
Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf: “Ci attendiamo misure e atti concreti dal Governo per una exit strategy dalle trivellazioni”. Verdi:” La lobby del petrolio in Parlamento ancora forte. Transizione ecologica ancora lontana”
Levata di scudi di partiti, organismi e associazioni ambientaliste dopo che il Ministero della transizione ecologica e il Ministero della cultura hanno approvato la proroga delle concessioni per la coltivazione per l’estrazione di idrocarburi, alcuni progetti di messa in produzione di pozzi già realizzati e la perforazione di nuovi pozzi in aree di coltivazione di idrocarburi gassosi già autorizzate. In particolare, come indicato nel Bollettino Ufficiale Idrocarburi, si tratta dell’approvazione di 7 Valutazioni di Impatto ambientale (VIA) e di una decina di concessioni per estrazione di metano.
Le aree interessate a mare si trovano nell’alto e medio Adriatico, nello jonio e nel canale di Sicilia e interessano i tratti prospicienti le coste di Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Calabria.
Greenpeace Italia, Legambiente e WWF
Il problema è a monte e non a valle di procedimenti tecnici come la VIA. Queste nuove autorizzazioni non vanno proprio bene seppur riferite a procedimenti in corso da anni”. E’ questo il parere di Greenpeace Italia, Legambiente e WWF, che sottolineano la mancanza in Italia di una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della UE) che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere. Queste leggi, inoltre, prevedono un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi.
“Ora più che mai ci attendiamo misure e atti concreti dal Governo per una emancipazione definitiva dalle fonti fossili del nostro Paese – dichiarano le associazioni -. dotandoci da subito di una exit strategy dalle trivellazioni, investimenti per una svolta davvero verde – grazie anche alle risorse del Next Generation EU – e non lo svincolo di permessi per le fossili”.
Per rispettare gli obiettivi dell’European Green Deal Greenpeace Italia, Legambiente e WWF chiedono alle forze politiche di governo una scelta di campo chiara, netta e coerente con l’obiettivo europeo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.
Evi (Verdi europei): “Un appello a Cingolani”

E si rivolge direttamente al Ministro Cingolani l’europarlamentare del gruppo dei Verdi Eleonora Evi, con “un messaggio forte e chiaro contro le trivelle affinché punti con determinazione e coerenza sulle fonti rinnovabili e affinché la transizione ecologica non rimanga solo un’etichetta affissa alla porta del suo ministero. Il nostro Paese ha bisogno di una vera transizione ecologica che si traduca in un rinnovato impulso economico e in nuovi posti di lavoro”.
In passato la Evi aveva aveva rivolto alla Commissione europea un’interrogazione parlamentare, chiedendo se l’eventuale ritorno delle trivelle fosse compatibile con gli obiettivi del Green Deal, anche in considerazione di eventuali pericoli per l’ambiente marino. La risposta della Commissione – spiega l’eurodeputata – sottolinea con decisione che i combustibili fossili, compreso il gas, non fanno parte del futuro energetico dell’UE, e che le attività ad esse legate vanno ridotte, lasciando spazio a fonti energetiche compatibili con gli obiettivi climatici e con il Green Deal europeo. La Commissione ribadisce, inoltre, l’obbligo degli Stati membri a prestare particolare attenzione alla tutela dell’ambiente marino.
Il nodo della questione è il significato da dare all’espressione “transizione ecologica”, che non può, si sottolinea da tutte le parti, ospitare l’idea dei combustibili fossili, se si vuole raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050.
Bonelli (Verdi): Altro che transizione ecologica, in Italia ripartono le trivelle
“Il Ministro Cingolani delinea una strada che sembra aver molto poco a che fare con il ruolo che ricopre. Tenendo conto del periodo storico, e degli impegni in tema di Green Deal Europeo, è inammissibile un passo indietro di questa portata da parte del Governo”. Così in una nota il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Anche per i verdi italiani la questione-trivelle contrasta fortemente con la destinazione dei fondi del Next Generation Eu che l’UE ha dato all’Italia per la decarbonizzazione del Paese. “Al contempo – prosegue Bonelli – , vengono rallentate le autorizzazioni per le rinnovabili, come accaduto per il caso di Rimini, dove è stato bloccato un impianto di energia eolica da 330 MW. ‘Trivelle si Eolico No’: è questo il vero scandalo che compromette la transizione energetica nel nostro Paese, con la lobby del petrolio in Parlamento ancora forte nonostante sia completamente anacronistica e contro il futuro.Come del resto testimonia il respingimento da parte dell’Assemblea della Camera dell’emendamento sull’abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2030.
“Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 – conclude Bonelli – e tener fede agli Accordi di Parigi occorre vietare le trivellazioni, sia in mare sia in terra, che tra le attività legate alle fonti fossili sono una delle più pericolose”.