
“Libertà” è la parola d’ordine della decima edizione che si terrà, come consuetudine nel parco Archeologico delle Mura Greche
Anche quest’anno andrà in scena a Taranto il concertone del Primo maggio, organizzato dal comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” con la direzione artistica di Michele Riondino, Roy Paci e Antonio Diodato.
La manifestazione, autofinanziata tramite la vendita di magliette e bottiglie di vino e con il supporto di sponsor privati, nell’edizione 2023 avrà come parola d’ordine “libertà”. “L’abbiamo scelta – spiegano gli organizzatori – per celebrare i dieci anni da quando abbiamo dato inizio a questa avventura. Perché tutto è cominciato dal bisogno di essere finalmente libere e liberi di sceglierci il presente e il futuro che vogliamo”.
L’evento, come consuetudine, si terrà nel parco Archeologico delle Mura Greche (ma quest’anno occuperà un settore diverso da quello utilizzato nelle precedenti edizioni). Ancora oggi non sono stati resi noti gli artisti che si esibiranno, ma certamente ci sarà un’ampia carrellata di nomi, dei quali, secondo le prime indiscrezioni, qualcuno ha partecipato a Sanremo.

“Non immaginavamo – sottolineano gli organizzatori – ciò che anno dopo anno avremmo realizzato e non immaginavamo che a distanza di dieci anni la nostra libertà sarebbe stata ancora così in pericolo, ancora tutta da difendere. Anzi, in tutto questo tempo abbiamo preso coscienza che siamo all’interno di un meccanismo più ampio di prevaricazione, che va ben oltre i confini locali e nazionali. Il soffocamento delle libertà è globale”.
Che significa libertà a Taranto?
Un concetto di libertà generica, ma che poi inevitabilmente per vocazione i “Liberi e Pensanti”, sovrappongono alla particolare situazione del territorio jonico, chiedendosi se “E’ forse libera Taranto? Nonostante la libertà d’impresa sia stata ulteriormente definita, consentendo ad una multinazionale di devastare un territorio ed inquinare impunemente (il riferimento è all’ex Ilva – ndr), esattamente quale libertà si vuole tutelare? Su ogni diritto grava l’ombra di un sistema economico che a noi non andrà mai bene: maggiore ricchezza maggiore benessere, a patto che questa ricchezza sia di poche persone. Un patto con la coscienza, al quale i politici scendono ormai abitualmente”.
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Insomma, nel corso dell’Uno maggio tarantino verrà declinata la libertà in tutte le sue sfaccettature. Dalla sua bellezza, ma anche nella tragicità della sua negazione. Una libertà che nel territorio tarantino avviene “attraverso le testimonianze di chi è costretto a scegliere se morire di fame o di cancro, attraverso chi concretamente agisce per cambiare questo modello di sviluppo per garantire un futuro al nostro pianeta”.
Ed è per questo che “canteremo – concludono gli organizzatori – per la libertà e vogliamo che sia un canto che trovi parole in tutti i giorni a seguire, che non si spenga con le luci del parco. E dopo dieci anni abbiamo voglia e bisogno di celebrare il diritto più grande a cui aspirare, perché la libertà è come l’aria e Taranto ha urgenza di respirare”.