ente, con il Piano per il Parco attualmente in fase di adozione da parte della Regione, sta proponendo una strategia di conservazione e valorizzazione delle risorse che trae forza dalla sostenibilità delle azioni da porre in essere. Inoltre, la particolare natura geologica del territorio dell’Alta Murgia fa del Parco un prezioso giacimento di beni paleontologici di grande interesse scientifico che potrebbe essere oggetto di campagne di studi e ricerca molto significativi, tale da candidarlo a centro di rilevanza internazionale per il turismo culturale di ampi target di visitatori; parlo di scuole e di famiglie oltre che di ricercatori».

E quindi?

«Stiamo mettendo a punto una proposta, anche se al momento non è stato avviato ufficialmente alcun iter da parte di questo Ente così come previsto dall’ISPRA. Tra i progetti speciali, cioè tra gli interventi che rivestono carattere strategico, è annoverato quello relativo alla valorizzazione del museo e valle dei dinosauri in Altamura».

Parliamo quindi di cava Pontrelli. Associazioni, ambientaliste e non, hanno lanciato il grido di allarme sul degrado del sito. Cosa è stato fatto a 12 anni dall’emanazione del decreto di vincolo archeologico sul sito di Altamura (D.M. 24/11/2000)?

«Cava Pontrelli rappresenta un caso d’interesse mondiale per la quantità delle impronte in esso presenti e per lo stato di conservazione. Non è possibile nemmeno immaginare che ciò che è stato preservato per milioni di anni possa essere distrutto o irreparabilmente danneggiato a causa dell’incuria degli uomini. Una delle mie prime iniziative successive alla nomina a presidente del Parco, è stata quella di cercare di individuare, con la struttura dell’Ente, una soluzione per uscire da una situazione di stallo che rischia di arrecare danni inestimabili a un patrimonio mondiale. Nello scorso maggio ho scritto una lettera pubblica ai proprietari del sito invitandoli a cercare un dialogo con l’unico scopo di mettere in sicurezza le orme, nell’attesa che gli organi competenti decidano il destino del sito. Abbiamo immediatamente ottenuto risposta e abbiamo sottoposto all’attenzione della proprietà una proposta di convenzione al fine di salvaguardare un bene comune, di metterlo in sicurezza e di renderlo disponibile e fruibile per i cittadini. Siamo in attesa di una risposta. Quanto al ruolo delle associazioni, in questi anni, è stato assai importante per tenere vivo il dibattito e per ribadire a ciascuna delle parti in causa le proprie responsabilità. Il lungo contenzioso tra proprietari, soprintendenza e Regione Puglia si protrae da 12 anni con alterne vicende. Gli sviluppi più recenti si riferiscono a una nota ufficiale della Regione Puglia, il cui assessore al Territorio, Angela Barbanente, ha sollecitato nello scorso aprile il nuovo sovrintendente per i beni archeologici della Puglia, Luigi La Rocca, affinché il procedimento di espropriazione della cava dei Dinosauri e delle aree ad essa prospicienti possa concretizzarsi in tempi brevi. La mia speranza è che questo luogo possa essere reso al più presto fruibile dai ricercatori, dagli appassionati di tutto il mondo ma soprattutto da quel pubblico – e faccio riferimento soprattutto ai ragazzi – che resterebbe incantato di fronte a questo incredibile spettacolo offerto dalla natura e dal nostro territorio».

Torniamo alla prospettiva prettamente geologica

«La natura carsica dell’Alta Murgia si manifesta compiutamente nell’affiorare della roccia calcarea erosa e corrosa dall’acqua, quella caratteristica impressione di una diffusa aridità. Lo sguardo non può che rimanere attratto dalle pietraie, dagli spuntoni affioranti, dalle pareti di roccia biancastra che contrasta con il rosso della cariatura del calcare. Qui si incontrano tutti quegli elementi che caratterizzano il tipico paesaggio carsico: assenza di vegetazione, bacini chiusi, conche, lame, doline, grotte e imbocchi di profonde voragini. Il Pulo di Altamura, il Pulicchio di Gravina, la voragine del Cavone, la grotta di Lamalunga ad Altamura, le cave di bauxite di Spinazzola, l’inghiottitoio di Faraualla: sono solo alcuni dei grandiosi esempi di morfologia carsica del territorio».

 

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