– Non è una novità l’allarme – giunto in passato da svariati rapporti, tutti certificati dall’ONU – della drastica diminuzione delle api sul nostro pianeta, e i motivi sono molteplici: inquinamento da pesticidi, presenza di parassiti, cambiamenti climatici e sconvolgimenti dei loro habitat. Ora, grazie a questo studio e ad altri ad esso connessi, si è giunti ad appurare che anche le onde elettromagnetiche rilasciate dai telefoni cellulari sono causa di morte delle api. Cosa succede, in particolare? Gli 83 esperimenti condotti dal ricercatore elvetico – con i telefonini in modalità spenta, stand-by e durante una chiamata – dimostrano come le api vengono disorientate dal segnale dei cellulari e fanno fatica a svolgere il compito che la natura le ha assegnato e a riprodursi. Il segnale, pertanto, spinge le api a lanciare a loro volta il segnale tipico che indica la necessità di abbandonare il loro alveare, sciamando (emigrando, cioè) verso un altro lido; ecco che, però, gli insetti prendono il volo in modo disordinato e non riescono più a trovare la coordinazione e l’orientamento. Non è ancora chiaro se le radiazioni emesse dai telefoni cellulari siano percepite come una minaccia, ma non lascia possibilità d’equivoci la reazione delle api, che si dirigono, loro malgrado, ad una morte prematura.
Allarme rosso per le api
Dati inequivocabili – Una sempre più alta percentuale dei decessi – si parla del 70 % delle api sulle coste orientali degli Stati Uniti, 60 % su quelle occidentali e un calo di 15 punti percentuali in Inghilterra, solo per fare qualche esempio – non giova agli ecosistemi e all’agricoltura che beneficia del loro lavoro: senza l’impollinazione delle api, parte della frutta e dei vegetali essenziali per l’alimentazione dell’uomo si estinguerebbero. «Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita»: con questa affermazione, sicuramente iperbolica, ma al tempo stesso fortemente emblematica, Albert Einstein ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale che questo insetto gioca nel nostro sistema ecologico, e la sua sempre più certa scomparsa comporterà, a lungo andare, danni dalle “conseguenze drammatiche”, come tiene ad evidenziare lo stesso Favre.