Tremiti: pericolo perforazioni petrolifere

I ministri dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Stefania Prestigiacomo e del per i Beni e le attività culturali Giancarlo Galan, hanno firmato, in data 29 marzo 2011, il decreto n° 126, che autorizza la società irlandese Petroceltic Elsa a compiere prospezioni marine, cioè sondaggi sui fondali al largo delle Isole Tremiti, per cercare il petrolio. L’area di mare da sottoporre a indagine geosismica è di 750 chilometri quadrati, a 26 chilometri, per l’esattezza, dall’arcipelago. Al termine dei sondaggi, il governo autorizzerà l’azienda di idrocarburi a perforare il fondo sottomarino. Le prospezioni saranno effettuate con il cosidetto Air gun, di cui Ambient&Ambienti ne ha già parlato ampiamente (clicca qui per leggere l’articolo Petrolio in Adriatico: danni e pericoli), cioè delle grosse bolle di aria vengono sparate sul fondale da un apposito cannone, l’eco dello scoppio della bolla d’aria riporta poi alle apparecchiature a bordo informazioni sulla consistenza del fondo, da cui si ricava se sotto c’è ancora roccia oppure, appunto, il petrolio. L’eco dello scoppio della bolla d’aria si avverte, però, anche a chilometri di distanza, e sebbene il decreto contiene norme per la salvaguardia di flora e fauna sottomarina, il sistema dell’Air gun si è dimostrato già mortale per i nove capodogli in navigazione nel basso Adriatico e spiaggiati vicino Peschici sul Gargano (clicca per leggere l’articolo Chi ha ucciso i capodogli?). Tra l’altro il Governo non ha ancora provveduto a risarcire chi si è offerto di sotterrare le carcasse dei poveri cetacei.

“Trovo assurdo autorizzare una ricerca di petrolio nel mare delle isole Tremiti Stiamo valutando le iniziative, sul piano giuridico, per fermare questo scellerato tentativo di aggressione del nostro territorio”, il commento del presidente delle Regione Puglia Nichi Vendola.

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