
Nel 2006 la World Health Organization (WHO) ha dichiarato ufficialmente che la migliore soluzione per eliminare le patologie asbesto-correlate consiste nella cessazione dell’impiego di tutti i tipi di amianto. Non esiste un livello di esposizione minimo rispetto al quale il rischio di contrarre malattie da asbesto sia scongiurato. A sostegno delle tesi dello WHO, lo stesso anno interviene anche l’International Labour Organization (ILO), sostenendo l’eliminazione dell’uso dell’amianto a 360° e la bonifica degli ambienti di vita e di lavoro per prevenire l’insorgenza futura di malattie e morti causate dall’asbesto, visti i lunghi tempi di latenza. Solo in Europa sono 500mila le persone che potrebbero morire di malattie asbesto-correlate nei prossimi trent’anni.

Nel corso dei lavori della Conferenza Internazionale organizzata dall’Osservatorio Nazionale Amianto il 15 novembre 2012, presso la Camera dei Deputati, dal titolo Lotta all’amianto – Il diritto incontra la scienza, si è sentita la necessità di costituire un’organizzazione internazionale che unisca sinergie, conoscenze scientifiche e obiettivi giudiziari raggiunti, per contrastare le lobby dell’amianto, che fuori dai confini europei e negli Stati Uniti in particolare – sono più di 10mila gli americani che ogni anno muoiono per malattie asbesto-correlate – sono ancora molto forti e operative.
«Pochi uomini senza scrupoli hanno avvelenato e contaminato non solo il continente europeo ma continuano a farlo in altri continenti – avverte l’avvocato Ezio Bonanni presidente dell’Associazione Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) -. Ecco perché una organizzazione internazionale di uomini e donne che a testa alta combattono i produttori di amianto, assassini della nostra civiltà, della nostra cultura oltre che di esseri umani».

Ecco che dal dialogo con il prof. Ronald Gordon, direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai School of Medicine di New York – intervenuto al meeting nella capitale – e con il suffragio del prof. Giancarlo Ugazio, del prof. Renato Sinno, del prof. Pietro Sartorelli del comitato tecnico nazionale dell’ONA, nasce l’International Asbestos Observatory (IAO). Ne abbiamo parlato con l’avv. Ezio Bonanni
Avvocato Bonanni, con quali presupposti nasce la IAO?
«Occorre mettere in relazione uomini e culture e credere e lottare per il progresso non solo economico ma anche umano e morale, con l’incontro della cultura latina con quella anglosassone e con la sintesi di tutti i valori che esprimono, riportati all’attualità e proiettanti nel futuro. Queste sono le basi culturali e non solo sociologiche e giuridiche – alla Conferenza internazionale è intervenuto anche l’avvocato John Eaves, il cui studio vanta sedi in mezzo mondo – per mettere al bando l’amianto e quella idea di civiltà che si fonda solo sul progresso identificato con l’incremento del profitto che invece nega l’uomo che tradisce le sue stesse basi, morali e culturali e non solo umane e scientifiche».
Perché ha scelto proprio gli Stati Uniti e il professor Gordon come partner?
Negli Stati Uniti presso il Mount Sinai di New York ha studiato e lavorato il prof. Irving J. Selikoff, che nel 1964 organizzò una conferenza internazionale nel corso della quale tenne un intervento che impressionò così tanto, da far raggiungere l’unanimità scientifica sulla tesi del nesso causale tra l’esposizione all’amianto e il mesotelioma. A quel simposio internazionale – occasione, per molti scienziati indipendenti di acquisire dati fondamentali di conoscenza e di consapevolezza dei danni che l’amianto è in grado di determinare in tutti gli organi del corpo umano – intervenne anche il prof. Enrico Vigliani, che guidava la delegazione italiana e che illustrò la situazione nel nostro Paese. Fermo restando che l’aspirazione dell’International Asbestos Observatory è quella di articolarsi in tutti i continenti».
Cosa l’ha spinto a scegliere il professor Gordon per dirigere il Comitato tecnico scientifico internazionale?
«Ronald Gordon mi è stato presentato dall’avvocato Audrey P. Raphael di New York in occasione del mio impegno al 29th Annual International Symposium On Acupuncture, Electro-Therapeutics, & The Latest Related Medical Topics And Advancements presso la Columbia University nell’ottobre del 2011 e ci siamo intesi subito».

Quali sono i programmi della IAO?
«L’ International Asbestos Observatory, oltre a Comitato tecnico scientifico internazionale presieduto dal prof. Gordon, sarà una rete di associazioni – la sede probabilmente sarà a New York, presso la Mount Sinai School – che si prefigge di mettere al bando l’amianto in tutti i Paesi del pianeta, interdire le lobby, assicurare alla giustizia i criminali produttori e utilizzatori dell’amianto, per cercare di porre fine all’olocausto delle vittime dell’asbesto, e di perseguire e realizzare il rischio zero, secondo l’equivalenza già affermata dal prof. Ugazio: ambiente pulito uguale salute, ambiente contaminato uguale malattia. Per il mesotelioma in particolare non c’è una soglia sotto la quale il rischio si annulla».
Avvocato Bonanni un’ultima domanda: lei è stato più volte già negli Stati Uniti, ha sentito parlare dell’associazione Asbestos Disease Awareness Organization (ADAO) e della sua CEO signora Linda Reinstein?
«Sì, la conosco e abbiamo già preso contatti per una prossima stretta collaborazione».
Come accennato dall’avvocato Bonanni, lo IAO nasce per volontà anche del professor Ronald Gordon che abbiamo raggiunto telefonicamente alla Mount Sinai School a New York.
Professor Gordon, in seguito ai risultati positivi della Conferenza internazionale di Roma a novembre scorso, è stato istituito l’International Asbestos Observatory (IAO) e lei é stato nominato presidente del comitato scientifico. Lei crede che le leggi in materia potrebbero essere uniformate dalla sinergia tra l’ONA e lo IAO?
«Mi auguro che il Comitato internazionale non solo renda possibile i cambiamenti nella legislazione in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo, dal momento che l’amianto è un problema mondiale».
In Italia, per l’esposizione professionale, il limite di soglia è ancora 100 fibre/litro. Lei pensa che, come scienziato, si potrebbe eliminare completamente il rischio di malattie, portando l’esposizione a zero, dal momento che una singola fibra può essere dannosa e, in ogni caso, ogni esposizione si aggiunge alle altre?
«Il livello di 100fibre/litro è 10 volte i livelli indicati dal governo qui negli Stati Uniti. Inoltre, c’è una dichiarazione del nostro governo che ogni livello oltre lo zero è dannoso e contribuisce allo sviluppo della malattia. Anche il livello minimo è abbastanza alto in Italia; l’amianto è dappertutto, nelle costruzioni, nel sistema idrico ecc. Poco o niente è stato fatto per ridurre la presenza di amianto sia in Italia, sia in tutta Europa. Il problema è grave non solo per i lavoratori ma anche la grande massa».
Professor Gordon, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha scelto di espandere il suo lavoro in diversi Paesi europei e negli Stati Uniti d’America, dove lei ha accettato di presiedere il comitato scientifico. Quali misure lei pensa dovrebbero essere prese per indurre tutti i Paesi a bandire l’amianto e sconfiggere le lobby, visto che in molti stati del pianeta è ancora usato?
«Farò quello che posso in base agli studi passati e all’evoluzione delle conoscenze scientifiche per convincere i governi europei così come quelli in Africa, Asia, Russia ecc. che fino a quando continueranno a utilizzare l’amianto ci sarà sempre un aumento delle malattie associate all’esposizione. Questo include il manifestarsi di tumori in diverse parti del corpo, in particolare nei polmoni e, nello specifico, mesoteliomi e asbestosi. Comprovando queste malattie con i fatti, mi auguro che i governi, come quello degli Stati Uniti vieti l’uso di questo materiale molto dannoso».
Come potrebbe la neonata associazione internazionale suscitare l’interesse delle istituzioni del mondo scientifico americano, che sono la forza motrice del progresso?
«Il neo costituito gruppo scientifico si adopererà per aggiornare i vecchi dati con nuove scoperte di scienziati di tutto il mondo, compresi quelli che fanno parte di questa commissione».