Nove chilometri di costa, quattrocentocinquanta ettari di terreno, cinquecento metri di larghezza coast to coast: sono i numeri del più grande abusivismo costiero d’Italia. Siamo a Torre Mileto, Comune di Lesina, terra di Capitanata: circa duemilaottocento case abusive sono state costruite nei decenni passati su terreni del demanio pubblico, in una zona dichiarata dall’Unione Europea Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) perché meta delle rotte migratorie di numerose specie di uccelli, in pieno Parco Nazionale del Gargano. L’insediamento di Torre Mileto è nella top five degli “Ecomostri di Legambiente”.
Il villaggio fantasma (ma non tanto) – Si tratta di un villaggio costiero completamente abusivo, costruito su una lingua di terra che divide il mare Adriatico dal Lago di Lesina. Le costruzioni prive di fondamenta, allacci e fognature a pochi metri dal bagnasciuga, sono state realizzate a partire dagli anni ’70, con un incremento notevole di edificazioni nei primi anni’80. L’elettricità per le singole utenze è fornita da generatori di corrente. Lo smaltimento delle acque reflue avviene tramite pozzi disperdenti e l’acqua per gli usi domestici viene presa da pozzi scavati appositamente, con gravi rischi per la salute pubblica. Nel caso di Torre Mileto non parliamo di abusivismo di necessità: infatti le abitazioni sono tutte seconde case appartenenti, per lo più, a cittadini residenti nella vicina Sannicandro Garganico. Un vergogna collettiva da anni denunciata dalle associazioni ambientaliste, a cui sembra non esserci rimedio. Nel 2009 la Regione Puglia, nell’ambito del Piano d’intervento di recupero territoriale (Pirt), aveva approvato una delibera per l’abbattimento di una parte di queste costruzioni, circa ottocento, entro il 2012 ma nulla di ciò è stato fatto. Le uniche demolizioni risalgono al 2004 quando il Comune di Lesina emanò un’ordinanza per abbattere quattro villette. Solo il canale Schiapparo, che permette il ricambio delle acque dal lago verso il mare, ha impedito un ulteriore scempio paesaggistico.
Dune addio – Le abitazioni sono state costruire a ridosso sia della spiaggia marina che si quella lacustre, contravvenendo alle normative in materia di urbanistica e dissesto idrogeologico. Il danno ambientale arrecato dall’abusivismo edilizio di Torre Mileto è rilevante, soprattutto per quanto riguarda la perdita del sistema dunale: esso, contribuisce a delimitare e proteggere, interponendosi al mare, ambienti umidi i laghi e le paludi costiere, oltre ad arginare naturalmente le acque alte marine. Nonostante l’intera zona sia di demanio statale, le domande di condono edilizio presentate negli ultimi decenni sono state numerose. Questo perché i proprietari delle case si sentono “vittima di un’ingiustizia”, dato che hanno pagato nel corso degli anni tasse e balzelli emessi dallo Stato. C’è una vero e proprio movimento che rivendica i “diritti degli abusivi” ad avere il condono edilizio, secondo cui se lo Stato chiede denaro per le tasse automaticamente riconosce le ragioni dei cittadini. Effettivamente, duemilaottocento case non nascono come funghi dall’oggi al domani, e le istituzioni hanno parte delle colpe che, però, non giustificano l’atteggiamento di chi ha fatto “orecchio da mercante”, innanzitutto, perché sul demanio dello Stato non si può né costruire né lucrare con attività commerciali senza autorizzazione, come non è tollerabile che l’ambiente venga distrutto solo per fregiarsi di avere una seconda casa al mare. Tutto ciò, a danno dei cittadini e contribuenti onesti che pagano le tasse e che non posseggono abitazioni abusive.