Vestiamoci a cipolla – VIDEO

vestiti abbigliamento
Comprare un capo in fibra naturale significa evitare potenzialmente la produzione di altri capi e allungare la vita ai vestiti già esistenti che altrimenti finirebbero in discarica

Questo articolo, come gli altri che pubblicheremo in queste settimane, è stato realizzato da uno degli studenti del Liceo scientifico “Gaetano Salvemini” di Bari, che ha partecipato al PON 0009707 -FSE e FDR – Apprendimento e socialità: ERGASTERIO – laboratori per comp0etenze – Modulo: UmanaMente-02.  Gli studenti hanno lavorato sul tema del giornalismo scientifico e, più in generale sul tema scottante della corretta informazione e divulgazione. Guidati dalla direttrice di “Ambient&Ambienti” Lucia Schinzano, hanno preso dimestichezza con gli aspetti essenziali della scrittura giornalistica e, in particolare della scrittura di temi “green”. Hanno cercato le fonti, le hanno discusse, le hanno trasformate per ricavarne articoli e si sono cimentati col web journalism. Gli articoli sono stati tutti corredati da video-interviste che gli studenti hanno realizzato con i loro mezzi, e con tanta buona volontà, e sono stati seguiti in questa parte del percorso, dal giornalista Ruben Rotundo. La fase finale è consistita nell’editing. Ne sono venuti fuori articoli che manifestano un approccio semplice eppure molto motivato, e che hanno avuto il merito di rendere i ragazzi più consapevoli verso ciò che vedono, ascoltano o leggono. E questo è un bel traguardo. Buona lettura

“Vestirsi a cipolla”, un semplice modo di dire che usiamo solitamente nelle stagioni intermedie. O meglio, usavamo. Perchè oggi grazie all’eco fashion vestirsi a cipolla assume un significato letterale. Moda a partire da fibre naturali, moda che aiuta l’ambiente attraverso le risorse ambientali

 

di Alessia Armenise

Moda sostenibile, un trend utile e piacevole

Cos’è la moda per tutti noi? Sicuramente è qualcosa a cui non possiamo rinunciare. In molti lo considerano come uno dei modi più immediati per esprimere noi stessi, in molti una passione da coltivare assiduamente. Negli ultimi anni però viviamo con la consapevolezza dell’impatto che l’industria della moda ha sull’ambiente e per tale ragione si è sviluppato il concetto di “eco fashion”. Sostanzialmente si tratta della produzione di capi di abbigliamento a partire da fibre naturali. Avreste mai pensato che gran parte di ciò che indossiamo viene creata a partire da elementi naturali che abbiamo anche in casa? Ad oggi non solo è possibile, è un qualcosa che avviene costantemente in tutto il mondo.

 Le prime realtà di eco fashion  

Questa produzione tessile ha diversi vantaggi: riduce l’impatto ambientale della moda e aiuta l’economia locale, sfruttando le risorse di ogni territorio. Una realtà molto bella di cui poter parlare è sicuramente quella dell’azienda italiana “Orange Fiber”. È stata una delle primissime aziende in questo settore, nata in Sicilia, la principale zona di produzione di agrumi, tra cui le arance, risorsa ma anche spreco. Ogni anno infatti la filiera alimentare produce un altissimo numero di scarti che rappresentano un costo importante per lo smaltimento ma soprattutto uno spreco ambientale inconcepibile. Per questa ragione due  ragazze decisero nel 2014 di creare abiti a partire da questi scarti, andando a costituire ad oggi una delle realtà più belle e significative in questo settore. In pochi anni hanno raggiunto grandi traguardi, creando anche un’intera collezione con Ferragamo, sdoganando quindi l’idea che l’eco fashion e l’alta moda siano due mondi che non possono dialogare tra loro.

Altri tessuti nascono anche dalla collaborazione tra diversi Paesi. É il caso del “Bananatex”. Questo tessuto si propone come la soluzione al problema della onnipresente plastica nel mondo. Nasce dall’unione delle competenze di un’azienda di borse svizzera e uno specialista di filati di Taiwan. È tra l’altro un tessuto impermeabile grazie all’utilizzo di cera d’api.

Salvaguardia e interesse economico uniti nella moda

E se credete che questo mondo sia ancora troppo lontano dalla quotidianità è sicuramente perché non pensate di poter indossare un capo ricavato dalle patate. L’idea di utilizzare gli scarti di patate per la produzione tessile nasce dall’idea di due giovani britannici. E gli obiettivi – benefici economici e ambientali – sembrano essere stati pienamente raggiunti.

Sostanzialmente, dunque, ci avviamo verso una moda diversa, più vicina alle necessità ambientali e soprattutto volta a diventare una risorsa importante per evitare gli sprechi. Un cambiamento importante, che ci fa comprendere come uno spreco attuale possa diventare una risorsa del futuro. 

È interessante vedere anche che la maggior parte di queste nuove realtà nascono da giovani, intenti a salvaguardare l’ambiente, valorizzandolo e rispettandolo e dimostrando che salvaguardia dell’ambiente e interesse economico possono andare a pari passo.

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