
Cosa cercherà il turista quando sarà finita l’emergenza Coronavirus? Prosegue l’approfondimento di Ambient&Ambienti sul tema

Gli ultimi monitoraggi sull’emergenza Coronavirus sono rassicuranti. Il rapporto tra nuovi contagi e tamponi effettuati resta basso; il Governo, col supporto della Task Force e del Comitato tecnico-scientifico, ragiona sulla graduale ripresa delle attività, mediando le istanze dei governi locali e delle realtà produttive.
I lenti segnali di ripresa sollecitano la nostra innata voglia di conoscere ed esplorare, insomma il nostro desiderio di fare turismo. Tuttavia, saranno ancora necessarie forme di distanziamento sociale, che condizioneranno la nostra libertà di viaggiare.
“Sana accoglienza” per il viaggiatore post-Covid
Il marketing turistico si sta adeguando alle nuove prospettive post-emergenza. L’agenzia di comunicazione Open Mind Consulting ha interpellato il dottor Mauro Felletti, psicanalista e psicoterapeuta, per poter immaginare le nuove offerte turistiche. «Nell’immediato – ha ipotizzato il dottor Ferretti – il viaggiatore rimarrà in Italia, alla ricerca di posti che offriranno sana accoglienza, cioè sicurezza sanitaria, benessere morale e sociale». Secondo Monica Fabris, sociologa e Presidente della società Episteme, «il turista sarà alla ricerca di un’offerta in grado di unire ambiente e cultura, un turismo sostenibile, dunque ed attento al rispetto per l’ambiente e magari meno di massa», mentre gli operatori turistici giocheranno la carta della destagionalizzazione. Sarà un turismo più stanziale, con un calo, anche se si stima moderato,del turismo croceristico.
In questo contesto, gli albergatori dei piccoli borghi avranno un ruolo di primo piano. I distretti turistici, istituiti con la legge 106 del 2011, hanno dato vita al Partenariato nazionale per il turismo. «L’intento – ha spiegato Vincenzo Marrazzo, coordinatore dei distretti turistici della Campania e presidente del Partenariato – è progettare iniziative che valorizzano il paesaggio e rilanciano la cultura turistica».
Il comparto chiede al Governo leggi e finanziamenti per la riqualificazione dei centri storici, oltre a iniziative dedicate agli albergatori. «In aggiunta agli sgravi fiscali – ha detto Giancarlo Carniani, general manager di To Florence Hotels, si possono immaginare contributi per gli operatori sanitari che vorranno andare in vacanza. Sarebbe un segnale di ripartenza e di fiducia».
Covid e spiagge: balneari pronti per la fase 2?
Per gli operatori balneari, la fase 2 dell’emergenza Coronavirus sembra ancora un miraggio. L’ultimo DPCM ha confermato il blocco delle attività connesse al settore balneare, nonostante l’appello di Federbalneari.
Il gruppo pugliese di Fratelli d’Italia sta supportando le istanze dei balneari sia in sede regionale che in sede nazionale. Tra le richieste supportate: possibilità di accesso alle strutture per adeguarle a misure di distanziamento sociale; proroga delle concessioni demaniali in tutta Italia fino al 2033 (le attuali scadono a fine 2020), per consentire l’uso dei fondi del DL Liquidità.