Mettere insieme risparmio energetico e riutilizzo dei materiali, utilizzo di fonti energetiche alternative e gestione del ciclo idrico integrato. Dare al tutto la forma della spirale di Fibonacci con la tecnologia dei terrazzamenti della riviera delle Cinque Terre. Ora prendere il risultato ottenuto e inserirlo in una qualsiasi città per fare agricoltura. É questa la ricetta della vertical farm “5 Terre Style”, progettata dal team di architetti dello studio Capellini Architects che preannunciano l’avvento di un rivoluzione urbana sostenibile. La fattoria verticale andrà a collocarsi in un edificio alto 250 m, con una superficie complessiva di circa 175mila mq, pensato per produrre agricoltura (e non solo) di qualità nel cuore di una metropoli.
Il progetto è stato selezionato tra i primi trenta lavori della Superskyscreaper Competition, nell’ambito del concorso “Vertical Farm & Botanical Garden” a SeoulUn edificio “aperto” e accessibile – Il progetto – che tra l’altro è stato selezionato tra i primi trenta lavori della Superskyscreaper Competition, nell’ambito del concorso “Vertical Farm & Botanical Garden” a Seoul – prevede cinque settori – come i famosi villaggi liguri patrimonio Unesco – in un sistema di terrazzamenti artificiali disposti a spirale. Al piano interrato saranno collocati i sistemi di trattamento acque reflue mentre, salendo, troveremo entrata principale e piano tecnico (I settore); area commerciale, market, piano tecnico (II); giardini pensili, aree sociali, piano tecnico (III); piano tecnico “open” per la produzione di energia eolica, sistemi di pompaggio e recupero delle acque reflue, strutture per l’acquacoltura, area educativa e dimostrativa (IV). Dal I al IV settore andrà a collocarsi l’area “coltivazioni organiche e attività agricole” fino ad arrivare al V settore che ospiterà l’area ristoranti e “Università del gusto”. «Abbiamo pensato ad un luogo che invertisse il proliferare di non-luoghi urbani di anestesia e abitudine, rimettendo in discussione i parametri, soprattutto economici, che attualmente vedono prevalere la grande distribuzione ed il marketing sui produttori del bene primari come il cibo», fanno sapere in una nota i progettisti. L’idea è quella di creare un edificio “aperto” ed accessibile, attraverso piccoli market interni, dove acquistare i prodotti freschi appena colti, con aree dedicate allo svago da vivere con tutta la famiglia, con spazi formativi ed educativi circa le attività agricole svolte e, negli ultimi piani, un “belvedere” dedicato all’Università del Gusto, dove poter assaporare quanto prodotto ai piani inferiori.
La fattoria verticale andrà a collocarsi in un edificio alto 250 m, pensato per produrre agricoltura (e non solo) di qualità nel cuore di una metropoli
Agricoltura in casa – «Vertical farm “5 Terre style” vuole essere una risposta alle dinamiche urbanistiche moderne – chiarisce lo studio -, all’esigenza di dare maggior autonomia ai grandi centri urbani dal punto di vista alimentare, garantendo qualità e naturalezza anche laddove sembrerebbe impossibile fare agricoltura e produrre cibo». Una sfida che fonde gli antichi metodi della tradizione agricola a moderne tecnologie per ottimizzare i processi di coltivazione. Concorrono in tal senso la particolare capacità di esposizione solare dell’edificio, avanzati sistemi di riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione, sistemi di acquacoltura per la produzione di specie ittiche, sistemi di produzione energetica da fonte rinnovabile, impianti di trattamento e distribuzione dell’acqua: dotazioni possibili anche grazie alla consulenza del dipartimento di Agraria dell’Università di Pisa.
Non va infine sottovalutata la progettazione dell’edificio secondo avanzati standard di sostenibilità ambientale come il Leadership in Energy and Environmental Design (LEED), attraverso una progettazione basata sul concetto di analisi del ciclo di vita del manufatto (Life Cycle Assessment), con attenzione all’uso di materiali riciclabili e recuperabili in toto ed evitando l’uso di sintesi chimiche, per garantire una migliore qualità sia degli ambienti che delle produzioni.