Tra battaglie ambientaliste e morti sulla strada: la travagliata storia della SS 275

SS 275 Maglie Leuca
La SS 275 diventa a due corsie all'altezza di Scorrano (foto Ambient&Ambienti - Riproduzione riservata)

Caroppo (FI): “Da cronoprogramma i lavori  per il primo lotto iniziano ad aprile 2023, ma siamo in ritardo”

 

L’Odissea della SS 275, tristemente nota come “la strada della morte”, continua ancora oggi tra rinvii e polemiche. La vicenda della Maglie – Leuca, quella che attraversa la parte più popolosa del Salento, trascina con sé un drammatico bilancio: oltre 100 morti e un numero imprecisabile di feriti. L’ultimo a perdere la vita sulla statale è stato l’infermiere siciliano Alessandro Santoro, 32 anni, nel tratto compreso tra i comuni di Nociglia e Montesano Salentino, il 4 novembre.

Ad oggi, si attende lo sblocco dei lavori per il raddoppiamento e ammodernamento della Maglie-Leuca, di cui il progetto è stato già approvato. La questione è sempre la stessa: avere un equilibrio tra l’esigenza di fare la strada e quello di rispettare il paesaggio.

Una storia che parte da lontano

La contesa è più che trentennale: i primi tentativi di ammodernarla ed estenderla risalgono al 1987, poi finiti nel dimenticatoio fino al 1999, quando la ss 275 viene inserita nella rete stradale di interesse nazionale. Affidata all’Anas nel 2000, la statale (che è il naturale prolungamento verso sud della SS 16, la più lunga dell’Europa centro occidentale) è stata oggetto di diverse misure coordinate con il Sisri (Consorzio per lo sviluppo industriale e di servizi reali alle imprese) e il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica).

All’altezza di questo distributore di benzina, dove la SS 275 è a due corsie, la strada si rimpicciolisce ancora di più (foto Ambient&Ambienti – riproduzione riservata)

La macchina di progettazione si inceppa al momento dello studio di impatto ambientale. A raccogliere le “stranezze burocratiche” è il movimento ambientalista “SoS Costa Salento” in un dossier di circa 160 pagine. Come si legge, all’epoca sarebbe emerso innanzitutto un conflitto d’interessi, poiché ad effettuare lo studio fu la Pro. Sal., società già interessata alla progettazione della stessa strada. Poi emerse la questione archeologica, “ridotta a poche righe – scrivono gli attivisti – in cui si elimina la possibilità di evidenze archeologiche in quel tratto”.

Altro punto dibattuto nel dossier, è la posizione della Regione Puglia: fino al 2007, infatti, l’amministrazione Vendola era contraria all’ipotesi di un allungamento delle 4 corsie oltre Montesano Salentino, confermata dalla delibera 102 del 2007. Una posizione in perfetta linea con quella dei comitati e delle associazioni ambientaliste, che tuttavia fu modificata con una successiva e, ad oggi, introvabile delibera, la 965 del 2007, in cui si decise che le 4 corsie sarebbero arrivate a San Dana. La battaglia così si spostò sugli ultimi 7 km, il vero pomo della discordia in questa vicenda, che suscitò anche la mobilitazione dei cittadini.

Ultimo ma non per importanza, il tema dello snaturamento del territorio. Secondo gli ambientalisti, la SS 275 sarà “un’opera imponente di circa 900mila m² di asfalto, per i quali saranno sradicati più di 2000 alberi di ulivo, tranciando l’antico sentiero per Leuca e sorvolando l’insediamento rupestre di Macurano”. Secondo quanto calcolato dal geometra Francesco Panìco nel dossier, l’imponente struttura nel solo territorio di Tricase sarebbe costata l’esproprio di 58 ettari, l’abbattimento di 29 immobili (pajare, lamie, depositi, stalle ma anche villette residenziali), 2mila alberi di ulivo secolari da espiantare e lunghi chilometri di muretti a secco da distruggere.

“Agire, non parlare”

SS 275 (foto Ambient&Ambienti – Riproduzione riservata)

Dall’altra parte della barricata, ci sono i politici che, a undici anni di distanza dal dossier (e dopo il numero di morti che non si arresta a crescere) continuano a battere il martello sull’inizio dei cantieri.

Tra questi c’è l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, che ha sottolineato la necessità di concedere libertà di manovra al Commissario straordinario per i lavori sulla statale, già nominato dal Governo. Una nomina (quella per il secondo lotto) attesa per nove mesi, e che è arrivata a maggio di quest’anno.

C’è anche il deputato neo eletto Andrea Caroppo (FI): “Il Salento attende da ben 172 giorni che la Regione Puglia di Michele Emiliano rilasci l’autorizzazione paesaggistica in deroga al Piano paesaggistico territoriale regionale. Dalla Regione, allora, anziché parlare si acceleri”.  E aggiunge: “Non è una questione di colori politici ma di volontà e di efficienza. La Regione Calabria del Presidente Occhiuto e la Regione Emilia Romagna del Presidente Bonaccini – per dirne due amministrate da maggioranze diverse – impiegano poche ore o, se è necessaria l’interlocuzione con altri enti, pochi giorni, per esprimere i pareri sulle grandi opere pubbliche”.

Ad Ambient&Ambienti, Caroppo ha raccontato che “il caso SS 275 fa scuola per i ritardi riconducibili a diversi fattori. Tra questi ci sono state anche le posizioni ambientaliste radicali nel corso degli anni, cattive amministrazioni, intoppi di percorso molto lunghi e intricati”. E aggiunge: “Il commissariamento dell’opera concede alcuni poteri più incisivi. Siamo in ritardo di circa un mese sul cronoprogramma per i lavori del primo lotto, che ufficialmente dovevano iniziare ad aprile 2023. Il secondo? La strada è lunga…”

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