Un centro d’ascolto a Japigia

Il taglio del nastro del sindaco Michele Emiliano con mons. Bonerba, alle spalle l'assessore Abbaticchio

Inaugurato a Bari il nuovo Centro d’ascolto per le Famiglie nel quartiere Japigia, sede decentrata della Fondazione Giovanni Paolo II (FGPII) e segno concreto di attenzione alle periferie urbane. Significative di questa volontà e impegno le testimonianze delle personalità presenti alla conferenza di inaugurazione, in quello che è stato un vero e proprio giorno di festa per la Fondazione, le istituzioni e tutti coloro che sono accorsi – numerosi – a tale evento.

Con la coordinatrice del progetto, Francesca Bottalico, nel ruolo di moderatrice della conferenza e dopo la benedizione del centro, ha preso la parola il Presidente della FGPII mons. Nicola Bonerba: «Oggi siamo qui per parlare della Fondazione Giovanni Paolo II e le associazioni collegate, perché il Comune di Bari ha voluto affidare alla Fondazione, con la collaborazione anche di altre associazioni, la gestione di questo centro d’ascolto. Un ringraziamento va alle istituzioni presenti per l’attenzione alle periferie».

Dalle sue parole è emersa chiaramente una capacità di sinergia e di lavoro in rete fra società civile e chiesa locale, che già da molti anni si sta rivelando efficace per una gestione corresponsabile del territorio e che oggi diventa indispensabile per affrontare una situazione economica e sociale critica, aggravata dallo smarcamento delle prassi virtuose del welfare.

Sulla stessa linea, anche, l’intervento del Sindaco di Bari Michele Emiliano: «è inutile dire che siamo in un momento nel quale ogni soldo che riusciamo ancora a spendere in modo coerente con la visione programmata, secondo le necessità della popolazione, rappresenta qualche cosa di ancora più prezioso che in passato; e ancora più prezioso è ogni piccolo gesto, ogni idea realizzata che si può trasformare in tesoro anche per gli anni a venire… Ecco perché questa sussidiarietà che oggi trova materialmente costrutto e il fatto che il Comune possa avere a disposizione un luogo umano e organizzativo come la Fondazione, è un sollievo. Il principio è di lasciar fare le cose alle persone più capaci, più prossime alla gente e soprattutto con maggiore esperienza, perché la Fondazione è davvero un serbatoio di esperienza… Voglio per questo ringraziare tutti gli operatori della Fondazione per le loro performance oggettivamente straordinarie, la loro serietà e il loro costante impegno… Tutto questo comunque non sarebbe stato possibile senza il contributo della circoscrizione: la passione e la costanza con cui si è dedicata all’apertura di questo centro sociale è stato essenziale per ottenere questo risultato».

mons. Francesco Cacucci, primo a destra

A far eco al Sindaco, l’Arcivescovo della Diocesi di Bari e Bitonto mons. Francesco Cacucci: «Questo può essere considerato un punto di arrivo di un lungo cammino, perché vivere queste giornate non vuol dire trovarsi da un momento all’altro di fronte alla realizzazione di un progetto ma è frutto di un lungo cammino e perché questo dia dei risultati è importante che venga alimentata la speranza. In questo momento in cui sembra non sia possibile realizzare “altro”, ciò che è stato costruito dalla Fondazione è segno che si vuol rendere la nostra vita più bella, più vivibile la nostra esistenza… L’attenzione alle periferie – questo vale ad esempio per il San Paolo, per San Girolamo, per il quartiere San Pio – è segno di una responsabilità più grande; in una famiglia quando c’è una difficoltà e ci sono anche dei doni, tali doni vanno conservati e alimentati, con la collaborazione di tutti i suoi componenti. Ecco perché questo è un dono, è un dono da accogliere: da parte del Signore e da parte degli uomini».

È intervenuto anche il Vice Presidente della V Circoscrizione Nicola Carnimeo: «È doveroso da parte della circoscrizione dare il benvenuto a tutti da parte del quartiere Japigia, ed in particolare di questa parte di quartiere che molti erroneamente etichettano “a rischio e pericolosa”… Il compito circoscrizionale è costituito da alti e bassi, da momenti di disagi e di frustrazione – come quando si prende consapevolezza dei propri limiti di piccolo quartiere – e da giornate come queste che portano un rinnovato clima di pace e di riconciliazione col proprio territorio… Il vissuto degli operatori nel sociale e dei professionisti delle relazioni d’aiuto possa reggersi su motivazioni forti, che in alcuni casi possa addirittura sfiorare la vocazione. E per questo oggi possiamo dire che siamo più forti, più motivati; pertanto, sono sicuro che tutti i presenti a quest’inaugurazione, gli operatori della Fondazione unitamente allo staff circoscrizionale sapranno “dare l’anima” per questa struttura… Importante è il concetto già citato della speranza: siano gli operatori contagiosi nel loro lavoro e credano anche all’impossibile, vivano quasi come una missione il loro operato nel quartiere verso tutte quelle persone che usufruiranno di questo servizio».

Un momento della giornata inaugurale del centro

Da ultimo, l’intervento dell’assessore al Welfare del Comune di Bari, Ludovico Abbaticchio: «In questi sette anni in cui sono nel mondo della politica, ho potuto constatare come questa sia una politica che lavora per il cittadino, lavora per il sociale, lavora per l’ambiente, nel rispetto delle persone, nel rispetto degli ultimi – con vere e proprie battaglie contro la povertà – e a sostegno dell’infanzia e dell’adolescenza … Da quando sono assessore al Welfare e ai servizi sociali “non dormo più tanto bene”, perché ogni giorno soffro per la crescita della povertà e per le situazioni di devianza dei nostri ragazzi… In quest’ottica, l’importanza di servizi come questi nel processo di crescita della città e della famiglia come forma sociale è una tappa fondamentale del percorso urbanistico e al tempo stesso sociale: rispetto a qualche anno fa; oggi Japigia offre case per i cittadini, crea una programmazione sincronizzata tra pubblico e privato, crea progetti di educazione per i giovani, crea occasioni anche di stampo culturale … Come si fa in una qualsiasi famiglia, anche in questa che è il quartiere – ma che è al tempo stesso l’intera città di Bari – si fa quel che si può perché tutto vada bene, anche con tanta fatica e serietà: per cui ringrazio tutti gli operatori che pur rimanendo in una sorta di anonimato, comunque portano avanti un’idea di progetto che vuol fare il bene dei propri cittadini».

E’ interessante questa identificazione della periferia con la realtà familiare: indicazione di un metodo e di una prospettiva per l’intervento sociale all’interno della città; ipotesi progettuale per il rilancio delle periferie; affermazione di un valore culturale che deve tradursi quotidianamente in prassi, ricordando a tutti che senza tensione alla formazione e alla crescita del senso della comunità, difficilmente può diffondersi la responsabilità della cittadinanza.

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