Xylella, ok al reimpianto negli uliveti infetti. Via libera da Bruxelles

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Se entro il 30 giugno le misure fitosanitarie invocate dagli agricoltori risulteranno inefficaci, gli ulivi infetti dovranno essere espiantati

 Approvata la modifica alla decisione europea sulla Xylella. Tutelati anche gli ulivi secolari

Gli olivicoltori salentini tornano a sperare. Il Comitato fitosanitario europeo ha infatti  abrogato ufficialmente la decisione del 2015, che che sinora aveva vietato l’impianto di ulivi nelle zone del Salento infettate dalla Xylella fastidiosa.

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Via libera da Bruxelles alla tutela degli ulivi monumentali e secolari

Un negoziato niente affatto facile, ammettono  il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore Leo di Gioia, ma che porta a casa importanti risultati, tra cui l’autorizzazione al reimpianto di oliveti nelle aree infette e la tutela degli ulivi secolari e monumentali che, se non infetti, non saranno abbattuti anche nel caso ricadessero nel raggio di 100 metri attorno ad una pianta infetta. Gli ulivi secolari saranno  isolati con reti e protetti dal contagio esterno attraverso pratiche agronomico-colturali. La Commissione ha anche rivisto la dimensione delle maglie di monitoraggio nella zona cuscinetto, e ne ha consentito la futura sostenibilità finanziaria ed operativa. Inoltre il Comitato fitosanitario rafforzerà le ispezioni in quei siti europei che coltivano particolari specie, tra cui ulivo, oleandro e mandorlo, per avere sotto controllo il proliferare della batteriosi.

Le misure antixylella

«L’autorizzazione al reimpianto – precisano Emiliano e di Gioia, consentirà agli agricoltori e agli operatori olivicoli di rilanciare l’indotto economico e ai vivaisti della zona infetta di poter riprendere a produrre piante ospiti da commercializzare nella stessa zona. Dunque abbiamo reali opportunità di rilanciare il territorio e guardare con maggior ottimismo al futuro».

Annunciata anche la pubblicazione a breve di un bando della misura 5.2 per il ripristino del potenziale produttivo, oltre all’attivazione di una misura per gli investimenti aziendali specifica per le aziende olivicole salentine colpite da Xylella fastidiosa. Chiesto anche dalla regione Puglia al Ministero dell’Agricoltura un intervento anche attraverso un apposito capitolo della legge di bilancio.

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Le reazioni del mondo politico

Raffaele Fitto
Raffaele Fitto

Tutte le parti politiche e istituzionali insistono sul ruolo che la ricerca deve avere in questa nuova fase di lotta alla Xylella, ma allo stesso tempo tutti sono prudenti se non proprio critici, da Dario Stefàno capogruppo in Commissione Agricoltura del Senato («Il reimpianto rappresenta una scommessa di cui non conosciamo con certezza i risultati a lungo periodo, sicchè prudenza vuole di non considerarlo un traguardo definitivo ma solo un avanzamento») agli europarlamentari salentini Paolo De Castro e Raffaele Fitto («Ci auguriamo che si possa subito avviare uno straordinario ed efficiente programma di rilancio dell’agricoltura salentina e pugliese e ridare così speranza ai nostri olivicoltori»).

Caroppo: “La colpa è di Emiliano”

Toni durissimi da destra e da sinistra nel Consiglio regionale pugliese. «Dal Governo Regionale nessuno si azzardi a vantarlo come merito: se alla scoperta del batterio si fosse fatto quanto chiesto dalla UE il divieto non ci sarebbe nemmeno stato. La responsabilità della morte di milioni di alberi e della messa in crisi di un intero settore e del relativo comparto è, infatti, solo di Emiliano che ha prima boicottato e poi omesso di adottare qualunque misura di contrasto al batterio. In ogni caso la Xylella continua ad avanzare: dobbiamo mettere in ginocchio anche il barese e il foggiano?» dichiara il Consigliere Andrea Caroppo, di Sud In Testa-Salvini Premier.

«Soprattutto – spiega Caroppo – va detto che la possibilità di reimpianto riguarda solo la fascia ormai inevitabilmente e definitivamente compromessa dalla Xylella; il che significa che dalla zona di rispetto in su bisogna una volta per tutte cominciare la lotta al batterio e a porre in essere tutte le azioni previste dalla Commissione Europea e dal Piano Silletti per evitare che la Xylella continui a uccidere salendo man mano per la Puglia e poi per l’Italia».

Xylella, una sinistra molto critica

Anche il consigliere PD Sergio Blasi guarda alle mosse immediate da avviare: « Non è il caso di gioire – dice – : non siamo che all’inizio di un cammino ancora molto lungo e che, allo stato attuale dell’arte, resta tutto in salita. Soprattutto per la Regione Puglia, che adesso è chiamata a recuperare il tempo perso e a mettere in campo azioni concrete, non solo per fronteggiare l’emergenza ma anche per supportare l’intero comparto olivicolo-oleario».

Sulla strategia da mettere in campo si esprime anche Presidente del Gruppo consiliare Articolo 1 – MDP, Ernesto Abaterusso, che chiede «la programmazione di una seria ed efficace strategia di contenimento del fenomeno oltre alla revisione del PSR 2017-2020 per far sì che molte delle risorse a disposizione siano destinate al contrasto della batteriosi».

Coldiretti Puglia, subito crowdfunding per aiutare campi sperimentali

Intanto, sta per essere messa a punto da Coldiretti Puglia la piattaforma di  crowdfunding ambientale, utile a sostenere gli olivicoltori che a proprie spese hanno già avviato l’attività di sperimentazione e reimpianto che diverrà patrimonio comune della Puglia.

«Finalmente sarà riconosciuto il diritto degli olivicoltori pugliesi al reimpianto e bene hanno fatto l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Di Gioia e il Direttore dell’Assessorato Nardone –dice il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti a Bruxelles un congruo sostegno finanziario per le attività di eradicazione, controllo e sorveglianza della malattia, sottolineando che per i monitoraggi la Regione Puglia ne ha già spesi 5 e stigmatizzando la evidente e grave insufficienza del fondo».

I numeri dell’olivicoltura in Salento

L’olivo in provincia di Lecce copre una superficie pari a circa 55.000 ettari che rappresentano il 32% del totale delle superfici bio, su un totale regionale di 171mila ettari e il 20% della produzione nazionale. E’ bio il 17% della totale superficie investita ad oliveto nel Salento e vista l’esiguità della maglia poderale olivetata salentina, caratterizzata da tanti piccoli proprietari dediti alla produzione per autoconsumo e non interessati a conseguire onerose certificazioni di prodotto, almeno un altro 30% dell’oliveto salentino è condotto secondo i sani principi dell’agricoltura biologica. La palma d’oro va alla provincia di Lecce con i suoi 15.370 ettari di oliveto biologico certificato.

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In Salento il 17% di oliveti è bio

L’andamento della produzione di olive e olio, come già più volte denunciato da Coldiretti Puglia, ha risentito in maniera tangibile degli effetti della Xylella fastidiosa. L’annata 2016  nel leccese ha registrato un calo del 28% della produzione di olive da olio e del 26% di olio extravergine; il numero dei frantoi è passato da 400 a 319 unità.

Le stime per l’annata in corso, a raccolta iniziata da pochi giorni sono preoccupanti: si parla di un crollo della produzione che potrà toccare anche il 60%. Numeri drammatici – denuncia Coldiretti Puglia –  che fotografano l’esatta condizione degli olivicoltori della provincia di Lecce, in grave crisi di liquidità in mancanza di un reddito certo da 3 anni, a cui vanno date risposte concrete, sia in termini di percorsi di ripartenza dell’attività olivicola che di promozione dell’olio extravergine di oliva.

 

 

 

 

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