Una “crociata” in difesa delle Tremiti. Parla il sindaco Antonio Fentini

Una piattaforma petrolifera

I giornali l’hanno definita “La beffa di Ferragosto”, alcuni ambientalisti “Lo stupro di un territorio”. Di certo, la notizia-shock dell’approvazione del progetto delle ricerche di idrocarburi in Adriatico da parte della multinazionale Petrolceltic, al largo della costa molisana e pugliese, ha lasciato tutti sgomenti. Un fulmine a ciel sereno scagliato direttamente dal ministero dell’Ambiente. Una decisione che sta raccogliendo solo dissenso, unanime e compatto, e alimentando la protesta, collettiva e convinta. I comuni della costa adriatica fanno fronte comune e i vertici e i tavoli tecnici, programmati in questi giorni, diventano interregionali. In Puglia, la popolazione – tremitese in particolare e garganica in generale – pur ferita a morte dalla decisione romana sta dando vita ad una importantissima crociata anti-trivelle, una guerra santa per salvaguardare dagli spettri delle piattaforme e della marea nera l’arcipelago delle Diomedee, importantissimo scrigno di biodiversità e ricchezze naturalistiche. Ne abbiamo parlato con Antonio Fentini, sindaco delle Tremiti, che racconta le tensioni e le preoccupazioni di questo inizio settembre particolarmente difficile.

Sindaco Fentini, come stanno vivendo questi giorni i tremitesi?

Sono preoccupati e increduli, perché l’Arcipelago da tutti amato, da tutti difeso, da tutti ammirato per le sue straordinarie qualità (forse uniche in tutto il Mediterraneo), non può subire un simile devastante trattamento. Un trattamento riservato proprio dal ministero dell’Ambiente che anni addietro lo volle preservare dal saccheggio speculativo con l’istituzione della “riserva marina”. Una decisione presa a dispetto del comune pensare del tremitese, a volte ostile ai vincoli perché ama muoversi in libertà tra spazi a confine tra terra e mare, spazi che sente “suoi” e che rispetta per natura, senza il bisogno di sovraordinazioni prevaricanti.

Lo slogan più riuscito delle manifestazioni passate in difesa delle Diomedee è stato “Il petrolio delle Tremiti è il turismo”. Un’affermazione che difficilmente può essere contraddetta o smentita (tra l’altro indirettamente avallata, recentemente, anche dal New York Times). A suo avviso, perché il Governo non sostiene le motivazioni di questo angolo di Puglia?

Penso che le scelte, giuste o sbagliate che siano, della politica energetica nazionale si sposino con le forze economiche, irresistibili, che le orientano; queste non sempre si ispirano a buoni principi, ma interpretano il bisogno in termini speculativi, sovrastando gli ordinamenti periferici e soffocandone l’autonomia. Evidentemente questo angolo di Puglia così esaltato dal New York Times merita di essere offeso perché debole è la sua rappresentanza parlamentare, perché dispersa è la sua forza di resistenza, perché forse la frammentazione dei valori ideali della politica, vista come interpretazione dei bisogni di un territorio e della sua gente, ha decomposto il quadro politico di riferimento, incenerendolo.

Lucio Dalla accolto dalla folla a Termoli per il No Trivelle Day

L’esercito anti-trivelle in Adriatico, questa volta, soffrirà l’assenza di un membro importante. Sto parlando di Lucio Dalla, alfiere delle Tremiti e presidente onorario del comitato No Triv…

Penso che questa volta a poco sarebbe servita anche la poesia del grande maestro rispetto alla forza del potere che decide senza ascoltare; se questo non dovesse essere vero, se ci dovesse essere ancora qualcuno in grado di ascoltare, lo spirito di Dalla è qui, occupa l’arcipelago in ogni dove, lo percorre in lungo e largo e potrebbe ancora illuminare e alimentare la lotta per sconfiggere questo spietato materialismo.

In questi giorni si sono susseguiti numerosi incontri, vertici e tavoli tecnici tra i sindaci dei comuni che insistono sul litorale Adriatico e che si sentono minacciati dalle attività previste dalla Petroceltic. Quali azioni saranno messe prossimamente in campo?

Penso ad azioni giuridiche per impugnare il provvedimento ministeriale, coinvolgendo Comuni, Province e Regioni; penso ad azioni dimostrative di lotta pacifica e a un raduno da tenersi alle Tremiti per propagandare le ragioni del “NO”.

In tutta franchezza, cosa crede accadrà nei prossimi mesi?

In tutta franchezza: ho paura per il futuro delle Isole Tremiti…

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