
Traffico di rifiuti dalla Campania verso la Puglia: nell’operazione coinvolti anche politici, imprenditori e funzionari Arpa
Ci hanno messo poco a ribattezzarla la nuova ‘Terra dei fuochi’. Dalla Campania alla Puglia. E all’indomani dell’operazione “In Daunia venenum”, che ha portato a 19 misure cautelari per traffico organizzato di rifiuti, corruzione e falso, in Capitanata la rabbia e lo sdegno hanno fatto spazio ad allarmismi e proteste.
Si è mobilitato anche l’Ordine dei medici della provincia di Foggia. Contro quelli che definisce “criminali senza scrupoli che hanno sversato in questi anni nei nostri territori tonnellate di rifiuti al di fuori da ogni controllo”. Un “turpe reato”, che inquina terreni, aria e acqua con possibili gravi ripercussioni sulla salute pubblica.
E proprio per salvaguardarla, il presidente dell’Ordine, Salvatore Onorati, a nome del proprio Consiglio, ha chiesto “alle Istituzioni preposte a mettere in atto fin da subito misure per mettere in sicurezza i siti e cominciare immediatamente azioni di bonifica dei territori interessati”. Prima che sia troppo tardi. “Non aggiungiamo colpevoli ritardi ad atti delinquenziali che possono aver minato la salute di noi tutti”. E l’Ordine si mette a disposizione “con le proprie competenze”.
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Corruzione diffusa

A colpire, nella vicenda, sono anche i ruoli ricoperti dai protagonisti. Quarantasei indagati: 42 persone fisiche e quattro società. Tra loro, un funzionario dell’Arpa Puglia – dovrà rispondere di falso e due episodi di corruzione: avrebbe ottenuto una tangente di 5000 euro e l’assunzione del figlio -, ma anche tre politici (di San Severo e Barletta), che avrebbero fatto da intermediari fra una società di compostaggio e il funzionario, facendosi corrompere con 5000 euro per non evidenziare le irregolarità.
“Non è il primo caso – denunciano gli studenti di Link e UdS – in cui imprenditori, dirigenti della pubblica amministrazione e politici vengono indagati e poi arrestati per scarico di rifiuti illegali. E “il coinvolgimento di un dirigente ARPA nei fatti relativi a questa indagine è emblematico: come possiamo sentirci al sicuro, se chi dovrebbe assumersi la responsabilità della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini è immischiato in attività criminali?”
Traffico rifiuti, l’allarme
Il totale del materiale illecitamente sversato, dal 2010 al 2014, è stato quantificato in circa 100.000 tonnellate. Il sequestro preventivo di beni è invece di oltre
Una ulteriore conferma di quanto avviene da anni anche per Legambiente Puglia. «Questa operazione conferma come il traffico illegale dei rifiuti rappresenti un business economico di non poco conto. In Puglia – evidenzia il presidente, Francesco Tarantini -, dal 2002 al 2016, sono state ben 58 le inchieste condotte contro le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, circa il 18,5% delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Il blitz dà prova del fatto che la provincia più colpita

rimane quella di Foggia, come emerge dal Rapporto Ecomafia 2016, che la vede al primo posto nella classifica regionale delle illegalità nel ciclo dei rifiuti, con 122 infrazioni accertate, 80 denunce e 28 sequestri». Nella classifica nazionale, è invece al sesto posto.
Un incendio sospetto
Ma la notizia ha colpito la città per un motivo in più. A fine maggio alle porte di Foggia si è registrato un intenso incendio. Il fumo ha avvolto la città. In fiamme una discarica abusiva, sotto sequestro, che ha preso fuoco in via Castelluccio. In sostanza, una colonna di fumo tossica proveniente da una discarica abusiva, più volte denunciata dagli abitanti della zona. In attesa di ulteriori analisi e accertamenti. E qualche silenzio di troppo.