Turismo sostenibile ed ecoturismo, un rapporto per saperne di più

Gli intervistati sono in gran parte già consci di un turismo definito “sostenibile” (74%), che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre al minimo il consumo energetico e di risorse del territorio

Un panel di mille cittadini, disaggregati per sesso/età/residenza, intervistati attraverso un questionario strutturato. Cittadini interrogati sui danni che il turismo può portare all’ambiente: per il 47% del panel un problema dell’Italia in generale, per il 20% un problema circoscritto solo ad alcune aree. In larghissima misura, per via di cementificazione e speculazione edilizia (62% del campione) piuttosto che per inquinamento (10%), ipersfruttamento del territorio (8%), sovraffollamento in alcuni periodi (6%).Sono solo alcuni dati del rapporto di Fondazione Univerde, con IPR Marketing, su “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”.

Il turismo “buono” – Gli intervistati sono in gran parte già consci di un turismo definito “sostenibile” (74%), che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre al minimo il consumo energetico e di risorse del territorio. Per il 33% delle persone “eticamente corretto”. Persone che ritengono che oggi il vincolo della sostenibilità sia un’opportunità di crescita (47%) per lo sviluppo economico di un’area turistica. Il 54% del campione, inoltre, nel momento in cui pianifica un soggiorno turistico, si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente in relazione alle meta, al mezzo di spostamento, alla struttura da prenotare. Anche rispetto alla spesa, il 48% di loro risponde di esser disponibile a pagare qualcosa in più (nell’ordine di un 10-20%) qualora avesse garanzie per l’ambiente, di contro a un 31% che guarderebbe invece al solo risparmio economico.

Viaggiare e mangiare “en plein air” – Quanto alle strutture (ndr, il riferimento non è il 100% per via della possibilità di risposte multiple): in testa gli alberghi (39%), quindi case in affitto (29%), agriturismi (25%), bed and breakfast (24%), pensioni (9%)e campeggi (7%). Prima di scegliere il proprio alloggio, il 45% si informa sul livello di attenzione che questo ha per l’ambiente, in principal modo da internet (73%) e per passaparola (34%), guardando soprattutto a requisiti di struttura e organizzativi, come fotovoltaico (48%) e organizzazione dei rifiuti (36%). Come mezzo di trasporto, un 14% ha, da sempre, preferito il treno. Per la ristorazione, il 29% è da sempre attento ad agricoltura biologica e il 49% prodotti a km zero; il 9% sempre menù vegetariani, il 4% vegani.

Turisti informati – Il 71% del campione si informa in rete per progettare il proprio soggiorno “ecoturistico”, ossia che rispetti ambiente e popolazioni locali e valorizzi le risorse naturali e storico-culturali del territorio. Principalmente attratto dalla scoperta delle culture e tradizioni locali (47%) anche per quel che riguarda la visita di aree protette e parchi naturali, vissuti di preferenza facendo base in un agriturismo (51%). Tra le possibilità più attraenti, le visite in aree archeologiche e borghi storici, l’enogastronomia del posto, le escursioni, l’artigianato locale e le attività tipiche del luogo. Concordi al 75% che l’attenzione all’ambiente – tendenza in aumento nel prossimo decennio (58%) – comporti una crescita per l’economia turistica di un territorio.

C’è posto anche per l’Expo – Per finire con un breve cenno all’Expo 2015, con il pensiero che forse non stia valorizzando l’agricoltura italiana (38%), ma debba farlo soprattutto con la piccola agricoltura contadina senza chimica (58%). Un’occasione da sfruttare al massimo – ma per cui si è scettici (47%) – in cui proporre un documento conclusivo che impegni tutti i Paesi a favore di politiche agricole sostenibili, al fine di garantire a tutti il diritto all’alimentazione e ridurre gli sprechi di cibo (53%).

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