Tap, il Governo concede spiragli: “Possibile un altro approdo”

Un momento dell’affollatissimo confronto pubblico organizzato dalla Regione Puglia alle Officine cantelmo di Lecce

La tensione nel Salento cresce. E, sfruttando slogan rinomati, mostra il muso duro la gente del “no” al progetto del gasdotto Tap (la sigla sta per Trans Adriatic Pipeline). Comitati organizzati e gruppetti, tempestivamente inferociti, sbandierano il dissenso. Il Governo concede, forse a sé stesso, la riflessione affidata alla voce del sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti: «Possibile un altro approdo. Valuteremo le possibili alternative a San Foca».

Si lascia dietro coda, l’ennesimo confronto pubblico voluto dalla Regione, organizzato alle Officine Cantelmo di Lecce, il 27 dicembre. Un confronto che a momenti ha rischiato di degenerare, sotto i “colpi” della forte spinta della protesta. De Vincenti ha sostanzialmente garantito la dovuta attenzione già annunciata nel suo esordio salentino poco più di un mese fa, all’uscita dai palazzi della Provincia di Lecce, dove incontrò tra l’altro anche i sindaci di Vernole e Melendugno, affiancati tre giorni fa anche dal primo cittadino di Carmiano che, in segno di protesta, si è tolto la fascia tricolore. La sensazione, però, matura.

Il sottosegretario allo sviluppo economico Claudio De Vincenti

Le istituzioni locali commentano con cauta soddisfazione l’apertura ribadita dall’esponente del governo Letta, tornato a Lecce per il faccia a faccia con i cittadini.

De Vincenti ribadisce ciò che la gente ha voglia di sentirsi dire, quindi: «La procedura Via confronterà il sito di San Foca con opzioni alternative». E ancora: «Lo spiraglio è aperto», pur facendo presente, con la stessa ripetitività e costanza, che quella del gasdotto è da ritenersi “opera strategica”, già, d’altra parte, approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento, prima ancora che il sottosegretario facesse la sua prima apparizione sul territorio salentino. «Vedremo» è sta la risposta alla domanda “Unico nodo del gas sarà a Otranto dove approderà l’IGI Poseidon?’”.

Campo aperto, insomma, almeno a parole. E porte aperte all’espressione del consenso o, meglio, del dissenso che nel Salento s’estende a macchia d’olio. Sarà tenuto conto dell’esito del sondaggio popolare promosso dalla stessa Regione Puglia che, dalla sua, rivendica una propria posizione. Minervini lo fa intendere, l’assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone è però ancor più netta del collega con delega alle Infrastrutture: no a San Foca. Il 4 gennaio si riunirà il Comitato Via, una fase analitica non marginale per la definizione del percorso di realizzazione dell’opera.

Il percorso del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) dall’Azerbaijan alle coste pugliesi

Come il Governo, così anche la Regione è, in un certo senso, attesa al varco dalle migliaia di persone che attendono la risposta. Al presidente Vendola non sono state risparmiate parentesi accusatorie, mentre il sottosegretario allo Sviluppo economico ha lasciato le Officine Cantelmo subissato di fischi e urla, incalzato soprattutto dalla senatrice del Movimento Cinque Stelle, Barbara Lezzi che ha stigmatizzato la non-tempestività adoperata dal Governo nell’attivare il confronto con le popolazioni coinvolte dalla realizzazione dell’opera che transiterà dall’Azerbaijan, attraverso Grecia e Albania, fino all’eventuale approdo, finora individuato, a San Foca. «Ratifica approvata prima della Valutazione d’impatto ambientale», ha affermato la senatrice grillina, «confronto avviato troppo tardi, rischia di somigliare a una farsa». Promesse di una battaglia che si preannuncia ancora lunga e sempre più aspra.

 

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