Via libera a Shell per pompare petrolio nell’Artico

La protesta di Greenpeace contro le trivellazioni di petrolio nell’Artico

Via libera dell’amministrazione americana a Shell per trivellare nell’Artico. Il Bureau of Safety and Environmental Enforcement statunitense ha dato l’ok finale alle trivellazioni sotto i fondali dell’oceano, al largo delle coste dell’Alaska.

Nonostante l’opposizione degli ambientalisti che annunciano battaglia, la decisione del dipartimento degli Interni americano era attesa. Shell, che aveva ottenuto le licenze nel 2008, con Geroge W. Bush alla presidenza, ha investito circa 7miliardi di dollari nell’esplorazione dell’Artico ma non lavora nella regione dal 2012 in seguito a una serie di incidenti, compresa la perdita di controllo di un enorme pozzo dal quale furono tratti in salvo diciotto lavoratori, grazie all’intervento della guardia costiera.

Secondo le stime dell’Amministrazione americana, nell’Artico si trova il 20% delle risorse potenziali di petrolio e gas mondiali. La compagnia anglo-olandese «non vede l’ora di valutare quello che potrebbe diventare la base nazionale delle risorse energetiche», secondo quando riferito dal portavoce della società Curtis Smith.

Shell ha detto di ritenere possibile il completamento di un pozzo entro l’estate ma non si è sbilanciata sui tempi per l’avvio delle trivellazioni. «Dare a Shell il via libera definitivo per trivellare nell’Artico rappresenta una decisione sbagliata – ha tuonato il direttore esecutivo del gruppo verde Sierra Club Michael Brune in una nota -. La gente continuerà ad appellarsi al presidente Barack Obama – ha aggiunto – affinché protegga l’Artico e l’ambiente».

(fonte AGI)

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