
Cospe lancia un progetto ambientale con circa 550 bambini libanesi. Per dare uno slancio alla “Terra dei cedri”.
Il quadro attuale politico ed economico del Libano è figlio degli eventi militari, sociali e religiosi che hanno caratterizzato gli ultimi 40 anni: dalla guerra civile conclusasi nel 1990 e durata per 15 anni ai rapporti non sempre facili con il confinante Stato di Israele, fino alla guerra in Siria che si riflette – inevitabilmente – anche sull’economia libanese. Risultato: un Paese per certi versi immobile, che si preoccupa della sua evoluzione e forse non è del tutto preparata a fronteggiarla.
Dove (tutto il mondo è paese) gli interessi politici rallentano la crescita.
Dove si persegue – da un punto di vista architettonico – una strada maestra, l’urbanizzazione “sfrenata”, si potrebbe dire “a tutti i costi”.
Eppure, in un quadro così frastagliato, trova spazio un concetto a volte assodato, ma non sempre scontato: l’educazione ambientale.
Terra dei cedri: educare al rispetto e al riciclo

Nel Nord del Paese l’organizzazione non lucrativa Cospe ha intrapreso una serie di iniziative nelle scuole per sensibilizzare i giovani studenti tra gli 11 e i 14 anni al rispetto per l’ambiente e all’importanza del riciclo.
L’apprendimento parte dal quotidiano, dai rifiuti che si abbandonano per strada, dallo spreco, dall’abuso del principio “usa e getta”.
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L’idea è stata quella di creare qualcosa di nuovo dai rifiuti, lasciando libero spazio alla fantasia e alla creatività di ognuno di questi circa 550 ragazzini, uomini del domani.
Il fine più alto è e dev’essere quello di limitare quello che è un vero e proprio disastro ecologico – in cui, ricordiamo, ci siamo dentro tutti, non solo i ragazzi e gli abitanti libanesi – attraverso il riciclo e riutilizzo di materiali di scarto, oggetti di plastica o carta, e piantando nuovi alberi, simbolo di rinascita, di nuova vita.
Di futuro.
Terra dei cedri: l’impronta di Cospe in Libano
Dietro l’iniziativa, si è scritto, c’è Cospe, una onlus che da 30 anni coopera con partner locali – specialmente in Africa, Sud America e Vicino-Medio Oriente – per progetti di respiro nazionale e internazionale.
Un aiuto concreto, quello di Cospe, che per merito di donazioni e autofinanziamento è stata in grado di portare avanti delle battaglie tangibili.
Tangibili nei numeri, in quanto sono tante migliaia le donne che hanno visto accrescere la tutela dei loro diritti, gli uomini cui è stato possibile offrire un posto di lavoro, i bambini che hanno la possibilità di andare a scuola; ed è inoltre aumentata la disponibilità di accesso all’acqua potabile, al cibo, ai beni di prima necessità.

Un aiuto umanitario, ma anche ambientale.
Il Libano è chiamato anche “Terra dei cedri”, per la grande presenza di questi arbusti.
Eppure la mano antropomorfa – diretta o indiretta, si legga alla voce “cambiamenti climatici” – è andata parzialmente a sconvolgere il paesaggio, creando dei veri e propri “vuoti”.
Cospe ha contribuito ad un processo di riforestazione, che proseguirà negli anni a venire.
Tutte le iniziative dell’organizzazione sul sito ufficiale www.cospe.org