
Nuovo approfondimento di Ambient&Ambienti sulle “università sostenibili”. Intervista a Gabriella Calvano, referente della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile
Le tematiche legate alla sostenibilità stanno orientando l’attività di ricerca delle università italiane. I campus universitari diventano città in miniatura, dove la comunità universitaria studia e sperimenta modelli di sostenibilità energetica, ambientale e di responsabilità sociale, da replicare anche nei contesti urbani.

Nel 2015, oltre 70 Atenei hanno aderito alla RUS, Rete delle Università per la Sostenibilità. La RUS facilita la ricerca e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei. Cinque gruppi di lavoro raccolgono e divulgano idee e soluzioni attorno ad altrettante tematiche: cibo, cambiamenti climatici, energia, mobilità, educazione, rifiuti.
Ambient&Ambienti ha intervistato Gabriella Calvano, ricercatrice dell’Università di Bari e, per la RUS, vicecoordinatrice del gruppo di lavoro Educazione (il coordintore nazionale è il portavoce ASviS Enrico Giovannini). Per il suo lavoro Educare per lo Sviluppo Sostenibile. L’impegno degli Atenei Italiani: esperienze in corso e buone pratiche, Gabriella Calvano ha ricevuto il Premio Italiano per la Pedagogia 2018.
Buone pratiche perchè “nessuno sia lasciato indietro”
La RUS persegue i tanti obiettivi di sostenibilità attraverso la ricerca, le buone pratiche e la divulgazione. In quali ambiti la Rete ha raggiunto i risultati più soddisfacenti? Quali sono, invece, gli obiettivi di sostenibilità che ancora si devono perfezionare?
«Non mi piace l’idea di parlare di risultati più o meno soddisfacenti. La sostenibilità sta entrando prepotentemente nelle nostre vite: molte sono le cose da perfezionare, molti i comportamenti da ri-pensare, molte le politiche da re-immaginare. Grazie ai gruppi di lavoro nazionali, le Università della RUS provano a comprendere i problemi, a ipotizzare soluzioni, a immaginare politiche. Ed è bellissimo sapere che comunque è un percorso dove, come l’Agenda 2030 stessa chiede, si è attenti affinché “nessuno sia lasciato indietro”».
Le università non sono solo luoghi di ricerca, ma anche delle piccole comunità. Qual è l’approccio delle comunità universitarie (docenti, studenti, personale amministrativo) rispetto al tema della sostenibilità?
«La sostenibilità sta entrando nelle Università non con la rapidità che, personalmente, ritengo necessaria e utile a far fronte a una serie di problemi urgenti (i cambiamenti climatici, il contenimento delle diseguaglianze…). Però c’è fermento: studenti e docenti fanno comunità per costruire sviluppo sostenibile, come auspicato nell’obiettivo 17 dell’Agenda dedicato proprio alla Partnership.»
Università in rete col territorio
Le comunità universitarie collaborano attivamente al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità? Ritiene che gli esperimenti di sostenibilità ambientale possano essere proposti e replicati con successo anche nelle città?
«L’approccio comunitario è fondamentale per costruire sviluppo sostenibile. Questo implica relazionarsi anche con le città di appartenenza, con il territorio di riferimento. Grazie alla didattica, alla ricerca e alla divulgazione, le università devono accompagnare i territori e le persone verso lo sviluppo sostenibile che genera cambiamento nei modi di pensare e agire, negli stili di vita e di relazione, nel modo di intendere e praticare la giustizia. In questo momento di grande “fermento sostenibile” le Università devono aprirsi più che mai al territorio, alle istituzioni e alle persone. È fondamentale affinché “nessuno sia lasciato indietro”.»
Un manifesto per la sostenibilità nelle università
All’interno della RUS lei si occupa di educazione allo sviluppo sostenibile. In che modo le facoltà universitarie stanno proponendo le tematiche della sostenibilità ambientale? La sostenibilità ambientale è prerogativa di corsi di laurea “ad hoc” oppure si fa spazio anche nei piani di studio tradizionali?
«La sostenibilità è un concetto di ampio respiro, che annovera aspetti ambientali, sociali, economici e di governo. Tenere conto di un singolo aspetto non ci permette di affrontare le sfide che la sostenibilità pone; d’altro canto, occorrono comunque competenze specifiche e adeguati processi educativi. La RUS sta supportando i Rettori nella definizione di nuove politiche educative, lavorando al piano attuativo del manifesto La sostenibilità è nelle Università elaborato durante la Conferenza dei Rettori dello scorso maggio. Attraverso la Lezione zero, esempio di “insegnamento di Rete e in Rete” divulghiamo tra gli studenti i contenuti dell’Agenda 2030. L’auspicio è che tutti gli studenti comprendano non solo gli aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile ma anche il proprio ruolo, come professionisti e cittadini, nella costruzione di un mondo più equo, più giusto e più sostenibile.»
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