
Carlo III è il nuovo Re d’Inghilterra. E il suo, potrebbe trasformarsi in un Regno “verde”, complice il suo impegno per l’ambiente che ha radici molto lontane. Tra lotta al cambiamento climatico, prodotti bio e bacchettate ai Grandi della Terra, ha dimostrato di avere una forte sensibilità green, da oltre mezzo secolo
I leader mondiali su bus navetta. I capi di stato su voli di linea, senza jet o velivoli privati. Il funerale della Regina Elisabetta, previsto per lunedì 19 settembre, sarà (anche) all’insegna della sostenibilità ambientale. Ovviamente, trattandosi della “più grande operazione di ordine pubblico nella storia del Paese”, come ha dichiarato la polizia inglese, le motivazioni sono legate a rigidi protocolli e misure di sicurezza più che a una sensibilità ambientale. Eppure, questa traccia ecosostenibile potrebbe davvero tramutarsi in realtà a corte nel prossimo futuro, perché il nuovo re, Carlo III, può vantare trascorsi (e azioni concrete) da “ecologista della prima ora”.
Conosciuto dal grande pubblico più per il gossip che per le sue azioni concrete, Carlo non gode di particolare stima da parte dell’opinione pubblica mondiale. E la figura di una mamma (e Regina) così influente, ha contribuito a ridimensionare peso e appeal dell’erede al trono. In realtà, l’analisi che si fa del nuovo Re è fin troppo superficiale e, al di là che si sia in accordo o meno col suo pensiero e il suo agire, Carlo III è tutt’altro che un ingenuo e sprovveduto collezionista di gaffe.
Ambientalista da mezzo secolo
Nel nostro caso, appunto, il richiamo è al Carlo ecologista. Basti pensare che il suo primo discorso sulle questioni ambientali è datato 19 febbraio 1970: in quell’occasione intervenne al Countryside Steering Committee for Wales paventando già numerosi rischi per l’ambiente. “In questo momento ci troviamo di fronte agli orribili effetti dell’inquinamento in tutte le sue forme cancerogene. C’è la crescente minaccia dell’inquinamento da idrocarburi in mare, che quasi distrugge le spiagge e certamente distrugge decine di migliaia di uccelli marini. Poi c’è il problema degli scarichi nei corsi d’acqua da parte di fabbriche e impianti chimici, che intasano i fiumi con sostanze tossiche e si aggiungono alla sporcizia dei mari. O quello dell’inquinamento atmosferico dovuto ai fumi e alle esalazioni”.
Sembra un discorso di oggi e invece ha più di mezzo secolo. Dimostra come Charles fosse decisamente avanti sulla tematica ambientale. Talmente avanti da essere ridicolizzato in pubblico. Venne infatti accolta quasi come una delle sue (numerose) gaffe, il commento durante un’intervista televisiva sul giardinaggio: “Vado spesso da solo a parlare con le piante. Davvero. è molto importante parlare con loro, e loro mi rispondono”.
Il richiamo ai Grandi

Fu preso alla leggera, un po’ meno col passare degli anni. Com’è accaduto nel 2020, quando ha incontrato Greta Thunberg (un’altra di cui all’inizio si sorrideva senza ascoltarne davvero i contenuti) al World Economic Forum di Davos in quella che fu un’altra ghiotta occasione per bacchettare i leader mondiali: “Vogliamo passare alla Storia come quelli che non hanno fatto nulla per salvare il mondo? Io non voglio essere fra questi!”.
In mezzo, un impegno costante contro il cambiamento climatico e a favore della sostenibilità ambientale. Con una serie di riconoscimenti, come il premio del Center for Health and the Global Environment della scuola di medicina di Harvard, ricevuto nel 2007 proprio per il suo impegno green.
Passione ecologista che però ha anche il merito di concretizzarsi in un impegno reale e concreto, anche nel quotidiano. Qualche esempio: ha fatto creare un orto e una fattoria completamente biologici nella sua tenuta di Highgrove nel Gloucestershire, nell’Inghilterra occidentale. Ha anche lanciato la gamma di cibi e bevande biologici Dukey Originals, commercializzata dai supermercati Waitrose. Highgrove Bouquet è invece il profumo ideato dal principe Carlo e ispirato agli odori estivi nei suoi amati giardini.
Tra profumi e turbine
Proprio la sua esperienza nel campo, tra prodotti biologici ed energie alternative, lo ha portato a produrre un combustibile ecologico, realizzato con vino bianco inglese in eccedenza e siero di latte dalla lavorazione del formaggio. E con questo bioetanolo per alimentare una delle sue Aston Martin.
Inoltre, per ridurre la sua impronta di carbonio, ha utilizzato caldaie a biomassa per il riscaldamento di Birkhall, dove ha anche installato una turbina idroelettrica nel fiume accanto alla tenuta.
Le contraddizioni
Pertanto, l”impronta ecologista c’è, eccome. Ma come tutti, anche Carlo ha le sue contraddizioni: i viaggi con il suo jet privato o la passione per la caccia lo allontanano da quella figura di ambientalista a 360°. Ora, però, il suo peso politico cambia. Non è più “semplicemente” il Principe di Galles erede al trono, ma il Re. E ogni sua parola (e azione), avrà un valore molto più forte. E chissà che non si trasformi davvero in un green king.