Tassonomia verde: tutti contro l’UE, no al gas fossile e al nucleare

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Ieri di fronte alla Commissione UE a Bruxelles

Le organizzazioni ambientaliste portano l’UE in tribunale per l’etichetta “verde” agli investimenti sul gas. Greenpeace:“L’estrazione di gas fossile minaccia per l’umanità”. ClientEarth,WWF, T&E e BUND: “Il gas fossile non è pulito, non è economico e non è una fonte di energia sicura”

 

Non c’è accordo tra UE e associazioni ambientaliste a proposito della Tassonomia della finanza sostenibile. La prima classifica alcuni usi del gas come “sostenibili” dal punto di vista ambientale, le seconde considerano dannosissimo includere il gas fossile e l’energia nucleare nel regolamento sulla Tassonomia varato da Bruxelles. Su fronti diversi si sono così mossi   con più ricorsi gli uffici europei di Greenpeace in Germania, Francia, Spagna, Italia, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale e l’Unità europea di Greenpeace e, separatamente, ClientEarth, l’Ufficio per le politiche europee del WWF, BUND (Amici della Terra Germania) e Transport and Environment. Anche il governo austriaco ha chiesto alla Corte di Giustizia europea di annullare questa che è considerata una operazione di greenwashing della Commissione.

Già a  febbraio la Commissione europea aveva presentato un atto delegato complementare “Clima” della tassonomia, (CDA) che riguardava determinate attività del settore del gas e del nucleare alla luce degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. A marzo dello stesso anno l’UE aveva ufficialmente ampliato l’elenco degli investimenti considerati sostenibili inserendo tra gli altri, il gas fossile, suscitando le proteste delle associazioni ambientaliste. Il CDA della tassonomia verde veniva poi adottato in modo controverso nel luglio 2022.

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La voce di ClientEarth,WWF, T&E e BUND

Queste ONG sostengono che gli usi del gas non possono essere considerati sostenibili, visti i loro impatti negativi sull’ambiente. Il gas fossile è una fonte di energia ad alto contenuto di carbonio quando viene bruciato; inoltre, quando il metano viene disperso nell’atmosfera, il suo impatto sul clima è oltre 80 volte maggiore della CO2 nell’arco di 20 anni.

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Il CDA della tassonomia verde è stato adottato dalla Commissione europea nel luglio 2022

Classificare il gas fossile come “sostenibile” rischia anche di peggiorare la dipendenza dell’UE dal gas, aumentando la domanda di gas (dell’UE), che dovrà poi essere importata. Ciò esporrebbe l’UE a una maggiore volatilità, dipendenza dai paesi produttori e crisi di approvvigionamento in futuro, con potenziali ulteriori impatti devastanti sulle bollette delle famiglie.

Nel ricorso alla Corte di Giustizia Europea – che ha sede a Lussemburgo -,  le ONG sostengono che il CDA è in contrasto con le leggi dell’UE (dallo stesso regolamento sulla tassonomia alla legge europea sul clima), nonché anche contro gli obblighi dell’UE ai sensi dell’accordo di Parigi sul clima.

Il regolamento sulla tassonomia richiede che la classificazione delle tecnologie sia basata sulla scienza. Tuttavia, la Commissione europea è andata contro il parere dei suoi consulenti scientifici quando ha etichettato questi usi del gas come “sostenibili”. La Commissione ha inoltre ignorato l’obbligo della Legge Europea sul Clima di valutare e considerare l’impatto sul clima del CDA.

Un problema poco riconosciuto è che il CDA è in contrasto con le politiche sul gas di molte istituzioni finanziarie. La politica della Banca europea per gli investimenti del 2019 in materia di prestiti relativi all’energia ha effettivamente escluso il finanziamento del gas fossile; il suo presidente ha affermato che “il gas è finito”. Inoltre, il mercato globale dei green bond sta già seguendo la pratica comune di escludere il gas fossile.

Etichettare il gas fossile come ‘sostenibile’ è tanto assurdo quanto illegale –  hanno dichiarato ClientEarth, WWF, T&E e BUND – e mina la credibilità dell’azione dell’UE per il clima. Il gas fossile non è pulito, non è economico e non è una fonte di energia sicura. La tassonomia ha lo scopo di aiutare l’UE a raggiungere i suoi obiettivi climatici. Invece, l’inclusione di alcuni investimenti sul gas intende fare il contrario, incanalando ulteriori fondi su questa fonte dannosa e ben lontana dalle fonti di energia veramente sostenibili”.

L’udienza presso il Tribunale potrebbe tenersi nella seconda metà del 2024 e la sentenza potrebbe essere emessa nel 2025. I promotori del ricorso auspicano una sentenza che costringa la Commissione a rivedere l’atto delegato complementare.

Greenpeace fa causa alla Commissione Europea

L’azione degli 8 uffici europei di Greenpeace che hanno presentato ieri una causa presso la Corte di Giustizia europea contro la decisione della Commissione europea di includere il gas fossile e l’energia nucleare nel regolamento sulla Tassonomia, parte da alcuni mesi fa.

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Gli attivisti di Greenpeace davanti alla sede della Corte di giustizia Europea a Lussemburgo

Già il 9 settembre 2022 gli stessi uffici europei di Greenpeace avevano chiesto alla Commissione di rivedere la sua decisione. Lo scorso 8 febbraio, la Commissione ha respinto questa richiesta, spingendo l’organizzazione ambientalista a chiedere al Tribunale dell’UE di annullare la decisione della Commissione e di dichiarare non valida l’inclusione del gas fossile e del nucleare nella tassonomia dell’UE.

Mentre i documenti venivano ufficialmente depositati elettronicamente, gli attivisti di Greenpeace Lussemburgo si sono riuniti ieri mattina davanti alla Corte di Giustizia europea per protestare contro la controversa etichetta “verde” attribuita al gas e al nucleare. Con loro c’erano anche attivisti italiani provenienti dal delta del Po – un fragile ecosistema dove l’estrazione di gas fossile ha aggravato la subsidenza del suolo e dove ci sono nuovi piani per estrarre altro gas nel prossimo futuro -, e attivisti provenienti dal villaggio di Konz in Germania, che si trova a valle della centrale nucleare francese di Cattenom.

Greenpeace sostiene che la decisione sulla Tassonomia della Commissione consente alle centrali elettriche a gas fossile e nucleari di ricevere fondi che altrimenti sarebbero stati destinati alle energie rinnovabili. Un segnale preoccupante è infatti venuto da Oltralpe, dove nel luglio 2022, cioè poco dopo l’adozione della tassonomia UE, Electricité de France ha annunciato l’intenzione di sostenere il finanziamento dei suoi reattori nucleari, vecchi e in cattivo stato, emettendo obbligazioni verdi allineate alla Tassonomia.

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