Zoomafie, una commissione parlamentare d’inchiesta per indagare sulle attività

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foto archivio

LAV: un provvedimento storico da approvare definitivamente per contrastare i reati in danno agli animali. Operazione dei Nas: irregolarità in 244 canili

 

La Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati ha approvato un emendamento dell’onorevole Angelo Bonelli (Verdi) alla proposta di Legge istituiva della nuova “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati”, che consente per la prima volta alla Commissione anche di “indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle zoomafie, nonché verificare la corretta applicazione del Titolo IX bis del codice penale”.  “Si tratta di un provvedimento storico, che ci auguriamo venga approvato definitivamente” dichiara di Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV.

I legami tra maltrattamenti su animali e criminalità organizzata

Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, truffe nell’ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato: sono solo alcune delle forme di maltrattamento organizzato di animali che spesso hanno forti connessioni con la criminalità organizzata.

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Combattimenti tra animali, maltrattamenti, corse clandestine, sono reati con collegamenti con la criminalità organizzata (foto Pixabay)

“I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come denunciamo da decenni con il Rapporto Zoomafia, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. Le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa composita, articolata e con capacità di tessere rapporti collusivi con apparati della pubblica amministrazione”, prosegue Troiano. “Si pensi a quanto emerso dalle indagini sul business canili, sul traffico di cuccioli o sul controllo dei pascoli: è stato appurato che persone appartenenti alla pubblica amministrazione prestavano servigi e favori a gruppi criminali dediti a tali traffici. Contestualizzare alcuni fenomeni permette di evidenziare come non siano affatto attività criminali residuali ”.

La criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su scala internazionale, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Sono il simbolo, al pari delle altre mafie, della società globalizzata.  Basta questo per comprendere la portata innovativa del provvedimento che, se approvato definitivamente, consentirebbe per la prima volta ad una Commissione parlamentare di indagare su un fenomeno mai prima analizzato in quella sede.

L’operazione dei carabinieri dei Nas

Il provvedimento è  contemporaneo all’operazione dei carabinieri dei NAS che hanno ispezionato in tutt’Italia 876 canili pubblici e privati in un’operazione condotta in collaborazione con il Ministero della Salute.

Sono stati ispezionati complessivamente 876 canili dei quali 244 sono risultati irregolari (pari al 27%), sanzionando 29 persone per violazioni penali e 230 per illeciti amministrativi, per complessivi 180 mila euro. Gli esiti degli interventi hanno determinato, nei casi più gravi, il sequestro di 26 strutture e di 871 quadrupedi.

I reati contestati

Le principali violazioni hanno riguardato carenze igienico/strutturali ed autorizzative degli ambienti destinati al ricovero e sgambatura, numero di box (in alcuni casi costruiti abusivamente in dimensioni non sufficienti), smaltimento irregolare delle carcasse di animali, omessa registrazione degli animali all’anagrafe canina, gestione irregolare dei farmaci. I reati contestati sono stati principalmente il maltrattamento e l’abbandono di animali causato da mantenimento di cani in condizioni incompatibili con la loro natura, il mancato rispetto del benessere (mancanza di igiene, sovraffollamento), l’effettuazione di interventi chirurgici di conchectomia (taglio delle orecchie) e caudectomia (taglio della coda) a scopo estetico e non motivati da ragioni patologiche nonché l’utilizzo di farmaci scaduti di validità (in una circostanza da oltre 7 anni). Durante l’attività di controllo sono stati anche accertati, da parte del Nas di Torino e di Perugia, due casi di traffico illecito di animali di compagnia attraverso l’introduzione sul territorio nazionale di cuccioli di cane privi di documentazione identificativa/sanitaria (c.d. passaporto), regolarizzati fraudolentemente mediante l’inserimento nelle anagrafi canine e relativa microchipattura.

Anche in provincia di Bari

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In un rifugio privato per cani in provincia di Bari sono state accertate carenze organizzative e strutturali

L’operazione si è svolta anche in provincia di Bari dove, presso un rifugio privato per cani, sono state accertate carenze organizzative e strutturali quali la mancata nomina del direttore sanitario e l’assenza, nei box, delle tabelle identificative dei cani ricoverati, in violazione della normativa vigente. Quanto emerso sarà oggetto di segnalazione alle competenti Autorità Sanitarie ed Amministrative

Anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) plaude all’operazione dei carabinieri dei Nas.  «Ben vengano questi controlli, gli stessi che eseguono anche le nostre guardie zoofile su tutto il territorio nazionale, sempre in collaborazione con le forze dell’ordine», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Queste operazioni ci fanno sentire meno soli nella lotta ai reati e agli illeciti

L’Oipa ricorda che la tutela degli animali è contemplata dal nuovo articolo 9 della Costituzione entrato in vigore lo scorso anno e garantisce che, da parte sua, continuerà a intervenire in tutte le sedi per garantire il benessere degli animali.

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