ZEE: la nuova scappatoia per inquinare il mare

Le autorizzazioni concesse alla Petroceltic dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, sulle prospezioni  petrosismiche di idrocarburi in prossimità delle Isole Tremiti, destano scalpore e, certamente, rappresentano una scelta politica-economica che confligge con gli intenti programmatici della Regione Puglia e con gli interessi della popolazione.

Com’è noto, infatti, la vicenda ha scatenato le proteste di commercianti, operatori turistici, artigiani, pescatori, che vedono la decisione governativa come una grave minaccia all’economia regionale. In rappresentanza della popolazione e in nome delle esigenze di salvaguardia ambientale ed economica della Puglia, insorgono Legambiente e la rete di associazioni locali contro le trivellazioni petrolifere nei mari Adriatico e Jonio; Rete No Triv è già pronta a manifestare, nei prossimi giorni, a Manfredonia, per esprimere un “NO” corale a questa decisione.

Il presidente della Rete No Triv Raffaele Vigilante, dichiara: «siamo stufi di questo atteggiamento molto strano del Governo Italiano e siamo pronti a scendere nuovamente in piazza per difendere il mare dagli attacchi scellerati dei petrolieri. La nostra già fragile economia non può essere resa ancora più fragile dalle ricerche di petrolio di scarsa qualità. Gli ultimi studi scientifici – aggiunge Vigilante – starebbero comprovando la relazione tra prospezioni “air gun” e lo spiaggiamento di cetacei. Ci rimane una sola strada da percorrere: quella della protesta».

Secondo Francesco Tarantini presidente di Legambiente Puglia, paventando la minaccia concreta che deriverebbe dalla creazione di 70 nuove piattaforme petrolifere, per una superficie di 30mila km2, «l’estrazione del petrolio al largo delle Tremiti è un progetto folle che ipoteca lo sviluppo futuro della nostra economia, fondata sull’uso sostenibile del mare, sul turismo e sulla pesca. La Puglia non può e non deve essere privata del suo bene più prezioso: il mare».

Anche il compianto cantautore Lucio Dalla, grande estimatore delle Diomedee, aveva manifestato il proprio impegno nel dire “NO” alle trivelle nel mare delle Tremiti, organizzando, lo scorso anno, un concerto di beneficenza sul tema. In quell’occasione, Dalla ha dichiarato che «a questione delle trivelle è un paradosso. È assolutamente demenziale pensare di dare un’autorizzazione a fare delle trivellazioni che possono guastare, non solo l’ambiente, ma che non portano a nulla, perché ho saputo, informandomi, che il petrolio è di scarsissima qualità».

Purtroppo, però, nonostante le ragioni della protesta siano evidentissime, esiste un pesante ostacolo legislativo (di natura internazionale) che non può essere aggirato, come spiega l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, il quale ha specificato che «la decisione del Ministro Clini è insindacabile da parte della Regione Puglia perché le prospezioni petrosismiche non avverranno entro le 12 miglia marine protette dalla legge, bensì riguarderanno la ZEE (Zona Economica Esclusiva). Quella zona è un’area di mare nazionale soggetta esclusivamente alla sovranità del Governo Centrale, per cui la Regione non può esercitare nessun potere per gestirne le risorse naturali o compiere scelte economiche divergenti da quelle del Governo. Quindi, per quanto le scelte di politica economica del Governo siano poco condivisibili e confliggenti con la politica ambientale regionale, attualmente non si può intervenire praticamente».

L’Assessore, benché imbrigliato nelle intricate maglie legislative e costituzionali che non permettono una concreta azione di opposizione, promette di “combattere” il dilagare di questi fenomeni inquinanti e manifesta il massimo impegno per contenerne i danni e tutelare l’economia regionale. Garantisce, infatti, che «l’oro blu del nostro mare, il turismo, l’enogastronomia e l’agricoltura restano e resteranno le colonne portanti dell’economia pugliese, svolte all’insegna della sostenibilità».

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