
Continua lo scambio di opinioni avviato da Ambient&Ambienti a proposito dello stato del verde a Bari
Lo scorso 27 aprile l’assessore ai LL.PP. del Comune di Bari, Giuseppe Galasso, è intervenuto ad un incontro monotematico chiesto dalla Consulta comunale dell’Ambiente per discutere della situazione del verde a Bari e per chiedere chiarimenti sull’iter del Regolamento comunale del verde pubblico e privato elaborato dalla Consulta e consegnato lo scorso luglio alle strutture competenti.
Verde a Bari, manca una regolamentazione
In merito all’approvazione del regolamento l’assessore Galasso ha dato come generica data ultima di approvazione la fine del 2017. Quanto, alla situazione del verde a Bari, tra potature selvagge, alberi tagliati e non sostituiti, sistemazione di aree senza un disegno organico (questi i rilievo fatti dalla Consulta) ,Galasso ha fornito risposte tecniche che però lasciano ancora aperte numerose questioni.
Ne parla in questa sua riflessione Gianni Picella, componente della delegazione FAI di Bari, segretario dell’Associazione “In Difesa del Verde e dei Giardini Storici di Bari”.
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Picella: «Soluzioni temporanee»
«Significativo l’incontro con l’ass.re Galasso che in Consulta è venuto a parlare del verde! Abbiamo avuto notizie sui programmi pluriennali, che prevedono un impegno di spesa ridottissimo rispetto alle reali necessità di una città come Bari.
Se si vuole gestire una città e i suoi problemi, bisogna amarla.Tali programmi mostrano il carattere di soluzioni temporanee e limitate, di soluzioni tappabuchi dal corto respiro. Non capiamo se non si vuole o non si sa dare una risposta concreta. Bari, cresciuta a dismisura fagocitando terreni agricoli, orti extra urbani, uliveti, non ha previsto un piano del verde di cui ogni città ancor più piccola è dotata. La stessa città di Brindisi ha realizzato concretamente in poco tempo un polmone verde invidiabile; e Bari capoluogo di regione continuando ad ignorare le norme statali e regionali di tutela e promozione del verde (censimento alberi monumentali, piantagione di un albero per ogni nuovo nato, ecc) per una migliore qualità della vita, pur afflitta da conseguenze dannose sulla salute dei cittadini, si trincea dietro proclami faraonici, che si sa resteranno solo tali.

«Che fine ha fatto il Regolamento del verde?»
La Consulta per l’Ambiente aveva in pochi mesi predisposto nel luglio 2016 un Regolamento del verde di cui Bari è priva, ma le priorità di questo comune hanno relegato la discussione di questo regolamento, affidato, “dicono” per una valutazione e revisione ad un organismo esterno, visto che l’ufficio tecnico che pure ha partecipato alla formulazione di quel regolamento nella persona del responsabile,è oberato a tal punto da non poter dare il visto “Si approvi” a tale regolamento di cui si parlerà nell’autunno prossimo.
Una proposta
L’ufficio tecnico del comune “settore giardini”, carente di personale, va potenziato, per lo meno con consulenze esterne qualificate, non potendosi richiedere ad un agronomo (tale è il titolo del responsabile del settore giardini) competenze specifiche di paesaggismo, restauro di giardini storici di cui il patrimonio comunale necessita.
Un suggerimento
Sentiamo dire che le potature così come attuate – e sono sotto gli occhi di tutti – vanno bene. Potature cui se tutto va bene gli alberi sopravvivono. Nel testo del Regolamento del verde offerto dalla Consulta all’Amministrazione Comunale, a pag. 28, nelle norme riguardo agli interventi di potatura, viene esclusa la potatura delle conifere (pini, abeti, cedri ecc.) se non in caso eccezionale, pena la morte della pianta, così come può notarsi ,facilmente , de visu, nella nostra città. Visto che le competenze sulla potatura non sono di facile acquisizione, perchè non rivolgersi alle imprese vivaistiche presenti sul territorio? E perchè non preoccuparsi di una sensibilizzazione al verde, attraverso una preparazione nelle scuole, vivaio dei nuovi cittadini veri destinatari di un sognato piano del verde?
Mi auguro che la consapevolezza dell’indifferibilità di informazioni, e quindi amore per gli alberi, superi ogni ottundimento e interesse privatistico per arrivare ad una piena coscienza delle necessità e dei valori vitali cui stiamo rinunciando. Grazie»