Vino, nessun “bollino nero”: l’intera filiera brinda al pericolo scampato

La degustazione di vino è un lavoro intellettuale

Il comparto del vino brinda al pericolo scampato. Nessun “bollino nero”: gli emendamenti al testo sul Cancer Plan della Commissione Beca approvati in plenaria dall’Europarlamento, fanno tirare un sospiro di sollievo all’intero settore

Nessun riferimento al cancro sulle etichette. E così, vengono scongiurati in un colpo solo danni all’immagine e tracolli economici per la filiera. “Merito” di qualche modifica linguistica che attenua nettamente il senso del provvedimento, oltre a rappresentare una bocciatura per chi – Nutriscore in primis – avrebbe voluto demonizzare il vino.

Nel testo in via di approvazione è stata infatti introdotta una fondamentale distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol -nel report indicato come “consumo nocivo” (harmful consumption) -, attenuando notevolmente anche l’affermazione relativa all’inesistenza di un livello sicuro di consumo associato alle bevande alcoliche.

Non un mero esercizio di stile, però: grazie agli emendamenti vengono infatti eliminati gli “health warnings”, ovvero le avvertenze sanitarie in etichetta come sui pacchetti di sigarette, che saranno sostituiti con il concetto di “moderate and responsible drinking information”, cioè la possibilità di inserire in etichetta messaggi legati al consumo responsabile di bevande alcoliche.

Scongiurato l’altro timore, relativo al fronte sponsorship: la limitazione/divieto di sponsorizzazione degli eventi sportivi per le bevande alcoliche sarà riferita esclusivamente a quegli eventi sportivi il cui pubblico è costituito in prevalenza da minori.

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Gli emendamenti

Entusiasta, neanche a dirlo, la filiera che negli ultimi giorni si era attivata oltremodo, anche con il coinvolgimento del mondo politico.

Paolo De Castro, uno dei firmatari degli emendamenti sul Cancer Plane Ue

Sono stati infatti presentati 4 emendamenti con Paolo De Castro (Pd, S&D) tra i primi firmatari.  E proprio l’Italia ha recitato un ruolo da protagonista:  la stragrande maggioranza dei 70 rappresentanti italiani ha votato a favore, dimostrandosi  determinante per far passare le modifiche proposte.

«Abbiamo fatto delle correzioni che evitano delle interpretazioni che possiamo definire un po’ ‘talebane’ – sono state le prime parole di De Castro, commentando a WineNews il buon esito della votazione -. È un buon lavoro, abbiamo ribadito che la lotta al cancro va fatta, anche perché è vero che in Europa si consuma molto più alcol rispetto ad altri Paesi, ma va fatta in modo intelligente senza criminalizzare i prodotti, perché un buon bicchiere di vino, in una Dieta Mediterranea, per una persona adulta che non ha problemi di salute non costituisce un pericolo».

Le reazioni

Un impegno bipartisan particolarmente apprezzato dal mondo dei produttori e dalle associazioni di categoria.

«Ringraziamo i deputati italiani per l’attenzione prestata, per la capacità di ascolto e di sintesi, nonché per il lavoro di squadra a prescindere dagli schieramenti, dimostrati anche con emendamenti ‘chirurgici’ che di fatto rendono parziale giustizia al buon senso, al mondo del vino e ai suoi consumatori moderati», è il commento del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti.

Sulla stessa linea il giudizio della Coldiretti:  «Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C», è il richiamo storico del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel ringraziare per il lavoro di squadra i parlamentari italiani per la difesa di un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone, secondo l’analisi dell’associazione di categoria

La politica

Il “successo” diviene ovviamente motivo di vanto e (auto)riconoscimento da parte della politica italiana. Anche gli esponenti pugliesi brindano al provvedimento e rivendicano orgogliosamente il ruolo dei partiti.

Come il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, che si complimenta per il lavoro svolto dall’europarlamentare Raffaele Fitto a difesa del Made in Italy: «Il vino italiano è salvo, e questo anche grazie all’impegno che il nostro eurodeputato, Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo dei Conservatori Europei e capodelegazione di Fratelli d’Italia, ha messo in campo».

«Battaglia vinta – è il commento dello stesso Fitto -. Il nostro contributo è stato fondamentale per modificare la proposta iniziale».

Il vino non è più a rischio “bollino nero”

Si prende i meriti anche l’europarlamentare di FI eletto nella circoscrizione Sud, Andrea Caroppo: «Al Parlamento Europeo – sottolinea – sono passate le proposte di Forza Italia. Siamo orgogliosi di avere difeso una delle eccellenze del made in Italy, di aver difeso l’agroalimentare italiano».

Per il senatore Dario Stefàno, Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea di Palazzo Madama «è l’affermazione della ragione e del buonsenso sull’ideologia e sul fanatismo. È, semplicemente, la vittoria della storia e della tradizione della nostra cultura, è una nostra vittoria. Questa è l’Europa che ci piace, l’Europa della Next Generation che guarda al futuro con la ricchezza del suo passato».

Per Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia, «ha prevalso il buon senso. Non era poi così difficile capire che c’è differenza tra il consumo moderato di bevande alcoliche e l’abuso nocivo per la salute». E poi un richiamo al governatore regionale: «Mi auguro che il presidente Emiliano, scampata la minaccia di una ingiusta decisione, voglia cogliere l’occasione per prevedere significative misure di sostegno a un comparto che rappresenta una nostra eccellenza nel mondo».

Soddisfatto anche l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Mario Furore: «Al Parlamento europeo vince il buon senso e passano gli emendamenti cofirmati e fortemente sostenuti da noi del Movimento 5 Stelle. Abbiamo detto no a banali strumentalizzazioni fuorvianti che avrebbero nuociuto ad una nostra eccellenza, patrimonio culturale riconosciuto in tutto il mondo».

Insomma, tutti si prendono il merito di aver salvato il dono di Bacco da morte sicura. Ma poco importa, l’essenziale è poter continuare a bere – con misura –  e a gustare tutte le varietà di questo prodigio regalatoci da Madre Natura.

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