Venivano venduti illecitamente medicinali ospedalieri e sperimentali agli utenti senza alcuna autorizzazione sanitaria e senza alcun controllo medico
Una vasta operazione contro il cybercrimine farmaceutico è stata condotta a dicembre dai NAS, in collaborazione con il Ministero della Salute, che si è conclusa con l’oscuramento di 102 siti web che vendevano prodotti farmaceutici collegati all’emergenza Covid.
Si tratta di siti web collocati su server esteri collegati a gestori non individuabili, sui quali venivano effettuate la pubblicità e l’offerta in vendita, anche in lingua italiana, di svariate tipologie di medicinali.
Oltre a farmaci per varie indicazioni terapeutiche soggette ad obbligo di prescrizione medica, vendibili solo in farmacia, c’erano anche farmaci contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego in relazione all’infezione da Covid: per esempio, l’antimalarico clorochina, l’idrossiclorochina e gli antivirali lopinavir/ritonavir che l’AIFA ne ha sospeso l’utilizzo al di fuori degli studi sperimentali clinici.
Presenti sulle vetrine virtuali anche l’antivirale ribavirin, utilizzato in maniera sperimentale sono solo su pazienti ospedalizzati con difficoltà respiratorie legate al COVID-19, l’antibiotico azitromicina e l’antinfiammatorio colchicina. Questi sono farmaci sperimentali, utilizzati solo in ambito ospedaliero e sotto stretto controllo dei medici e su specifica autorizzazione del Sistema Sanitario Nazionale.
I militari hanno anche scoperto altri medicinali contenenti rispettivamente l’antinfiammatorio indometacina, la cui assunzione fuori stretto controllo medico può cagionare gravissimi effetti collaterali, e l’antivirale daclatasvir, offerto in rete nonostante l’EMA, a seguito del mancato rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio deciso dal titolare, ne abbia vietato l’uso in tutta l’Unione Europea.
Con i provvedimenti ora eseguiti, salgono a 237 i siti oscurati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nel corso del 2020, ben 217 dei quali connessi con l’emergenza pandemica COVID-19. Questi farmaci venivano venduti al pubblico, senza alcuna autorizzazione sanitaria e senza alcun controllo medico, seguendo canali illeciti, esponendo così gli ignari acquirenti ad gravissimi rischi per la salute.
I NAS ricordano che “l’offerta in vendita e la pubblicità dei “medicinali senza obbligo di prescrizione” (SOP/OTC) possono essere effettuati on line solo attraverso i siti di farmacie ed esercizi espressamente autorizzati secondo quanto previsto dal decreto legislativo 24 aprile 2006 n. 219, il cui elenco è consultabile sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it), riconoscibili attraverso il previsto Logo Identificativo Nazionale che deve essere chiaramente visibile su ciascuna pagina del sito web dedicata ai medicinali.”.