
Riprendono gli studi sull’Uomo di Altamura: si apre la polemica. tra gli interventi quello del presidente di Sigea, Antonello Fiore
Il gruppo di studi guidato dal paleo-antropologo Giorgio Manzi, della Sapienza di Roma, riprenderà il 7 e 8 agosto le discese in grotta di Lamalunga per continuare a studiare “Ciccillo”, nome affettuoso con cui è meglio noto l’Uomo di Altamura. Manzi, insieme a David Caramelli (Università di Firenze) ha coordinato il progetto che ha fatto chiarezza e ha portato addirittura alla ricostruzione dell’aspetto fisico dello scheletro fossile scoperto nel 1993 da alcuni speleologi altamurani e baresi nell’Alta Murgia barese.
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Le nuove discese nelle cavità della terra – e la possibilità che “Ciccillo” possa venire smembrato per studiarlo meglio – stanno suscitando parecchie proteste: tra queste , il movimento culturale “ORA” di Altamura, il cui portavoce. Francesco Fiore, spiega: «Lamalunga è il luogo in cui la natura ha conservato per 140 mila anni lo scheletro dell’Uomo di Altamura “Ciccillo”: qui si compiono da maggio scorso fino ad oggi discese sistematiche in grotta ma senza dichiarazione pubblica di intenti e di progetto che si vuole attuare. Da un paio di anni, gli studiosi romani a più riprese, hanno espressamente preconizzato di poter asportare pezzi dello straordinario ritrovamento per delocalizzarli in luoghi lontani dalla Città di Altamura per esigenze scientifiche».
Cosa dice il C.A.R.S.?
«Noi – continua il portavoce ORA – , con estrema fermezza, per l’ennesima volta ribadiamo l’assoluta contrarietà a scelte di attività di progetto non condiviso con tutti i players del Territorio per la conservazione e la tutela di “Ciccillo”. Siamo certi che il C.A.R.S (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche), autorevole ed insostituibile risorsa del nostro territorio, fautore dello storico rinvenimento dello scheletro del neanderthal di Altamura, nel 1991, oggi co-gestore del polo museale dell’Uomo, con il suo operato di valori finalizzati alla fruizione collettiva del grandissimo potenziale scientifico del reperto del Neanderthal di Altamura, condivida questa posizione. Riteniamo debba essere Altamura il teatro nel quale le più opportune risorse, scientifiche ed accademiche, possano esprimersi disponendo di un unicum territoriale ed infrastrutturale al quale “Ciccillo” appartiene».
Un appello
L’associazione ORA rivolge un appello alla Sovrintendenza pugliese, al Mondo Scientifico interessato a rendere fruibili le progettualità che interessano l’uomo di Neanderthal di Altamura e chiede di sapere se si tratta di solo monitoraggio o se sono previsti interventi, in grotta, sullo scheletro. L’associazione chiede con forza anche che il Parco Nazionale dell’Alta Murgia continui ad essere presenza vigile e determinante sul tema.
Sigea Puglia: “Uomo di Altamura patrimonio UNESCO”
Sull’argomento interviene anche Antonello Fiore, Presidente Società italiana di geologia ambientale – Sigea.
«Si fanno sempre più insistenti le voci di un’attività di ricerca propedeutica alla rimozione del cranio di Lamalunga, o di parte dei resti scheletrici umani, dalla sua sede naturale»,- dice Fiore, che continua: «Rimozione che dovrebbe essere utile a completare le ricerca su uno dei reperti più importanti della preistoria e favorire la sua musealizzazione. I resti fossili umana rinvenuti in una grotta carsica dell’Alta Murgia, rappresentano un unico geologico e paleontologico d’inestimabile valore culturale, ambientale e scientifico che con altri geositi di questa porzione delle Murge, come la paleo superficie di Cava Pontrelli, con le numerose orme di dinosauro, e il Pulo di Altamura, dolina da crollo di notevoli dimensioni, attribuiscono al territorio un’identità unica e irripetibile».
Spazio alle ricostruzioni virtuali

«Questa irripetibilità a livello planetario ha permesso la candidatura di questa porzione di territorio murgiano a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Ora rimuovere o modificare una delle unicità significherebbe già da subito far perdere all’intero territorio una potenzialità di tutela e valorizzazione a valenza mondiale, con ricadute negative sulle aspettative delle popolazioni locali. Se la rimozione potrebbe facilitare una musealizzazione dei reperti paleontologici a vantaggio dello sviluppo della cultura, questa, come accade ormai in molte parti del mondo più progredito, troverebbe maggiori vantaggi con molteplici ricostruzioni del contesto geologico paleontologico stratigrafico e con ricostruzioni virtuali. Ricostruzioni fisiche o virtuali offrirebbero alla rete museale mondiale la possibilità di far conoscere il reperto e il suo contesto naturale, magari attivando flussi culturali desiderosi di conoscere di persona il territoriale del ritrovamento».
«Crediamo – aggiunge il presidente di Sigea Puglia – che per completare gli studi scientifici dei resti fossili umani la rimozione, se si escludono gli effetti di notorietà dei ricercatori impegnati in queste attività, non sia di grande stimolo alla ricerca scientifica. La rimozione di un reperto come l’uomo di Altamura potrebbe essere definito l’atto più semplice da proporre se non addirittura banale. Noi crediamo che questo caso possa diventare una vera sfida scientifica e tecnologica a livello mondiale e la stessa Puglia possa diventare un “laboratorio scientifico” nel quale ricercatori di tutto il mondo possono sperimentare la ricerca applicata (Fisica, Medicina, Ingegneria Spaziale, Elettronica). Un sito unico merita idee uniche, sfide ambiziose e non azioni banali».
Petizione per salvare l’ uomo di Altamura
Su questi principi – conclude Fiore – abbiamo intenzione come Sigea di lanciare a breve, in collaborazione che le istituzioni e l’accademia che condividono i nostri principi, una petizione planetaria per una ripresa degli studi sui resti di Lamalunga con tecniche non invasive e che possa preservare nel tempo quello che il tempo ha preservato. Una sfida planetaria per far sì che Altamura e la Puglia con il loro patrimonio culturale e ambientale e la loro geodiversità diventino elemento e patrimonio dell’Umanità».