
Quali strategie per il turismo del futuro in Puglia? Chi potrà organizzare la stagione estiva?
Turismo in Puglia: quando il sistema turistico legato alla fruizione della costa potrà assestarsi nel rispetto della legalità? Questi i temi discussi nella tavola rotonda organizzata da Ambient&Ambienti e Federbalneari
Sabato 2 marzo a Lecce si è parlato di strategie per il futuro del turismo. L’occasione l’ha data Ambient&Ambienti, che in collaborazione con Federbalneari Italia e Federbalneari Salento ha organizzato la Tavola Rotonda Paesaggio, Turismo, Ambiente: quale futuro?, nell’ambito di BTM 2019.
L’incontro ha dedicato anche grande attenzione alla situazione delle strutture balneari, seguendo il solco degli argomenti più sentiti in questo periodo e in funzione della prossima stagione estiva che già fra qualche giorno farà partire la macchina organizzativa per la riorganizzazione turistica della costa. Ma quanti potranno farcela? Quanti riusciranno ad essere pronti? E soprattutto quando il sistema turistico legato alla fruizione della costa potrà assestarsi nel rispetto della legalità?
Turismo in Puglia: Gallipoli esempio virtuoso?
Obiettivo della tavola rotonda moderata dalla direttrice di Ambient&Ambienti Lucia Schinzano era discutere della contraddizione tra le attuali politiche e le scelte per la valorizzazione del nostro turismo, anche alla luce del pericolo che corre il nostro patrimonio culturale, paesaggistico e naturale. I rappresentanti del mondo politico, istituzionale, accademico ed imprenditoriale intervenuti, hanno dato il loro contributo ciascuno nel proprio ruolo: si voleva cercare il dibattito, far emergere i conflitti presenti, suggerire le soluzioni. A loro si è unito con un appassionato intervento Stefano Minerva, Presidente della Provincia di Lecce e Sindaco di Gallipoli. Si è a volte notato un contrasto, che però ha evidenziato, a nostro giudizio, la voglia di trovare sintesi e soluzioni per il futuro.
E forse così è stato se alla fine è stato possibile, pur con qualche “sobbalzo” dialettico per alcune prese di posizione, tirare delle conclusioni importanti. E vogliamo cominciare proprio da un ospite divenuto anch’egli relatore con un ruolo importante: Stefano Minerva, primo cittadino della “città bella”. Di quella Gallipoli il cui sindaco ha saputo dire no alla litoranea togliendo l’asfalto e proponendo un percorso ciclabile e di riqualificazione della costa, di integrazione della fascia costiera con i valori naturalistici dell’entroterra. È il sindaco – come ha detto lui stesso – che sta cercando di coniugare fruizione e rispetto del paesaggio, ma anche quello che si è battuto contro la speculazione degli affitti di posti letto indecenti, o contro il caos fine a sé stesso. Ed è anche il sindaco che vuole dare risposte ad esigenze della città e superare i conflitti, perché soltanto con il dialogo si può guardare al futuro.
Turismo in Puglia: un dibattito per chiarire i conflitti
Tutti temi, questi, venuti fuori in modo accorato alla fine, ma che Lucia Schinzano aveva posto sin dall’inizio agli ospiti della tavola rotonda. I problemi della categoria degli operatori balneari salentini sono stati esposti dal loro presidente Mauro della Valle: ha dichiarato i disagi, ha richiesto soluzioni manifestando la disponibilità degli imprenditori, almeno alcuni, a diventare attori della tutela, custodi del territorio: è la sua tutela che genera quelle qualità che attirano il turista.
Vi sono poi imprenditori con delle pecche nella realizzazione e conduzione degli stabilimenti, come ha posto in risalto anche il prof. Pier Luigi Portaluri (UniSalento), che ha richiamato correttamente l’importanza di agire nella piena legalità sempre, perché la legalità deve essere presente in ogni azione e non ritrovarsi solo laddove se ne può cogliere l’opportunità di “usarla”. L’allontanamento dalla legalità diminuisce la credibilità degli operatori turistici, li pone in condizioni di debolezza, li trasforma in perdenti.

Portaluri ha chiesto coerenza alla politica, e ha fortemente criticato l’adozione di provvedimenti legislativi recenti e scritti male, quasi provvedimenti di politica del consenso e non di politica della tutela, come quello che sposta il mantenimento delle strutture al 2020. Ma quali strutture? Ovviamente la politica del consenso fa spuntare l’interpretazione di considerare amovibili le strutture demolibili entro 90 giorni. Non possiamo non ammettere che alcuni operatori si sono caratterizzati per atteggiamenti propositivi, accettando confronti e proponendo strategie unitarie e condivise con gli Enti preposti alla tutela, come ad es. a Manfredonia, in cui si sono definiti accordi con la Soprintendenza per consentire di prolungare il mantenimento delle strutture, suggerendo layout estivi e invernali.
Turismo in Puglia: professionalizzare la forza lavoro per destagionalizzare
Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia, ha lamentano i rilevanti costi di produzione dei servizi balneari, che mal si concertano con scenari di destagionalizzazione, se non inseriti in percorsi lungimiranti, capaci anche di dare certezza agli investimenti, spesso soffocati da controlli e costi eccessivi. E’ vero, in certi periodi assumere personale costa e il bilancio del periodo stagionale porta un segno negativo. Il bravo imprenditore come lui, però, condividerà certamente la nostra visione secondo cui il bilancio lo si chiude su scala annuale, laddove si confondono i lauti guadagni estivi con quelli meno belli dei periodi magri. Il bilancio complessivo è positivo, come dimostra la volontà di andare avanti e di proseguire nelle attività. Non c’è nulla di male allora, anzi, a “spalmare” su scala annuale o pluriennale investimenti materiali ed immateriali, fra cui investimenti nel capitale umano, in modo da offrire periodi lunghi di assunzioni, consentire professionalizzazione della forza lavoro, dare stabilità al sistema produttivo.
I guadagni possono essere anche rilevanti e possono ben sopperire alle spese per processi costruttivi nuovi; potrebbero rendere compatibili scelte architettoniche di pregio e nuove tecnologie di smontaggio, che possano consentire di riutilizzare negli anni successivi le strutture “veramente” amovibili da realizzare.
Insomma è possibile creare vere strutture amovibili per rispettare la norma, generare layout estivi e invernali, per consentire il rispetto di quelle caratteristiche che consentono di dichiarare sostenibile ed accettabile una struttura balneare, senza false assunzioni che poi richiedono necessariamente emendamenti “stravaganti” e di facile consenso che però gli stessi imprenditori devono scansare e rifiutare. Il dialogo è quindi possibile, e lo si è visto con la presenza delle istituzioni, in primis la Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio, che costantemente negli ultimi tre anni ha partecipato a momenti di incontro e dialogo, per individuare percorsi e soluzioni richieste da tavoli di concertazione voluti dalla Prefettura di Lecce e dalla Regione.
Turismo in Puglia: un problema tecnico o politico?
La Soprintendente Maria Piccarreta è stata chiara: «Si parla di spazio pubblico dato in concessione», ha detto; ha richiamato poi l’importanza di una visione di futuro; ha quindi tracciato scenari di compatibilità e ha ribadito una cosa fondamentale che molti dimenticano: il problema è tecnico. Condividiamo questa impostazione, perciò pensiamo sia necessario dare risposte tecniche alle criticità presenti, quindi trovare soluzioni tecniche possibili perché le norme vanno rispettate, perché vengono a valle di un percorso normativo e di concertazione che ha definito regole che devono valere per tutti.
Se le soluzioni tecniche non sono possibili e se le soluzioni legittime non rimuovono i conflitti e non risolvono le esigenze delle parti in causa, tocca allora alla politica, con la sua capacità di guardare oltre, di guardare lontano, individuare eventualmente nuove norme, ma non per aggirare gli ostacoli, bensì per sintetizzare nuove soluzioni rispettose di principi cardine della sostenibilità ambientale e del rispetto del paesaggio. Una politica lungimirante e nuova, come quella richiamata nell’intervento del Consigliere regionale Cristian Casili, che ha richiamato l’importanza del rispetto del paesaggio «sempre», ha puntualizzato, e che ha ricordato l’importanza di far rivivere le relazioni tra la costa e l’entroterra, perché il territorio non ha confini geografici. In questa logica ha ricordato il paesaggio rurale che rischia di essere modificato definitivamente dalla Xylella (che genera un nuovo triste paesaggio), ed ha evidenziato la necessità di vedere il paesaggio in maniera integrata, promuovendo strategie di tutela e di sviluppo.
Capone: “Entro marzo tavoli di concertazione”
Una politica diversa, quindi, quella che l’Assessore della regione Puglia al turismo Loredana Capone ha assunto l’impegno di mettere in campo. In una visione ampia, è stata lei a richiamare le strategie di valorizzazione turistica di cui la Puglia è attrice ed ha assunto l’impegno di convocare tavoli di concertazione a breve, «al mio ritorno da Berlino» (dove si svolgerà la Fiera internazionale del Turismo dal 6 al 10 marzo), in cui la Puglia promuoverà sé stessa e per la quale servono regole chiare e certe.
Il PPTR, non vincolo ma opportunità per lo sviluppo

Proprio quelle regole che il Piano Paesaggistico della Puglia (il PPTR), ha tracciato nel passato, come ha indicato la sua ispiratrice prof.ssa Angela Barbanente (PoliBa). «Il paesaggio è dinamico; il PPTR non è solo un sistema di regole, ma un progetto di territorio, un progetto di paesaggio, un progetto di futuro», ha detto, sostenendone con forza l’impianto. E infatti siamo convinti che il PPTR non è solo da applicare, ma è un bellissimo progetto da coltivare e attuare continuando a definire linee guida, progetti sperimentali da tradurre in azioni concrete, capaci anche di portare, se necessario, a miglioramenti delle norme.
Se il PPTR lo si intende in maniera statica non si è capito nulla di un progetto di futuro che la Puglia per prima in Italia ha saputo creare. Rispolveriamo quindi il Piano Paesaggistico come progetto di futuro e non come sistema di regole rigide. Riprendiamo a guardare a quei progetti sperimentali già avviati come quello citato dal sindaco di Gallipoli: il PPTR deve diventare una buona volta volano di sviluppo e di generazione di sperimentazioni di paesaggio. Dialoghiamo con gli Enti preposti alla tutela, tra cui la Soprintendenza, e teniamola in considerazione per quello che veramente è, la tenutaria della qualità del territorio e del rispetto delle regole. Dimostriamo la capacità di essere veramente diversi, generatori di scenari di sviluppo sostenibile.
Ci auguriamo che la Regione, in questo contesto, assuma il ruolo di catalizzatore di processi di sviluppo.: non solo: sproniamo la Regione a dare una seria accelerata a questi processi. Facciamo sì che il prossimo tavolo di concertazione scandisca compiti e tempi rigidi per l’attuazione di decisioni non rinviabili. Solo così si diventa credibili e si diventa generatori di futuro.