
Anna Capriati e una giovane e promettente studentessa di Filosofia all’ Università Aldo Moro di Bari. La sua è una considerazione forte sugli ambienti di studio , capaci di influenzare e “plasmare – come scrive – , il proprio ambiente di vita e di relazione”.

Una delle più dirette testimonianze sul rapporto cultura e ambiente, è rappresentata dall’ Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. In linea generale si riscontrano, in questi ultimi anni, dei miglioramenti ambientali e strutturali soprattutto sul piano dell’innovazione. Con l’avvio del trasloco delle biblioteche e degli uffici dei docenti dal primo al secondo piano , emerge un nuovo cambiamento di prospettive. Il secondo piano sarà unicamente riservato al Dipartimento di Lettere e Filosofia, dando vita a nuovi spazi e ristabilendo un nuovo ordine di orientamento. Il primo piano, invece, avrà più risorse per le questioni burocratiche e organizzative, comprese le segreterie.
Questa cura e ricostruzione dei luoghi per la messa in valore dei beni patrimoniali in forme durevoli e sostenibili richiedono dunque cittadinanza attiva e consapevole, fondata sul riconoscimento delle capacità di plasmare il proprio ambiente di vita e di relazione. L’ attivazione di nuovi saperi e energie relazionali in campo di ricerca produce una coscienza ambientale all’interno di ciascun studente non indifferente. Allo stesso tempo però, se da un lato le iniziative proposte agli studenti su temi di attualità da parte dei relatori siano efficaci e interessanti, dall’altro manca ancora un progresso sul piano ecologico. E’ evidente all’interno del sistema universitario dagli sviluppi delle organizzazioni studentesche al fine di promuovere una politica più democratica e conviviale.
Questi gruppi autofinanziati dagli stessi studenti e studentesse nascono da una esigenza primaria: il miglioramento delle pratiche amministrative. Questo comporta un’attenzione maggiore sulle questioni: tasse, appelli e calendario didattico, apertura biblioteche. offerta formativa e problemi strutturali e ambientali. La necessità di creare questo sistema di categorie generalmente riconosciuto e vincolante è acuita dall’esigenza di comunicare con LELIA e DISUM cioè i Consigli di Dipartimento e relative interclassi, con gli organi centrali (Senato accademico, Cda, Adisu, ecc…) e con il Magnifico Rettore, Prof. Felice Uricchio .
Senza dubbio, nell’edificio dell’ Università “Aldo Moro” esistono casi che meriterebbero di essere presi in considerazione, vale a dire quei fatti negativi che si scontrano con l’ambiente e con la struttura stessa. Nel dipartimento c’è un personale addetto per le pulizie, che lavora costantemente e con dignità, garantendoci bagni e aule profumate e distinte. Come mai allora questi risultati non sono visibili? Molte associazioni studentesche hanno denunciato il fatto che, oltre ai tagli ai lavoratori delle pulizie i cui effetti sono ormai evidenti, molti studenti non hanno rispetto per il patrimonio pubblico e contribuiscono alla creazione di questo stato lasciando rifiuti (bicchieri di plastica, cicche di sigarette…) in giro per la facoltà.

Non è solo questo a contribuire nel mal funzionamento dell’Ateneo. Il primo problema delle matricole, ad esempio, è reperire le informazioni basilari. I nuovi arrivati segnalano ai loro rappresentanti la mancanza o la difficoltà nel reperire le notizie sull’organizzazione dei corsi di laurea, gli orari delle lezioni, i turni di ricevimento dei professori e i contenuti dei vari insegnamenti. Dal portale dell’Ateneo, poi, è possibile collegarsi ai siti delle facoltà ora collegati tutti in DISUM (Dipartimento Studi Umanistici). In molti casi, come succede per esempio per la facoltà di Giurisprudenza (sede di Bari) e a Scienze della formazione, i professori non hanno ancora aggiornato le pagine in cui dovrebbero inserire i programmi delle materie, ed i relativi testi su cui prepararsi, per le materie di cui sono titolari. D’altronde questo scarto è risolvibile in parte con l’uso dei social media, gruppi di riunione e incontri formativi. Non resta che sperare in un nuovo inizio partendo proprio da questo trasloco delle cattedre di Filosofia affinché la creatività, il sapere, la comunicazione non siano beni scarsi ma che consentono una base sociale rinnovabile e “comune”.
Ciò che, in ogni caso, resta sullo sfondo di queste metamorfosi dell’ Università di Bari sono l’entusiasmo e la produzione di convegni e attività pluridisciplinari in grado di incrementare relazioni, idee, percorsi istruttivi per gli studenti ,mobilitati verso nuove possibilità di crescita. Promuovere la cultura della legalità e della trasparenza soprattutto tra le giovani generazioni è un impegno forte che l’ Università ha fatto proprio attraverso lo sviluppo di percorsi formativi dedicati all’etica, alla tutela dei diritti e alla legalità. L’educazione alla responsabilità verso l’ambiente, in questo caso universitario ma non solo, non può fare a meno delle facoltà sensibili. Cito solo uno dei tanti eventi che hanno caratterizzato l’innovazione culturale, il Festival Delle Donne e dei Saperi di Genere , nel segno delle transizioni giunto alla sua quinta edizione (dal 14 aprile al 6 maggio 2016), con la direttrice organizzativa del festival, la professoressa di Filosofie Contemporanee Francesca Romana Recchia Luciani. Un progetto con la collaborazione della Regione Puglia, dall’ Università di Bari e da Apulia Film Commission, che ha permesso di conoscere personaggi scientifici e storici quali Ipazia, Carla Lonzi e Audre Lorde,. Un Festival immerso in diversi ambiti filosofici e nuove riflessioni, tra il cinema e il teatro, accompagnato da ospiti italiani e internazionali, come Jean-Luc Nancy, uno dei più importanti filosofi francesi contemporanei viventi.
Come si può notare, queste iniziative nascono per generare, o aumentare, il senso della condivisione nel cuore degli studenti e delle studentesse, cercando di dar senso al luogo in cui vivono, non solo in senso etico-culturale ma anche un senso civico.
(i grassetti sono a cura della redazione)